L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 33

01 SET 2014
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Un altro bellissimo volume con solo storie da autore completo, in un periodo vivacissimo per l’autore veneziano. E per movimentare il panorama topolinese, dopo Bruto Scarpa introduce un altro personaggio: Plottigat. Si tratta di un felino cugino di Gambadilegno, una sorta di inventore malvagio tipo Spennacchiotto, anche se con molto più carisma e un certo physique du role, che gli permette di essere più altolocato e più elegante rispetto al rozzo Pietro, come si vedrà con l’evoluzione del personaggio. Proprio nella storia che dà il titolo al volume escogita un folle piano per un furto urbano, coinvolgendo un malcapitato Pippo. Scarpa mixa in maniera sapiente thriller e horror leggero, influenzato dalla cinematografia licantropica, realizzando ambientazioni di maniera e atmosfere lugubri, fatte di nebbiolina e di paurose trasformazioni. Anche le “pedine” dell’emiro ripropongono lo stesso cast, coinvolto però nello sfondo esotico del Kuwatar. La formula fonica è invece un giallo più tradizionale, con lo stesso diabolico trio di criminali. Interessante la presenza della stella del Sud, che come fa notare Becattini, data l’assenza di Bruto, è stata probabilmente realizzata prima del Rampollo di Gancio.
Passando ai paperi, abbiamo un paio di tipiche storie in cui Filo Sganga è un ideale terzo incomodo nelle lotte affaristiche di Paperone e Rockerduck. Il veggente dei guadagni così come il codice degli affari sono vicende brillanti che si basano su dialoghi efficaci e spunti comici e avventurosi intelligenti. Invece l’energia elettrittica presenta un’idea molto pezziniana, trattata con il dovuto garbo e sense of wonder.
Il deposito piramidale è forse la storia papera più bella dell’albo, piena com’è di invenzioni e di buone interazioni con i personaggi, alle prese con un nuovo deposito fin troppo pericoloso.
Alcune storie sono in versione ricolorata dalla testata Paperino: Il codice degli affari, Il deposito piramidale e Il veggente dei guadagni. Schede finali dedicate a Plottigat e ad Angelo Palmas. Grazie come sempre a Sprea e al suo sito per le utili precisazioni.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.