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Guido Martina intervistato

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Cornelius
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    Guido Martina intervistato
    Martedì 2 Apr 2013, 17:06:28

    Copio-incollo questo post dell'ex utente notte (strano, si è cancellato poco dopo essersi iscritto) in quanto incuriosito da questa chicca di un'intervista al grande Guido Martina.
     
    "ho trovato su una bancarella questa rivista e contiene una rarissima intervista a guido martina(1988) dove spiega il motivo della sua scorrettezza! In pratica per lui il fumetto era solo intrattenimento e per questo non si poneva nessun problema pedagogico, riteneva che le continue baruffe tra i paperi fossero il modo più facile per far divertire i lettori. Però diceva anche che i nipotini(qui quo qua) facevano capire che gli zii erano personaggi negativi e disonesti (paperino paperone)"

    http://coa.inducks.org/issue.php?c=it/MART++1
     
    Non ricordo altre interviste all'autore (neanche il numero dei Maestri Disney a lui dedicato ne riporta) e mi chiedo se qualche utente rammenti qualche particolare rivista o fanzine dove possano essercene altre di queste chicche.
     



      
    « Ultima modifica: Martedì 2 Apr 2013, 17:08:47 da leo_63 »

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    Gongoro
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      Re: Guido Martina intervistato
      Risposta #1: Martedì 2 Apr 2013, 19:41:44
      Facendo una ricerca sull'archivio del quotidiano, si trovano almeno due interviste apparse su La Stampa, la prima nel 1987 e la seconda nel 1991, subito dopo la sua morte:

      http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,ricerche/Itemid,3/
      « Ultima modifica: Martedì 2 Apr 2013, 19:46:06 da gongoro »

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      Gongoro
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        Re: Guido Martina intervistato
        Risposta #2: Martedì 2 Apr 2013, 20:08:21
        Questo il primo articolo:

