Disney Special Events 13 – Zio Paperone Marco Rota Cover Collection
Che incredibile regalo ha realizzato Panini Comics per i suoi lettori! Non esitiamo a definire questo volume una delle migliori pubblicazioni disneyane realizzate da quando hanno cominciato la licenza, in virtù di una eccellente fattura e anche di una certa imprevedibilità . L’idea di raccogliere tutte le copertine della mitica “Serie Bianca” di Zio Paperone, infatti, è al tempo stesso necessaria ma anche non banale. D’altronde, i volumi di sole copertine sono molto rari e, dopo quello parzialmente riuscito delle migliori copertine di Topolino, ci troviamo un volume semplicemente perfetto.
Nel 1995 la testata Zio Paperone (in questo articolo tutte le informazioni sulla testata) inizia un nuovo corso, riproponendo i capolavori di Barks con nuove traduzioni e colori, affiancandogli altri autori a partire da Don Rosa. Il gruppo dietro la testata – i mitici Cannatella, Boschi e Becattini – propose un restyling totale, a partire dalla copertina. Fu chiamato così Marco Rota, ormai stabile nel mercato danese ma più che affermato come copertinista (d’altronde, seguì il settore sull’Almanacco Topolino, su Paperino Mese, su Topolino stesso e su quasi tutte le altre iniziative tra gli anni ’70 e ’80). L’artista milanese poteva ogni mese dare fondo al suo estro per omaggiare le storie presenti nel numero, a partire da Barks fino ad altri autori, tra cui se stesso.
Possiamo dividere in due tipologie il suo approccio, in un estremo tentativo di semplificazione. Ci sono le copertine classiche, con spesso personaggi a figura intera in una scena della storia: ad esempio, il numero 201 oppure il 127 o il 139 o il 91. In queste copertine vi è un solo sfondo, la scena non è spezzata e generalmente Rota rappresenta un momento della storia, rielaborandolo.
Il secondo tipo è invece molto meno tradizionale, ed è tipico del modus operandi di Rota, e gli permette di raggiungere risultati migliori. Si tratta di mettere al centro una figura intera, e frammentare lo sfondo in diverse parti, in ognuna delle quali c’è un pezzo o un personaggio della storia di riferimento. Spesso, le figure di contorno fanno capolino tra volute di fumo, un delicato ma preciso confine. Il primo numero, il 70, ne è un perfetto esempio, ma possiamo anche citare il 121 o il 92 o il 160 o il 106 o infine il 113. Un sistema, questo, che dona risultati eccezionali sempre diversi, innovando con brillante semplicità .
Vi è anche una via di mezzo tra i due metodi, in cui Rota propone una immagine grande, tagliata in basso o in alto da una striscia in cui succede qualcosa d’altro. Interessante la coppia 118–119, identica anche nel colore, oppure la bellissima 203.
In 146 copertine Rota non sbaglia quasi mai, mentre questo volume risulta essere perfetto. Una curata rilegatura e un’ottima carta lucida propongono le copertine in un formato adeguato, con stringate ma chiare righe di commento. Vengono inoltre inserite le quarte di copertina, in cui Rota si sbizzarrisce nel raffigurare personaggi a volte davvero misconosciuti. Infine, qualche pagina per bozzetti, schizzi, e ricordi dell’autore e di Lidia Cannatella, che ricorda con affetto la complicità che si era creata all’interno della piccola, ma molto professionale, redazione paperoniana.
In estrema sintesi, un volume imperdibile per chi ha amato una testata eccezionale, per chi apprezza l’arte di Marco Rota, e per chi gusta con piacere eccellenti illustrazioni.
27 DIC 2019