Topolino Story 1994

02 GIU 2015
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Un’altra ottima annata quella di Topolino, e il 1994 propone quattro storie di gran qualità, miscelando un paio di serie, una vicenda celebrativa e un’ottima storia “media”. Gli articoli sottolineano giustamente un grande evento per l’Italia: il viaggio che Barks fece in tutta Europa, con un occhio di riguardo al nostro paese. In un tempo in cui le comunicazioni erano difficili, l’arrivo dell’inventore di Zio Paperone si trasformò, per i Disney Italiani, in un grande momento di apprendimento e di conoscenza.
Il volume si apre con il grande cielo, terzo episodio della grande saga dedicata alla storia americana, messa insieme da un Pezzin in stato di grazia. Ai disegni, quasi sempre, Massimo De Vita, una presenza abituale per questa collana. E questa storia vede forse i suoi disegni migliori, con grandi tavole panoramiche (memorabile quella in notturna), con sfondi naturalistici, animali, e stile decorativo da libro illustrato. I personaggi sono poi fantastici: un giovane Topolino, curioso e pieno di vita, insieme ad un Pippo smaliziato e fanfarone. Un ottimo esempio per una serie davvero memorabile.
L’altra serie presente è la folle e stralunata vicenda dedicata ai Mercoledì di Pippo, ideata da Rudy Salvagnini. L’idea è semplice e geniale: ogni mercoledì, come l’uscita del settimanale, Topolino è costretto a sorbirsi i romanzi di Pippo, puro non – sense ambientato di volta in volta in un genere diverso. L’episodio scelto, il segreto dell’universo, è perfetto per rappresentare gli stilemi della serie, con i ruoli dei protagonisti invertiti e battute e follie a ritmo veloce. Alle matite Lino Gorlero, ottimo autore molto presente per questi lavori, capace di dare ogni volta ai personaggi delle espressioni diverse, sempre più stralunate ed esasperate al procedere di una trama sempre più su di giri.
Nino Russo, autore di ottime storie, propone un’atipica caccia al tesoro con i disegni di un giovane Freccero: tesori di Papergamesh. Nonostante l’epicità del titolo e di una splash page di livello, la storia gioca più sulle interazioni della famiglia dei paperi più la presenza di Pico, usando delle gag iterative (quella del prezioso nastro da usare con parsimonia). Il finale sfodera emozioni inaspettate, facendo riconsiderare tutta la vicenda e appagando il lettore.
Il volume si chiude con una storia celebrativa per i 60 anni di Paperino, ricorrenza assai promossa a tutti i livelli della company. Su testi di Gilbert e su disegni di un Cavazzano in gran forma, valorizzato anche dai colori di Leopoldo Barberini, Buon compleanno, Paperino! attacca in maniera grottesca le paturnie dell’invecchiamento, con un Paperino terrorizzato all’idea degli anni che passano. Utilizzando come filo conduttore un proverbio a dir poco geniale, il papero usa tutte le sue energie per raggiungere lo scopo, inanellando un disastro dopo l’altro. Il ritmo vivace della storia porta ad un bel lieto fine, riuscendo a sintetizzare con arguzia la simpatia e l’umanità del papero.
Un ottimo numero, che mostra la qualità di quegli anni.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.