Topolino 3339

26 NOV 2019
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Copertina di Giorgio Cavazzano

“Interessante” è un aggettivo furbo. E’ una parola ambigua che dice e non dice, permette di pararsi il didietro senza sbilanciarsi troppo e ammetto, stante la suscettibilità che serpeggia in internet, di usarla senza troppe remore. “E’ una storia interessante” al 99% va interpretato come “Non è un granchè come storia, ma poteva essere peggio”. Ecco, invece Foglie Rosse (terminata proprio su Topolino 3339) di Claudio Sciarrone, ricade nell’1% delle storie interessanti per le quali l’aggettivo conserva il suo significato più genuino.

Perchè la trama in sè, è piuttosto semplice e tra l’altro l’ultimissima sequenza fa pensare che il tutto sia stato solo un lunghissimo prologo di qualcosa ben più elaborato (almeno è quel si spera), ma ciò che rende interessante, appunto, l’operazione è tutto il contorno.

Tip e Tap hanno già vissuto saltuariamente storie in veste di protagonisti ma in questo caso c’è qualcosa di più. Sciarrone immagina e visualizza il mondo quotidiano dei due fratelli, fatto di scuola, amici, passioni (la musica) unite all’entusiasmo e all’incoscienza tipiche dell’età.

L’immaginario a cui fa riferimento l’autore è evidente e attinge non solo al più recente Stranger things ma va indietro catturando suggestioni da una filmografia nutrita che arriva fino a Stand by me. In fondo quella che vediamo, nascosta sotto le spoglie di una improbabile e parodistica invasione aliena, è una storia di amicizia, sincera e disinteressata, di quelle amicizie che nascono nell’adolescenza. Sono relazioni forti perchè basate su idee e valori condivisi tra i ragazzi coinvolti e sono forse il primo vero passo nell’affrancarsi dai “tentacoli” familiari (Topolino, sempre presente, viene tenuto all’oscuro di tutto, è poco più che una tata).

Ecco, forse l’appunto che si può fare a Sciarrone è quello di non aver approfondito i caratteri del gruppo di amici che, seppur protagonisti, restano piuttosto anonimi. Magari sarà qualcosa su cui tornerà in futuro dato che, oltre al cliffhanger finale, c’è anche una citazione precisa al talent musicale a cui parteciperanno Qui, Quo e Qua nella saga parallela di Bruno Enna, tutti elementi che portano a pensare ad un seguito.

Dal punto di vista grafico, l’autore si profonde in una serie di tavole, pregevoli per costruzione e con una scelta dei colori che contribuisce ad arricchire notevolmente l’atmosfera della storia.

Due tavole significative della storia

Per Paperino e lo scarabeo di giada basta dire che è scritta da Panaro (disegnata da Alessia Martusciello): classica storia dell’autore, nulla di trascedentale, ma è comunque un valido intermezzo. Cosa che non si può invece dire per Gambadilegno e l’insostituibile Sgrinfia, 23 interminabili pagine di triti stereotipi faraciani malamente rimasticati da Fontana. Peccato sprecare per una storia così i disegni di Emmanuele Baccinelli.

Alessandro Sisti porta invece sul settimanale il crowdfunding sfruttando il personaggio più adatto per l’argomento, ovvero Filo Sganga. La cosa avrebbe potuto esser uno spunto interessante per la storica coppia Filo & Brigitta, ma in questo caso l’autore preferisce scegliere come co-protagonista Paperoga dando alla vicenda una nota meno “affaristica” e più bizzarra. Finale come da copione, con zio Paperone che maschera in modo simpatico la consueta buona azione.

Le ultime pagine di Topolino 3339 sono dedicate invece al prologo della serie ideata da Giuseppe Zironi con protagonista Topolino nei panni di un inviato speciale in giro per il mondo.

Per quel che riguarda i redazionali del Topolino 3339, segnaliamo l’articolo dedicato a Nikola Tesla e alle sue scoperte nel campo dell’elettricità, e lo speciale su Frozen II, classico Disney di ormai prossima uscita.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"