Pk2 Giant 4 – Ancora un giorno / Soltanto un amico

15 GIU 2020
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Il nuovo numero di PK2 Giant propone gli originali numeri 7 e 8 di PK2. Si tratta di trame profondamente urbane, in cui Paperinik è quasi solo spettatore degli eventi, mentre attorno a lui tanti piccoli e grandi personaggi si muovono. Fu decisamente un approccio nuovo rispetto a PKNA, e uno dei principali motivi per cui la serie venne chiusa rapidamente. Troppo ampio era il divario narrativo rispetto al passato. Ma, rileggendole oggi, possiamo ancora assaporare quanto la narrazione fosse moderna e rischiosa, oltre che decisamente intrigante.

Ancora un giorno è davvero esemplificativa in tal senso. Al centro della storia abbiamo Hobey Robson, vagabondo manipolato da Profunda nel 3. Avere un personaggio non solo secondario, ma quasi una comparsa, al centro dell’albo, è davvero sconvolgente. Ma lo sceneggiatore Augusto Macchetto costruisce una psicologia e una identità del tutto credibili. Ex impiegato di alto livello in una società elettrica, viene licenziato in malo modo e, nel fare causa al suo precedente datore di lavoro, perde tutto, finendo sulla strada: si tratta di una storia triste nella sua realtà, in cui non facciamo fatica a vedere fatti simili nella vita di tutti i giorni, purtroppo. Hobey però si trova un insperato potere tra le mani, e ne fa un cattivo uso: vediamo così una brutta storia di tangenti ai piani alti della politica, e una brutale scena di un accoltellamento, con la lama scintillante che si rivela essere usata solo per strappare una camicia sotto la quale sono nascosti dei soldi. Scene crude ma vere, del tutto realistiche, che ricordano certi film degli anni Settanta, in cui la città era una pericolosa giungla.

Vediamo anche come Angus Fangus cerchi di guidare la rabbia popolare contro Ducklair e le sue antenne, per spiegare all’opinione pubblica di che cosa si tratti: anche qui vediamo temi del tutto concreti, che non possono non far pensare alle fake news attuali sul 5G (quanta attualità in una storia di 19 anni fa). Vediamo le tensioni sentimentali di Rupert, i metodi di lavoro dei consiglieri di Ducklair e le storie del passato di Lyo. Paperinik, seppur presente, cerca di trovare una soluzione, risultando però spettatore passivo: come il lettore, anche lui assiste alla risoluzione della vicenda senza muovere un dito.

Macchetto è abilissimo nel gestire tutti questi eventi, e nel delineare il malessere di Hobey, uomo lasciato solo dalla società, in balia di cattivi pensieri. Cabella ai disegni appare piuttosto legnoso, con una prova minore rispetto a quella di Operazione Efesto. Riguardo a Hobey, infine, è interessante come la storia non concluda: non sappiamo che cosa gli succederà e, nella tavola finale con la macchina della polizia, tutto sembra presagire una conclusione spiacevole. Un personaggio vittima degli eventi e che voleva ancora un giorno di felicità, di potenziale successo: questo era PK2, una finestra aperta anche sulla ambigua realtà del mondo.  

Soltanto un amico mantiene lo stesso tono urbano, declinandolo in lotte tra bande giovanili in cui il disagio sociale sottostante, seppur non esplicito, risulta del tutto evidente ad un lettore un minimo smaliziato. Lucas è infatti un violento che ricatta Stella Nice con continue minacce, sia fisiche che soprattutto psicologiche. Ambrosio introduce anche il personaggio di Spader, commissario che vuole gestire le operazioni di polizia senza che Paperinik lo intralci con la sua assenza di regole.

La storia propone la trama dei microchip Ducklair che finiscono nelle mani sbagliate, seguendo una miriade di personaggi: Lyla, Angus, Everett, Juniper, Anymore Boring, Birgit Q, Rupert, Fitzroy e Paperinik, più i nuovi Spader e Lucas e un paio di personaggi politici accomunati da un anello con il simbolo di una sfinge. È una trama densa di trame e di dialoghi, in cui Ambrosio con cura riesce a dedicare ad ogni personaggio il suo spazio. Non era affatto semplice, ma in generale il numero funziona (per quanto le vicende sentimentali di Rupert appaiano piuttosto fastidiose).

Questo aspetto positivo si ribalta nell’altro lato della medaglia: Paperinik risolve la situazione, ma non è davvero protagonista. Si tratta del principale problema che ebbe PK2 come serie. Restiamo comunque decisamente ammirati di fronte alla maturità dei temi (tangenti, pistole, armi, violenze psicologiche, intimidazioni) che venivano inseriti con garbo e attenzione.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.