Un giorno questo dolore ti sarà utile è un ottimo libro, un romanzo di formazione molto delicato e apparentemente leggero, ma che riesce invece a creare situazioni complesse e dei personaggi credibili seppur nelle loro grosse contraddizioni, soprattutto quelle del protagonista, tanto estremo nel carattere da sembrare molto realistico. Il sentirsi diverso dagli altri, avere grosse sofferenze e dubbi su come vivere ogni giorno, sono problemi che un po' accomunano tutti gli adolescenti. In questo libro il protagonista a volte sembra anche essere più che un semplice disadattato, che non riesce e non vuole inserirsi nel mondo dei coetanei, ma a volte sembra ricordare quasi altri personaggi come il protagonista di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, quindi con problematiche ancora più complesse, mentre per altri versi ricorda "un giovane Holden" anche se adattato ai nostri tempi. Capire che tutte queste sofferenze che prova potranno essergli utili per riuscire ad avere in futuro un approccio alla vita più consapevole, sono sicuramente delle dure prove per un ragazzo di quell'età, che soffre soprattutto perché sono gli altri a fargli pesare il fatto di essere diverso. E come ci si poteva aspettare, il finale lascia un senso di incompiutezza adattissimo per questo tipo di libro.
L'irresistibile eredità di Wilberforce è un romanzo dalla struttura particolare, con la storia narrata divisa in 4 capitoli che vanno a ritroso nel tempo: si comincia dal finale, con quella che è anche la parte più affascinante del libro, e si conclude dove tutto e cominciato. La storia è quella di un uomo, della sua solitudine e della sua passione per i vini, che diventerà presto un'ossessione. Si rimane spiazzati, andando avanti (o meglio, indietro) con la lettura quando si scopre che il protagonista ha solo 37 anni, mentre dalle parole del primo capitolo ne dimostrava quasi il doppio.
Un' ottima lettura pure questa... Che fornisce grandi interrogativi su quali siano le occasioni che capitano nella vita ad un uomo di cambiare radicalmente la propria vita, e di influenzare quella degli altri, con la metafora del vino e della sterminata cantina di cui il protagonista si trova in possesso ad un certo punto, che ho trovato molto calzante.
Mi diverte il fatto che alla fine della storia lo scrittore ringrazi un esperto di vini per gli scritti e le descrizioni a proposito di quelle marche molto pregiate e costose che non ha avuto l'opportunità di provare personalmente, ho letto su un forum di degustatori di vini che si sentivano un po' presi in giro per questo eheh
Quello che importa è che a me durante la lettura Torday sia riuscito a farmi credere di averli bevuti tutti e a sazietà, e questo mi basta
Ora ho cominciato
Ogni cosa è illuminata, di Foer.