Definitive Collection 18 – Le Storie della Baia 2
A quasi un anno di distanza dalla sua riproposizione, prosegue sulle pagine della Definitive Collection la ristampa de Le Storie della Baia, il ciclo di racconti a tema marinaresco ideato da Alberto Savini e pubblicato sulle pagine di Topolino nei primi anni dello scorso decennio.
Questo secondo volume raccoglie le storie apparse su quattro libretti consecutivi, dal 2383 al 2386, con le quali si conclude il primo blocco di avventure. Ai testi, come naturale, troviamo il creatore della serie, coadiuvato però, in fase di sceneggiatura, da Augusto Macchetto e Marco Bosco in una occasione ciascuno. Alle matite, invece, ritroviamo tutti e tre i disegnatori già incontrati la scorsa volta, ovvero Marco Palazzi, Silvio Camboni e Stefano Turconi; al loro piccolo team va ad aggiungersi lo specialista delle copertine Alessio Coppola.
Se le storie inaugurali erano ovviamente servite a introdurre la nuova ambientazione, questa seconda parte del primo blocco consente al lettore di prendere confidenza con la vita quotidiana dei personaggi. Moby Duck e Paper Hoog (senza dimenticare la loro mascotte, il gabbiano Trippa, protagonista delle vicende tanto quanto i paperi) trascorrono infatti le loro giornate intenti ad attività ordinarie, come la pesca o la consegna della posta, salvo poi dover sventare le trame del corvo Azimuth Van Quack, destinato sempre e comunque all’insuccesso, come testimonia la riuscitissima e coloratissima cover di Stefano Intini. La resa dei conti, l’ultima avventura dell’albo, è sicuramente la migliore del lotto: un perfetto meccanismo a orologeria che vede i nostri eroi trasformarsi da prede a pescatori… nonostante la sconfitta, il losco antagonista tornerà in futuro, in cerca di una rivincita che, però, non arriverà mai.
L’acquisto dell’albo, in conclusione, è consigliato a quanti hanno apprezzato il primo volume: le storie restano fresche e divertenti anche ad oltre 15 anni dal loro esordio. Purtroppo, spiace constatare la quasi completa sparizione dei redazionali, in questo caso limitati ad una brevissima battuta degli sceneggiatori a precedere i racconti.
Peccato, perché il progetto Definitive resta validissimo e meritorio di essere sostenuto, ma l’assenza di approfondimenti e bozzetti toglie quello che era il vero e proprio valore aggiunto della testata.
15 LUG 2017