Sconsiglio anch'io la visione di Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh, regista che tanto ho amato in Molto rumore per nulla, che però qui ha decisamente toppato.
Non coprirò tutto con lo spoiler, quindi chi non l'ha visto o chi non conosce la soluzione del caso (magari qualcuno c'è) salti questo commento.
Allora il film è, secondo me, sbagliato sotto vari aspetti. Quello sicuramente più importante è il protagonista..Poirot. Poirot è l'investigatore belga che la Christie ci descrive come abbastanza vecchio (cosa della quale si pente anche dopo un po'), con la testa a uovo, la camminata buffa, con abitudini e tic che lo rendono un po' eccentrico, sempre molto galante con il genere femminile, sempre sottovalutato da chi gli sta intorno perchè, nonostante la grande fama che lo precede, i suoi modi quasi "svampiti" (passatemi il termine) fanno dubitare di lui. Alla soluzione arriva sempre, usando le sue "celluline grigie" ma ci arriva riflettendo, analizzando gli indizi che si trova sulla strada, ma TENENDOLI PER SE', il lettore non capisce nulla o quasi fino alla fine, fino a quando, cioè, Poirot ripercorre la storia dall'inizio, e allora mette insieme tutti gli indizi che ha piano piano scoperto ma che non ha mai rivelato.
Ecco niente di tutto questo è il Poirot di Branagh..Il Poirot di Branagh è un uomo arrogante e pieno di sè, che sa tutto in anticipo, tanto che non deve neanche leggere il contenuto di un telegramma che gli viene consegnato..è un uomo che indovina il luogo di provenienza e il lavoro di una signorina solo guardandole il risvolto della manica (proprio come Sherlock Holmes, allo stupore della signorina che chiede esterrefatta come ha fatto ad arrivarci ad una prima occhiata mancava solo un "elementare Watson" nella risposta), è un uomo che corre per i treni, rincorre i nemici e li prende a bastonate; un uomo che è sempre abbastanza insofferente verso gli altri,che parla con la foto di un'innamorata (?!?) e ride come un ebete leggendo Dickens.
Quando ne ho discusso altrove, mi è stato risposto che questa è una possibile interpretazione, fatta per aumentare un po' l'azione e avvicinarlo ai gusti contemporanei. Io non sono d'accordo, perchè l'opera della Christie è un'opera particolare..è un giallo dove sostanzialmente non succede niente o quasi e tutte le indagini, avvengono in un luogo claustrofobico (il treno appunto) e nella mente dell'investigatore belga. Perchè allora andare a ripescare un'opera, che si sapeva essere difficile per il pubblico moderno, stravolgendola e facendola diventare un'altra cosa? Siamo veramente così a corto di idee ultimamente che dobbiamo per forza ripescare le cose del passato e impoverirle per avvicinarle ai gusti moderni?
Ma anche tralasciando il protagonista..nel film di Branagh si saliva e si scendeva dal treno, facendo perdere il senso di claustrofobia di cui parlavo prima (punto forte del romanzo)..il cast a me è parso sempre con una recitazione fin troppo sopra le righe e, mentre nell'originale eri portato ad empatizzare con tutti, qui trovi tutti decisamente insopportabili. Ma poi, tra le varie acrobazie del protagonista e le varie acrobazie della regia che indugia spesso in inquadrature particolari per sottolineare la bravura del regista (basti pensare all'Ultima cena alla fine..dai)..a quanti è rimasto il numero 12 delle coltellate? Questo me lo ha fatto notare Kim perchè poi tra una cosa e l'altra l'avevo perso anch'io. Non era un numero casuale, ma 12 erano le coltellate, come 12 sono i componenti di una giuria..quell'assassinio era come una sentenza..a quanti spettatori sarà rimasta questa cosa?
So di essere stata particolarmente dura, ma parlo da appassionata di Agatha Christie, che ha iniziato da piccola leggendo miss Marple e si è innamorata poi, da grande, del meraviglioso detective belga Hercule Poirot.