        Citazione
        COSI' INVENTAI PAPERINIK
        [ch65279]Guido Martina, fumettista piemontese, racconta Guido Martina, fumettista piemontese, racconta COSI' INVENTAI PAPERINIK Porta la sua firma anche «Pecos Bill» della Mondadori, uno dei maggiori successi degli Anni Cinquanta nel mondo dei «cartoons» «A , i fumetti mi sono avvicinato per caso, lavorando per la casa editrice Mondadori con traduzioni di Disney dalle edizioni originali. In precedenza mi ero occupato di giornalismo e cinema», ci racconta Guido Martina nel suo studio ingombro di libri e dattiloscritti allestito in un tranquillo alloggio nella zona residenziale della Farnesina, a Roma. Settantuno anni, seduto alla macchina elettronica per scrivere, Martina continua a inventare le sue storie che pesca nella fantasia personale, con la discreta presenza della moglie milanese e l'irruenza di «Miki» (come Mlkey Mouse, naturalmente), barboncino senape di S anni che salta e abbaia giocando nel corridoio. «A Carmagnola sono rimasto fino all'età di 16 anni, poi i miei genitori si trasferirono a Torino dove mi laureai in Lettere e Filosofia*. Mantiene legami col Piemonte? ^Sinceramente no. Purtroppo i miei genitori non ci sono più e io non ho altri parenti, non ho nemmeno amici o conoscenti lassù, né mi interessa allacciare dei rapporti con una realtà che ormai considero lontana». A Torino Martina iniziò la sua carriera come giornalista alla Gazzetta del Popolo: -E' stata una breve esperienza: il giornale mi inviò a Torino per realizzare dei servizi sulle sartine, le "caterinette" che celebravano un qualche anniversario. La cosa non mi interessava e mi misi in contatto con una società cinematografica italiana per la quale realizzai dei documentari, come sceneggiatore e regista. Il lavoro mi piaceva: la MGM/Gaumont mi chiese se me la sentivo di fare un documentario sulla Legione Straniera: dissi di sì e mi spedirono in Algeria». La passione per 11 racconto cinematografico è continuata negli anni, tant'è che Martina è un apprezzato realizzatore di film a passo ridotto: •E' il mio hobby preferito, giro queste cose come amatore e nulla più». Rientrato a Torino nel 1938, l'ex inviato scrive sceneggiature per i programmi della radio Rai (allora Elar) e si mette in contatto con la Mondadori iniziando cosi una lunghissima collaborazione che prosegue tutt'ora. «Poi arrivò la guerra e io finii in Libia, poi in Polonia da dove venni deportato in un campo di concentramento nazista in Austria. Dopo la liberazione tornai a casa a piedi, senza una lira: passai giorni terribili, con una miseria spaventosa, e riuscii a riprendere i contatti con la Mondadori che mi affidò la traduzione delle storie di Topolino e cosi ripresi fortunatamente a lavorare. Il materiale che arrivava dall'America doveva non solo essere tradotto ma, spesso, fra una storia e l'altra mancavano i collegamenti e allora realizzavo delle congiunzioni sceneggiando alcuni quadri per facilitare la comprensione ai lettori. In questo modo iniziai a sceneggiare fumetti e l'esperienza fu decisiva per il prosieguo del lavoro». L'editore Arnoldo Mondadori (che stampava anche Selezione) decise di cambiare il formato della rivista di Topolino passando dal fascicolo al tascabile, sull'esempio appunto di Selezione. Fu un grande successo che aumentò le vendite in modo incredibile. «fi materiale che arrivava dall'America non era più sufficente per garantire la puntuale uscita di Topolino e così «A , mi sono avvicinato Mondadori mi fece chiedere dal direttore se me la sentivo di scrivere storie nuove, praticamente di "inventare" avventure originali di Topolino e Paperino. Sicuro che me la sentivo, risposi, e mi misi subito al lavoro (pur proseguendo nelle traduzioni) per la prima storia "L'inferno di Topolino"». Disegnata da Angelo Broletto l'avventura venne pubblicata dal n. 7 del 1949 al n. 12 del 1950 con l'approvazione personale di Walt Disney: -Dall'America dissero che le mie storie andavano bene, però non dovevo firmarle. Una regola che è rimasta tant'è che tutte le avventure vengono pubblicate sotto il marchio di Disney». Guido Martina (che ha al suo attivo un numero incredibile di sceneggiature, almeno milleduecento) inventò cosi celebri storie per la «banda Disney»: «Paperino e la Perla di Bardymoore» (disegnata da Luciano Bottaro, 1953). «Biancaneve e la Bianca Fiamma» (matite di Pier Lorenzo De Vita, 1956), «Paperiade» (Luciano Bottaro, 1959), «Paperodissea» (De Vita, 1961), «Topolino e i ribelli di Brillifrilly» (Giovanni Battista Carpi, 1968), «Topolino e i misteri del monte Acchiappanuvole» (Massimo De Vita, 1972), «Zìo Paperone e le guerre planetarie» (G.B. Carpi, 1978), «Paperino e il vento del Sud», (G.B. Carpi, 1982)... «Le pagine della rivista, intanto, aumentavano e io non potevo certamente scrivere tutte le storie: arrivarono cosi dei nuovi sceneggiatori e disegnatori. Si disse che io riprendevo Disney mentre i nuovi sceneggiatori si rifacevano a me. Insomma, è una bella soddisfazione essere considerato in qualche modo il Disney italiano, no?». Certamente e, proprio come «erede spirituale» del grande Walt, Martina arrivò a inventare nuovi personaggi della «banda» poi fatti propri dalla Casa Madre americana: Rocherduk e Paperinik. -A dire il vero non mi accorsi nemmeno d'aver inventato Rocherduk: in una storia volevo riprendere un personaggio di contorno che era apparso qualche tempo prima, anonimo, in un'avventura. Chiesi al direttore chi ne fosse l'autore così da poterlo utilizzare e il direttore, Mario Gentilini, mi rispose che l'autore ero io. Cosi lo ripresi e lo feci crescere in importanza come antagonista di Paperon de' Paperoni». E come nacque Paperinik? .Direi nel 1969: le sorelle Giussani avevano avuto un grande successo con Diabolik e Gentilini mi chiese di elaborare una versione "superman" di Topolino, magari un "Topolinik". Io dissi di no per Topolino perché è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato. Suggerii così di fare "Paperinik", identità segreta dello sfortunato Paperino, certo più simpatico e umano di Topolino. L'idea piacque: Paperinik è la rivincita di Paolino Paperino, il giustiziere delle ingiustizie da lui patite. E' un personaggio decisamente simpatico e che piace molto ai lettori». Oltre ai lavori per la Mondadori (per la quale Martina elaborò anche i nuovi menabò, ovvero i nuovo schemi, per la scrittura delle sceneggiature) lo sceneggiatore carmagnolese ha collaborato con altre case editrici. Per Alpe scrisse alcuni episodi di «Cucciolo» e «Tiramolla» (1958 e 1959), per «Il Vittorioso» firmò dei cineromanzi (1961, 1962) mentre per «Luna Park» di Rizzoli inventò numerosi fotoromanzi. Ma il fulcro dell'attività è legata alla casa editrice fondata da Arnoldo Mondadori per la quale inventò il fortunato albo di Pecos Bill.


