Disney d’Autore 1 – Silvia Ziche

01 OTT 2011
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Recensione pubblicata per la prima volta qui

Silvia Ziche è un nome noto nel panorama fumettistico, anche extra-disney. Inventrice di “Alice a quel Paese” per Smemoranda e Comix, giovane ragazza disincantata che guarda il mondo con innocente candore, e di Lucrezia per Donna Moderna, personaggio che cerca il riscatto lottando con le paturnie sentimentali e le crisi esistenzialiste di tutti i giorni, Silvia Ziche è un’autrice a tutto tondo, dedita ai testi, all’ideazione di nuovi personaggi e di nuove situazioni, non disdegnando collaborazioni con grandi autori, come Vincenzo Cerami e il suo “Olimpo S.p.a.”, irriverente moderna rilettura dei miti olimpici. Infine, molto nota la sua lunga collaborazione con Tito Faraci, che ha creato capolavori umoristici come “Infierno!” oppure un celebre episodio di Paperinik.

Questa introduzione spiega, in pochissime parole, quanto sia stata una scelta corretta dedicare il primo numero della collana della Disney Libri “Disney d’Autore” a Silvia Ziche. Un volume assai efficace, perché pubblica storie dall’ampio repertorio zichiano con un’ottima scelta, spaziando tra i generi e mostrando anche diverse collaborazioni. Si parte con Paperina di Rivondosa, lunga parodia del celebre serial tv ambientato alla corte sabauda. L’avventura in costume è un pretesto per raccontare degli amori disneyani tra Paperino e Paperina e mettere in scena una lunga serie di gag corrosive, di tormentoni demenziali e di battute fulminanti. La storia prende in giro anche i feuilletton televisivi e le relative semplificazioni della trama, oltre che alle “stranezze” di fine ’700 e l’impossibilità per un nobile di sposare una serva. La Ziche non esita a presentare argomenti “difficili” in un contesto disney, tra preti, killer, matrimoni e depressioni malcelate. Stempera il tutto con grande ironia e situazioni esilaranti, come si vede nella gallery, giocate sia a livello di dialogo che di disegno. Le espressioni dell’autrice sono uniche, grandiose e geniali, deformando occhi e becco e orecchie per offrire una grandissima gamma di emozioni, un unicum a livello disneyano che non ha pochi precedenti.

In Topolino e la rapina del millennio è Topolino a precipitare in un vortice di surreali gag. Costretto a ricredersi su sé stesso e a pensare di non essere il buono che tutti conoscono, cerca in tutti i modi di scagionare il suo diabolico nemico Pietro Gambadilegno. In questo modo, inscenando un’assurda catena di eventi, Ziche mette alla berlina il Topolino perfettino e lo de-mitizza, e metterlo vicino all’abbondante Trudy amplifica l’effetto comico. Inoltre, anche lo sclerotico sistema televisivo mass-mediatico viene abbondantemente preso in giro, per la sua inconsistente onnipresenza. Irresistibile la lunga catena di battute che si sussegue. In maniera simile, la Ziche crea anche le vignette di apertura di Topolino, i “Che aria tira a…”, dove può davvero rappresentare, con paperi e topi, le stravaganze della vita contemporanea e le paure quotidiane, instillando però sempre un sorriso.

Sicuramente nel rappresentare questioni sentimentali Silvia Ziche è un maestro, e in un paio di storie in questo volume, su testi della brava Gaja Arrighini, inscena il difficile rapporto tra Paperone e Brigitta in maniera esilarante e pungente. Allo stesso modo, Tito Faraci rielabora il ruolo di Gambadilegno in Questioni di classe dandogli molte battute, complici smidollati e panda e nanetti di gesso a gogò, simboli dell’umorismo faraciano. Ma forse è nella storia più antica del volume, 1995, Il bambalione, che assistiamo in nuce alle caretteristiche che Silvia Ziche continua a portare avanti. Grazie ad una bella sceneggiatura di Nino Russo, le psicologie di Paperino e Paperina sono reali, così come le loro scaramucce e i loro dispetti sentimentali. Gli occhi e i volti stiracchiati della Ziche, suo marchio di fabbrica, fanno il resto.

Un’autrice eccezionale, che non solo instilla nelle storie disney un umorismo slapstick mai banale o noioso, ma utilizza sempre un’umanità di fondo e un realismo delle piccole cose che dona freschezza e tridimensionalità ai personaggi. Da un punto di vista grafico, il lavoro è eccezionale. Uno stile unico, rispettoso della tradizione italiana ma completamente inedito. Debitrice all’inizio della sua carriera del maestro Giovan Battista Carpi, ha poi trovato una sua efficace strada. Linee curve e morbide, occhioni espressivi, volti dinamici, corpi flessuosi ed elastici simili ad un cartoon di Tex Avery. In questo volume si vede tutto questo e altro ancora, in una bella forma editoriale, con delle interessanti introduzioni dell’autrice stessa, in linea con quanto fatto con il volume su Mastantuono. Storie adulte, con personaggi grandi, che parlano a chiunque quando un artista è alla loro altezza, come nel caso di Silvia Ziche.

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Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.