L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 32

25 AGO 2014
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Come dicevamo per lo scorso numero, inizia prepotentemente la seconda fase da autore completo di Scarpa. Siamo nel 1975 e l’autore veneziano decide di dedicare più tempo a proprie sceneggiature e alla formazione di nuove leve, ovvero Maurizio Amendola, Sandro Del Conte e Valerio Held, come si vedrà più avanti. Sul campo delle storie i temi prevalenti sono i gialli di Topolino e le avventure esotiche e non solo dei paperi. Per la prima tematica Scarpa decide di movimentare il microcosmo topoliniano aggiungendo un nuovo personaggio, una spalla che permetta una diversa interazione con Topolino rispetto a Pippo, e che non abbia quei superpoteri che caratterizzavano, e in qualche modo limitavano, sia Eta Beta che Atomino.
Stiamo parlando di Bruto, che esordisce nella storia che dà il titolo al volume, una vera e propria vicenda di origini, non così comune in ambito Disney. Figlio adottivo di Gancio, si presenta come un piccolo discolo, un adolescente combinaguai e vicino, come età, al target di lettori di Topolino. Nel corso delle storie maturerà anche lui, crescendo anche in senso fisico, altra anomalia nel fumetto disneyano, mantenendo però un certo disincanto innocente, oltre che un grande entusiasmo. Si notano anche in lui delle caratteristiche che permettono di esaltare Topolino, in un rapporto armonico molto ben riuscito, come un’ingenua avidità e un coraggio non sempre brillante e puro come quello del topo più famoso del mondo. Inoltre Bruto, essendo un minah bird, vola, il che amplia molte possibilità narrative. Il ponte di Losaulito e i bottoni imperiali mostrano i primi passi di Bruto, nei suoi rapporti con Gancio e con le prime sfide con Gambadilegno e Trudy.
Dei paperi la storia più importante è il casco d’oro, una lunga avventura esotica con un regno lontano e una sosia di Brigitta, il tutto ispirato da un’idea di Carl Barks. Qui Scarpa è come al solito bravissimo ad inserire parecchi spunti, mischiandoli tutti insieme in maniera efficace e coinvolgente. Sempre Brigitta, ma in coppia con Filo, compare nelle palme da colla, tipica battaglia d’affari con il papero più ricco del mondo. Si vede quanto Scarpa abbia imparato dal modello ciminiano, arricchendolo di trovate grafiche gustose e di dialoghi frizzanti. Infine, anche con pochi elementi canonici, riesce a costruire una storia divertente e memorabile, grazie anche alla coppia di indiani gemelli e ai parallelismi con Rockerduck, nel tesoro di Tecumseh.
Tutte le storie sono in versione originale, tranne quest’ultima che ha i colori rifatti. Molto interessante il portfolio, dedicato all’idea dietro al casco d’oro e alla collaborazione tra Barks e Scarpa. Grazie come sempre a Sprea e al suo sito per le utili precisazioni.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.