        Ecco il secondo:

        Citazione
        Quel Disney made in Italy
        FUMETTI L'ultima intervista al «padre» di Pecos Bill Quel Disney made in Italy ROMA • Il «papà di Pecos Bill», Guido Martina, riposa nel cimitero di Prima Porta, sulla Flaminia: a poco più di 75 anni si è spento uno dei maggiori Cavalieri del Sogno alla cui fantasia si debbono personaggi come Rockerduk, Paperinik, riduzioni di grandi classici della letteratura per le pagine di «Topolino», e naturalmente; il mitico Pecos Bill che rifiutava l'uso delle armi da fuoco nonostante il Far West significasse soprattutto violenza. Era il 1949. Eppure Martina, come molti altri grandi fumettisti italiani, per moltissimi anni è stato praticamente ignorato dai mass media: lui stesso, solitario e schivo, non ha mai inseguito giornali e giornalisti preferendo continuare a lavorare per ore, ogni giorno, alla macchina per scrivere nel suo alloggio romano in via Orti della Farnesina, diviso con la moglie Gina e il barboncino Miky. Era però affezionato a «Stampasera»: non solo per l'attenzione che il quotidiano gli dedicò più volte;, ma perché il giornale gli ricordava il «suo» Piemonte. Martina, infatti, era originario di Carmagnola: suo papà, Ermenegildo, era docente nel liceo prima di passare all'università di Torino e sempre qui era nata la sua unica sorella. Annunziata, scomparsa da anni a Roma. «A Carmagnola non ho più parenti né amici», ci ha detto pochi giorni fa lo sceneggiatore durante una visita nella clinica «San Raffaele» dov'era ricoverato oramai in condizioni gravissime. Parlammo ancora di fumetti e questa è. molto probabilmente, l'ultima intervista concessa da Guido Martina in vista della ripubblicazione degli albi di «Pecos Bill» messa in cantiere dall'editrice Dardo. Un dialogo sofferto, mediato dalla moglie Gina con la quali; ha diviso gran parte del lavoro. Quando decise di diventare fumettista? «Mah! In realtà io sono soprattutto un narratore: ho scritto anche un romanzo sulle mie esperienze di guerra, ero ufficiale di cavalleria. Negli Anni Trenta ho vissuto a lungo a Parigi, città dove sono poi tornato più volte, lavorando nel cinema.  Fu Guido Martina originario di Carmagnola ad aprire la strada italiana della «banda Disney». Oggi gran parte delle storie pubblicate nel mondo sono prodotte nel nostro Paese. Sono stato anche giornalista per la Gazzetta del Popolo ma si è trattato di una breve parentesi, non mi interessava quel lavoro: mi è sempre piaciuto l'aspetto tecnico delle cose, la ricerca, e avrei voluto laurearmi in ingegneria ma mio padre mi fece prendere la laurea in lettere». Perché «Topolino»? «Casualmente - ci rispose Martina - Mi ero trasferito a Milano e trovar lavoro, nel dopoguerra, non era davvero facile. Facevo già delle traduzioni dall'inglese per Mondadori e passai a Topolino, dove provai a fare delle mie sceneggiature. Il direttore Maro Gentilini fu d'accordo e così iniziai: mandammo tutto in America per l'approvazione e la risposta fu entusiasta». Martina aprì così la strada «italiana» della banda Disney, tant'è che oggi gran parte delle storie pubblicate nel mondo sono «made in Italy» senza dimenticare che sia lo storico rivale di Paperon de Paperoni (Rockerduk) che la versione «super» dell'amatissimo Paperino (Paperinik) sono proprio il frutto della fantasia di questo piemontese taciturno e dall'aria inglese. «Onestamente quasi non mi accorsi d'aver inventato Rockerduk: l'avevo messo come personaggio di contorno in una storia e poi lo ripresi più volte sino a farne un vero coprotagonista. Paperinik è invece del '69 e nacque sulla scorta del successo di Diabolik: mi piaceva immaginare una versione super di Paperino cosicché potesse finalmente vendicarsi delle tante vessazioni subite». Il curriculum professionale di Martina è lungo, con film, fotoromanzi, storie per «Tiramolla»... una vita passata a far sognare gli altri attraverso il proprio Sogno fantastico guidato da Pecos Bill lanciato negli spazi del Texas sul cavallo Turbine con Davy Crockett e Calamity Jane. Un «immaginario» che si è fatto di tutti grazie al carmagnolese Guido Martina, ufficiale di cavalleria. «Quella vera - amava dire -. A cavallo». Alberto Gedda
        « Ultima modifica: Martedì 2 Apr 2013, 20:17:44 da gongoro »

