Topolino Story 1996
Anno sfavillante il 1996, che propone un ampio restyling del settimanale, dando tra le altre cose il via alle “Strip” (poi diventate “Ciak” e “Gulp”, che continuano anche oggi), e regala gli italiani PKNA, destinato a rivoluzionare il panorama fumettistico Disney.
E’ proprio con una storia di Paperinik che si apre il numero, quel Paperinik e il ritorno a Villa Rosa (Michelini/G.B. Carpi) che sembra quasi un passaggio di testimone leggermente post datato fra vecchia e nuova generazione di storie e autori, visto che il Maestro ligure è colui che ha contribuito a dare i natali al vendicatore mascherato. In questa ultima prova con Paperinik, Carpi, senza ombra di dubbio al suo canto del cigno fumettistico, da il meglio di sè, con le consuete espressioni e pose perfette, mentre Michelini fa fare al lettore un salto nel passato, discostandosi da un ventennio di avventure supereroistiche personaggio, riportandolo alle origini. C’è così spazio per le atmosfere tetre della gloriosa Villa Rosa, il ricordo di Fantomius e un nuovo character, che molto probabilmente nelle intenzioni dell’autore sarebbe dovuto tornare in futuro: l’Ispettore Pinko, evidente rimando allo storico rivale di Diabolik, Ginko.
Amelia in: un amore di strega (Palmas/Barbucci) ci offre una Amelia protagonista a tutto tondo, in una delle sue sporadiche parentesi partenopee, qui è succube delle attenzioni amorose di un suo corregionale, che mette inconsapevolmente i bastoni fra le ruote all’ennesimo tentativo di conquista della Numero Uno. Divertente e deliziosamente disegnata da un Barbucci ai primi passi, si apprezza anche per i flashback introspettivi, che immortalano diverse fasi di vita della fattucchiera, non senza sorprese.
Zio Paperone contro Tarzone è una tradizionale ciminiana, facente parte del “filone animalesco”, impreziosita dai disegni per l’epoca molto alternativi di Celoni. Si ride come sempre di gusto, e non può che far piacere l’inserimento “classico”, dopo i due gettoni di Cimino con i Racconti attorno al fuoco e Reginella.
In chiusura, Topolino e l’uomo dei sogni (Panaro/Perina), ci offre la possibilità di leggere una misconosciuta storia poeticamente delicata, in cui si affronta anche l’argomento della cecità, solitamente tabù, e di difficile spiegazione. Al di là di questo, ne viene fuori una trama originalissima e che fa la morale senza stonare o risultare troppo pretestuosa. E’ un periodo di grazia per l’autore spezzino, che viene soprattutto dai fasti di Zio Paperone e la formula della ricchezza (1995), e che in questo stesso anno ci regala anche la fantascientifica Topolino e il cavaliere senza tempo.
C’è poco da dire… se fosse possibile, 4 stelle e mezzo sarebbe il voto ideale. Ci troviamo di fronte forse al numero qualitativamente migliore sinora, dato che ogni titolo presente ha un suo perchè.
Da comprare senza timore alcuno!