Definitive Collection 12 – Fantômius 4

13 AGO 2016
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Questo quarto volume dedicato al Ladro gentiluomo si apre con una spettacolare cover del bravissimo Marco Gervasio che focalizza tutta l'attenzione del lettore sul protagonista principale, Lord John Quackett alias Fantomius, in una delle sue migliori rappresentazioni grafiche di sempre.
Cover a parte, tuttavia, sono molte le ragioni che rendono questo volume un acquisto imperdibile per tutti gli appassionati del personaggio ispiratore morale dell'odierno Paperinik, a partire dai vari bozzetti, non numerosi a dire il vero, che mostrano non solo uno studio per una versione alternativa della cover (molto bella anche questa, seppur più “tradizionale”), ma anche varie vignette presenti nelle storie. Proseguendo la lettura troviamo la consueta sezione dedicata ai commenti dell'autore sulle quattro storie pubblicate nonchè, altra chicca, un albero genealogico della famiglia Pitagorico, incentrata ovviamente sulla figura di Copernico, ma che si snoda sino all'attuale esponente Archimede.
Passando alla disamina delle quattro storie proposte – le ultime, alla data di uscita del volume – notiamo come ciascuna delle prime tre fornisca particolari importanti ed interessanti sul passato del protagonista, mentre l'ultima si occupa del primo inevitabile incontro/scontro tra Fantomius e l'altra grande personalità paperopolese del tempo, Paperon de' Paperoni… ma andiamo con ordine.
Gli anelli di Cagliostro è l'occasione per approfondire la conclusione della passata relazione sentimentale di John Quackett con la bella e sensuale Lady Senape, scena che viene mostrata nelle prime tavole della storia: tra intrighi, indovinelli e tradimenti, la storia vede come vera co-protagonista proprio la determinata Jen Yu la quale, tuttavia, non riesce comunque ad avere la meglio sul previdente Fantomius. Da notare l'evidente omaggio di Gervasio alla classicissima Paperinik e la scuola del Krimen, con la locuzione latina “sursum corda” in una storia che ha a che fare con degli anelli (qui quelli di Cagliostro, nella storia omaggiata gli anelli a forma di cuore che permettevano di svelare un bottino nascosto). L'ultimo colpo di scena è tuttavia riservato al lettore, con la vignetta finale della tavola conclusiva che mostra il volto familiare di Copernico Pitagorico in combutta proprio con Lady Senape… o forse no?
Il tesoro di Francis Drake è una storia ambiziosa e di ampio respiro, che, prendendo ad ispirazione il barksiano Duca Pazzo di cui all'omonimo castello (personaggio peraltro solo menzionato ma mai descritto da Maestro dell'Oregon), ricostruisce parte della storia familiare dei Quackett facendola risalire proprio a questo personaggio, Richard Quackett, il “primo ladro gentiluomo” ed intrecciandola con il famoso Francis Drake, personaggio storico relamente esisitito, tra le altre anche corsaro sotto l'autorità  della regina inglese Elisabetta I. Altri elementi di sicuro rilievo sono costituiti dal citato “Castello delle Tre torri” – altro omaggio di Gervasio ad una storia classica di Paperinik, Paperinik e il castello delle tre torri – ed il solito colpo ad effetto dell'ultima tavola, dove si scopre che Copernico ha un fratello gemello, Cartesio.
Fantomius d'Egitto riporta alla memoria di John Quackett il ricordo del fratello Henry, scomparso nel nulla anni prima; solo la casualità  – la ricerca di una perduta miniera d'argento – conduce il protagonista a ritrovare quel fratello cui era tanto legato e che tanto importante è stato per la nascita del “Ladro gentiluomo”: suo era il costume e sua la progettazione di Villa Rosa, giusto per citare alcuni elementi, ma senza dubbio è l'aspetto psicologico del concetto di “maschera” quale oggetto in grado non solo di nascondere, ma anche di svelare la vera identità ad essere risultato determinante per il giovane John. Le belle tavole raffiguranti le scene al Cairo nonchè la curiosa ed interessante teoria dell'autore circa il destino di Atlantide contribuiscono ad impreziosire questo episodio.
Infine, Il ladro e il miliardario ci riporta al presente di Fantomius e rappresenta un punto di svolta per quanto concerne quel Cartesio Pitagorico fino a questo momento appenna accennato e dalle intenzioni ancora avvolte nell'ombra: viene svelato il suo rapporto con il fratello Copernico e i sentimenti non proprio fraterni tra i due, ma al contempo la storia si inserisce nella vita del giovane Paperon de' Paperoni magistralmente narrata da Don Rosa, riprendendo la scena sul transatlantico già  vista nell'undicesimo capitolo della sua $aga ed il famoso “Rubino Striato” già  menzionato da Barks. Di fatto la storia presenta un doppio scontro, dunque non solo quello tra Fantomius e Paperon de' Paperoni, conclusosi con un sostanziale “pareggio” per usare le parole di Gervasio, ma anche quello interno alla famiglia Pitagorico tra i due fratelli Copernico e Cartesio. Degno di nota il finale, in cui Fantomius – anche per ragioni di continuity con l'opera di Don Rosa – rende noto a Paperone che non attaccherà  il Deposito finchè questo sarà  gestito dalle due sorelle di Paperone, Ortensia e Matilda (inducendo cosi Paperone a continuare i suoi viaggi intorno al mondo), ma con la promessa di rubargli perfino il materasso al suo ritorno; la penultima vignetta è un chiaro omaggio alla storia d'esordio di Paperinik, con Fantomius che invita i suoi eredi a mantenere la promessa fatta a Paperone… proprio rubandogli il materasso mentre ci dorme sopra.
In conclusione: un volume di assoluto rilievo per la qualità  delle storie ivi contenute, ed anche leggermente al di sopra della media della testata per quanto concerne i contenuti extra, tenuto conto dell'interessante (per quanto fin troppo rivelatore) albo genealogico della famiglia Pitagorico, dei bozzetti e delle due pagine dedicate ai commenti dell'autore.

Autore dell'articolo: Gancio