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          Re: Guido Martina intervistato
          Risposta #3: Martedì 2 Apr 2013, 21:30:13
          Interviste interessanti, ma zeppe di errori, soprattutto la prima... :P
          In particolare mi lascia perplesso questo passo:

          Citazione
          Martina arrivò a inventare nuovi personaggi della «banda» poi fatti propri dalla Casa Madre americana: Rocherduk e Paperinik. -A dire il vero non mi accorsi nemmeno d'aver inventato Rocherduk: in una storia volevo riprendere un personaggio di contorno che era apparso qualche tempo prima, anonimo, in un'avventura. Chiesi al direttore chi ne fosse l'autore così da poterlo utilizzare e il direttore, Mario Gentilini, mi rispose che l'autore ero io. Cosi lo ripresi e lo feci crescere in importanza come antagonista di Paperon de' Paperoni».

          Sorvolando sul fatto che "Rocherduk" è forse il peggior nome scritto male che abbia mai letto ( :-X), non si tratta affatto di un personaggio inventato da Martina ma bensì da Barks... e lo stesso autore afferma di averlo ripreso da un'avventura precedente in cui era personaggio di contorno, quando in realtà la prima storia martiniana in cui appare Rockerduck (Zio Paperone e il domestico elettrodomestico) è addirittura la trentanovesima in cui compare il personaggio!

          E inoltre, l'idea per la creazione di Paperinik non era stata di Elisa Penna? Così ho letto millemila volte negli articoli di Boschi e Becattini (e in svariati altri sul web), eppure Martina asserisce che il personaggio gli fu "commissionato" dal direttore Gentilini...
          Per non parlare di tutti i titoli di storie sbagliati (Biancaneve e la bianca fiamma?)... :P

          Ho sempre trovato interessanti le interviste agli autori, ma questa contiene veramente boiate pazzesche! :o

          "Se mettessimo in fila tutti i bulloni prodotti negli USA dal 1937 ad oggi, otterremmo una fila di bulloni molto ma molto lunga." (Enigmi Paperi)

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            Re: Guido Martina intervistato
            Risposta #4: Martedì 2 Apr 2013, 23:14:45
            In realtà nella pagina stampata non c'erano tutti questi errori di ortografia. ;)
            Viene infatti specificato:
            Citazione
            A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.


            Vero invece che c'erano degli errori clamorosi come l'attribuzione della creazione di Rockerduck a Martina, che pare ricordarsi di essersene autoconvinto grazie a Gentilini!
            In questi articoli Martina è anche ringiovanito di 10 anni rispetto alla sua età effettiva (errore comune perfino al numero dei Maestri Disney a lui dedicato).
            Aggiungo un altro breve articolo pubblicato insieme al primo, centrato su Pecos Bill:

            Citazione
            L'EROE DEL WEST TRASCINO' DAVY CROCKETT E CALAMITY
            «Pecos Bill nasce nel 1950: mi avevano chiesto di inventare un personaggio legato al Far West e io mi misi a leggere un mucchio di libri. Scoprii così Pecos Bill, figura di spicco della leggenda nordamericana che non aveva ancora avuto una versione a fumetti e cosi decisi di concentrarmi su di lui». La leggenda vuole che Pecos Bill nasca, come uomo della frontiera, cadendo da un carro dei pionieri diretti alle nuove terre e rotolando in fasce in un fiume, il Pecos river appunto. Venne poi allevato dai coyotes e divenne, naturalmente, un grande eroe senza macchia né paura. A queste caratteristiche letterarie Martina ne aggiunse altre somatiche dando cosi un corpo a Pecos Bill: alto, forte, bello, con i capellf biondi attraversati da una striscia nera, i pantaloni coperti dalle braghe di cuoio frangiate per cavalcare meglio. «Io me lo sono visto cosi: mi piaceva e piacque anche ai lettori». A dare un corpo all'eroe provvide il disegnatore Raffaele Paparella che, con Pier Lorenzo De Vita, firmò i primi albi della serie. «Devo dire che Mondadori non aveva grande fiducia nella pubblicazione e si decise di editarne 6 numeri, con la clausola che se non avessero funzionato si sarebbe interrotta la serie». E invece l'albo funzionò benissimo, tanto da essere prodotto in 165 episodi e coinvolgendo ottimi disegnatori che affiancarono il tandem Paparella/De Vita: da Roy D'Amy a Dino Battaglia, da Antonio Canale a Leone Cimpellin. «Secondo una stima che facemmo allora l'albo "Pecos Bill" portò a Mondadori qualcosa come un miliardo di lire di quei tempi». Accanto a Pecos Bill, Martina collocò altri due personaggi del mito del Far West: Davy Crockett (grosso e simpatico, lunga barba e cilindro) e Calamity Jane, bella e coraggiosa. Visto il successo della serie, Mondadori fece scrivere da Guido Martina un altro albo, «Oklahoma», sempre con i disegni di Paparella e De Vita, che però non ebbe un grande seguito da parte del pubblico. Pecos Bill è stato ristampato nel 1961 e nel 1978. Oltre ai fumetti Martina ha scritto un romanzo («Tramonto a Est»), un libro di divulgazione («L'amico satellite») con il quale vinse 11 «Bancarelllno» nel 1957, nonché undici dei ventiquattro volumi della «Enciclopedia Disney» e l'intera opera «Giro del mondo con Disney», composta da ben ventuno volumi. «Attualmente sto lavorando all'ultimazione di una nuova enciclopedia Disney: il giro delle regioni d'Italia da parte dei vari personaggi che, in questo, scoprono e fanno scoprire la nostra terra ai più giovani. Ci sto lavorando da 3 anni e penso di completarla in giugno: è probabile che verrà pubblicata nel 1989». Seduto alla macchina per scrivere, Martina continua dunque a inventare storie: ma ne ha ancora voglia dopo tanti anni e tante avventure? «Perbacco! Le confesso che io lavoro per disperazione: se non scrivessi, se non mi documentassi per poi immaginare le storie, mi annoterei a morte. Per l'anagrafe avrò più di 70 anni, ma il mio cervello si rifiuta di pensare a questo e continua a farmi sognare...». a. g. Alberto Gedda


            « Ultima modifica: Martedì 2 Apr 2013, 23:21:23 da gongoro »

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              Risposta #5: Martedì 2 Apr 2013, 23:58:30

              Ho come l'impressione che Martina, anziano e arrivato ormai alla fine della sua carriera e, immagino, insofferente alle interviste, si sia divertito a dare al giornalista informazioni e dati non proprio esatti anche se, guarda caso, le inesattezze erano sempre a suo favore:
              l'eliminazione della Penna circa la creazione di Paperinik (l'autrice diceva che l'idea di PK le era venuta anche leggendo le proteste di lettori stufi di vedere Paperino eterno perdente mentre Martina si prende il merito di aver pensato lui a Paperinik, sostituendolo addirittura ad un Topolinik pensato dal direttore Gentilini!);
              la creazione di Rockerduck consacratagli dal solito Gentilini che lui sembra accettare tranquillamente, anche se quel personaggio l'aveva già visto da qualche parte;
              il considerarsi un Walt Disney italiano per i suoi colleghi più giovani, il che non è del tutto errato anche se Scarpa, Bottaro e Carpi (i primi grandi autori italiani del Dopoguerra) si rifacevano più che altro a Barks e a Gottfredson.
              Dunque un Martina gigione e un pò spaccone che pare divertirsi a prendere in giro l'interlocutore o, forse, se stesso, rileggendo a modo suo gli ultimi 40 anni del Topo... tanto, che importanza ha?
              « Ultima modifica: Mercoledì 3 Apr 2013, 00:10:59 da leo_63 »

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                Re: Guido Martina intervistato
                Risposta #6: Mercoledì 3 Apr 2013, 14:27:24
                Anche a me le interviste riportate danno un'idea simile a quella di Cornelius Coot. Martina le ha un po' sparate grosse, penso in modo consapevole, specie su Rockerduck, ma anche, in parte, sulle origini di Paperinik!
                A mio parere, si tratta comunque di documenti interessanti e a loro modo significativi, e mi ha fatto piacere avere la possibilità di leggerli per la prima volta a tanti anni dalla loro pubblicazione e dalla scomparsa del grande sceneggiatore.

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                  Risposta #7: Mercoledì 3 Apr 2013, 16:54:58
                  Con tutta la stima che ho sempre avuto per Martina, devo dire che sentir dire a uno sceneggiatore Disney (tra l'altro uno dei più rinomati) che "Topolino è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato" è una delle cose più tristi che un appassionato disneyano possa leggere... :P

                  "Se mettessimo in fila tutti i bulloni prodotti negli USA dal 1937 ad oggi, otterremmo una fila di bulloni molto ma molto lunga." (Enigmi Paperi)

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                    Risposta #8: Mercoledì 3 Apr 2013, 20:16:54
                    Con tutta la stima che ho sempre avuto per Martina, devo dire che sentir dire a uno sceneggiatore Disney (tra l'altro uno dei più rinomati) che "Topolino è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato" è una delle cose più tristi che un appassionato disneyano possa leggere... :P

                    Non credo che Martina non amasse Mickey (in fondo ha scritto storie molte belle con lui protagonista), piuttosto non gli piaceva come il personaggio si fosse ridotto negli ultimi decenni (l'intervista è del 1987), fra censure varie e politically correct, oltre al fatto che i suoi padri adottivi (Gottfredson e Scarpa), per diversi motivi, lo avessero in un certo senso abbandonato, non più seguito come agli inizi.
                    Certo, poteva spiegare meglio i vari concetti sul personaggio ma, sapendo il carattere burbero dell'autore, penso abbia detto le prime cose che gli sono venute in mente, così, di getto, con la durezza e la cattiveria che a volte si usano proprio contro chi si ama.  
                    « Ultima modifica: Mercoledì 3 Apr 2013, 20:17:44 da leo_63 »

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                      Re: Guido Martina intervistato
                      Risposta #9: Mercoledì 3 Apr 2013, 21:01:00
                      Non credo che Martina non amasse Mickey (in fondo ha scritto storie molte belle con lui protagonista), piuttosto non gli piaceva come il personaggio si fosse ridotto negli ultimi decenni (l'intervista è del 1987), fra censure varie e politically correct, oltre al fatto che i suoi padri adottivi (Gottfredson e Scarpa), per diversi motivi, lo avessero in un certo senso abbandonato, non più seguito come agli inizi.
                      Certo, poteva spiegare meglio i vari concetti sul personaggio ma, sapendo il carattere burbero dell'autore, penso abbia detto le prime cose che gli sono venute in mente, così, di getto, con la durezza e la cattiveria che a volte si usano proprio contro chi si ama.  

                      Giustissima osservazione: d'altra parte, l'indole "dura" e per certi versi cinica di Martina emerge anche nei dialoghi di gran parte delle sue storie.
                      C'è però da dire che sebbene un tempo avesse scritto storie memorabili con Mickey protagonista (Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera è per me il suo capolavoro), le sue ultime storie con Topolino ci descrivono un personaggio più antipatico, fastidiosamente saccente e morboso nelle sue imprese investigative, dedito solo a dedurre, supporre e risolvere i casi con fastidiosa infallibilità e anche un po' di presunzione. Ecco, queste avventure gialle dell'ultimo Martina (fine anni '70) non le ho mai gradite, le trovo "pesanti" e anche monotone, tra le cause del degrado di Topolino a "perfettino saccente" che per tanti anni si è portato dietro (e da cui solo recentemente si sta risollevando).
                      Non so perché questa "involuzione" nel Topolino martiniano, ma è una cosa che mi è sempre saltata all'occhio, non senza un po' di disappunto.
                      Per cui mi è venuto spontaneo collegare quella frase di Martina con questo suo infelice "periodo topoliniano"...

                      "Se mettessimo in fila tutti i bulloni prodotti negli USA dal 1937 ad oggi, otterremmo una fila di bulloni molto ma molto lunga." (Enigmi Paperi)

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                        Re: Guido Martina intervistato
                        Risposta #10: Lunedì 26 Ago 2013, 20:55:03
                        Aggiungerei anche il fatto che il lavoro di Martina su Topolino appare notevolmente ridimensionato dopo l'avvicendamento Gentilini -> Capelli, e la mia ipotesi che a un certo punto (più o meno da quest'epoca) la sua interpretazione dei personaggi Disney non risultò più molto gradita alla Redazione mi era stata confermata anche da un intervento, proprio in questo forum, dell'allora Capo Redattore  Massimo Marconi,  che ricordava (se non sbaglio io a riportare, sto andando a memoria)  come le ultime storie scritte da Martina fossero oggetto di copiosi interventi degli sceneggiatori interni prima della loro pubblicazione.
                        Non può essere che un simile trattamento, senza entrare nel merito di ragioni e torti, abbia irritato un professionista come Martina che non ci stava "a farsi mettere da parte" dopo 40 anni di lavoro, e pertanto alcune "sparate" - compresa l'omissione di Elisa Penna circa la nascita di Paperinik - siano dovute a un bel po' di risentimento che  Martina provava nei confronti della Disney?
                        Ovviamente sto facendo congetture e nulla più.

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                          Re: Guido Martina intervistato
                          Risposta #11: Lunedì 26 Ago 2013, 21:13:03
                          Be', ricordiamo però che Martina aveva ormai una certa età...
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                            Re: Guido Martina intervistato
                            Risposta #12: Martedì 27 Ago 2013, 20:54:14
                            Beh però fino al 1984 è stato lavorativamente molto attivo... dopo non ne ho idea, ma come sappiamo fino alla fine degli anni Ottanta regnava il mistero sulla vita professionale degli Autori Disney.
                            A proposito di età, chissà quale vezzo spingeva il professore a togliersi 10 anni buoni nell'intervista...

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                              Re: Guido Martina intervistato
                              Risposta #13: Martedì 5 Gen 2021, 20:34:57
                              Queste rare interviste sono interessanti.

                              Citazione
                              Martina arrivò a inventare nuovi personaggi della «banda» poi fatti propri dalla Casa Madre americana: Rockerduck e Paperinik.
                              Questa parte è curiosa.

                              Citazione
                              -A dire il vero non mi accorsi nemmeno d'aver inventato Rockerduck: in una storia volevo riprendere un personaggio di contorno che era apparso qualche tempo prima, anonimo, in un'avventura. Chiesi al direttore chi ne fosse l'autore così da poterlo utilizzare e il direttore, Mario Gentilini, mi rispose che l'autore ero io. Cosi lo ripresi e lo feci crescere in importanza come antagonista di Paperon de' Paperoni».
                              Molto strano che gli venga qui data la paternità. Il personaggio, come sappiamo, è stato inventato da Carl Barks come avversario generico di Paperone.
                              https://inducks.org/character.php?c1=date&c=RKD&view=4
                              La seconda storia del personaggio è del 1963 ed è attribuita ai fratelli Barosso ai testi e Giorgio Bordini ai disegni. La terza storia è del 1964 con i testi di Dick Kinney e i disegni di Romano Scarpa. Sempre stando ad INDUCKS, la prima storia col personaggio scritta da Martina è la trentanovesima (risale al 1967).
                              Molto spesso il Professore viene citato come principale motivo per cui in Italia Rockerduck si è affermato a discapito di Cuordipietra, bisognerebbe indagare sul perché.
                              Sono vari gli autori che hanno sviluppato il personaggio (tra cui anche l'americano Dick Kinney che ho citato prima). Sicuramente anche il Professore ha contribuito, tanto è vero che ha inventato Lusky (graficamente standarizzato da Massimo De Vita).

                              Citazione
                              E come nacque Paperinik? .Direi nel 1969: le sorelle Giussani avevano avuto un grande successo con Diabolik e Gentilini mi chiese di elaborare una versione "superman" di Topolino, magari un "Topolinik". Io dissi di no per Topolino perché è un personaggio noioso, direi persino antipatico, scontato. Suggerii così di fare "Paperinik", identità segreta dello sfortunato Paperino, certo più simpatico e umano di Topolino. L'idea piacque: Paperinik è la rivincita di Paolino Paperino, il giustiziere delle ingiustizie da lui patite. E' un personaggio decisamente simpatico e che piace molto ai lettori».
                              Qui mi pare giusto citare ciò che ha detto Massimo De Vita su Elisa Penna in un'intervista:

                              Citazione
                              Elisa Penna è sempre stata una furbacchiona, ha sempre tentato di appropriarsi di qualcosa, come si è appropriata dell’idea della creazione di Paperinik. Non posso saperlo perché non ero testimone, ma a me risulta che l’idea sia venuta a Guido Martina. Penna ha sempre fatto la furba. Essendo stata la vicedirettrice, è sempre riuscita a far scrivere su di sé queste piccole furbizie.

                              Tu immagina che Il matrimonio di Zio Paperone me lo sono pensato, inventato, scritto e disegnato quando stavo gli inverni a Madesimo a sciare. Io cercavo di non avere rapporti con Penna perché era una nevrotica pazzesca. Quando eri in redazione, se ti veniva fuori una battuta sbagliata che non gradiva, era capace di mettersi a gridare e a fare delle scenate. Fra l’altro, ha fatto finta anche di ispirarmi in altre storie. Purtroppo poi c’erano i soliti schiavetti, i redattori, che scrivevano queste cose e poi entravano nel senso comune, passando per vere.
                              Estratto che ho preso da qui: https://www.ventennipaperoni.com/2020/06/14/massimo-de-vita-intervista/

                              Ci sono quindi due versioni su chi ha avuto l'idea di Paperinik, non possiamo essere sicuri su quale sia la verità anche se io personalmente ho dubbi su quanto detto da Elisa Penna.
                              « Ultima modifica: Martedì 5 Gen 2021, 22:34:36 da Rosolio »

                               

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