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Che libro c'è sul comodino?

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0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #795: Lunedì 13 Mag 2013, 18:14:03
    Ma complimenti nubulina,le tue recensioni e quelle di Bacci sono stupende [smiley=commosso.gif]

    Grazie mille! Cerco di sintetizzare quello che provo mentre leggo! :-) Delle volte temo di annoiarvi e sono sempre felice quando mi convincete del contrario

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    Bacci
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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #796: Lunedì 13 Mag 2013, 18:23:58
      Grazie davvero doublepik, sei molto gentile  :)

      Ora ho comprato Bel Ami di Guy de Maupassant, su consiglio di mio nonno, eheh...  

      Intanto penso sempre più, andando avanti con la lettura dei suoi lavori, che Robert Walser sia un autore imprescindibile, per gli appassionati di letteratura... se volete seguire un consiglio e vi piacciono le tematiche dei suoi libri non indugiate ;)
      « Ultima modifica: Lunedì 13 Mag 2013, 18:27:30 da bacci88 »

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      Bacci
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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #797: Martedì 14 Mag 2013, 12:50:34
        McDuck, ma non stavano discutendo di quella cosa su un altro topic? XD

        Oggi ho comprato alcuni libri:

        -La libreria del buon romanzo, di Cossé Laurence - parla di due appassionati di letteratura che aprono una libreria diversa, che ospita solo "buoni" libri, quelli che spesso vengono dimenticati dalla maggior parte degli editori ed esclusi dal tam-tam mediatico. Sembra interessante!

        -I quaderni di Malte Laurids Brigge, di Rainer Maria Rilke, avrei voluto prendere l'edizione adelphi ma costava troppo e ho comprato la versione di questo classico edita da Garzanti.

        -Il grande Meaulnes, un altro classico di  Alain-Fournier

        -Storie che danno da pensare, di Walser.
        « Ultima modifica: Martedì 14 Mag 2013, 12:51:38 da bacci88 »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #798: Martedì 14 Mag 2013, 13:40:19
          Ho finito da poco La mia vita per la libertà, di M.K. Gandhi, un libro che ho letto per ricordare un amico che non c'è più, che già conosceva bene la figura del Mahatma quando io ero fermo a Batistuta e Van Basten.

          Il titolo è stato tradotto malissimo e risulta ingannevole, dal momento che Gandhi non porta l'attenzione del lettore sui suoi atti pubblici, quanto sulla sua vita privata, su tutto ciò che egli ha fatto "silenziosamente" per diventare l'uomo che è stato.
          Avrebbe potuto essere un avvocato come tanti altri, ed invece ha piano piano rinunciato a tutte le comodità del mondo "civile", occidentale. Non solo, ma emerge come Gandhi, di fronte ad una qualunque situazione, non abbia mai pensato <che ci posso fare io?>, ma abbia sempre cercato di agire, per migliorare le cose.
          Il ritratto di Gandhi che si ricava dunque da queste pagine è quello di un uomo normale, il quale però, di fronte ai bivi che la vita gli ha posto innanzi, ha sempre scelto la strada più difficile, senza mai adagiarsi su se stesso, senza mai tirarsi indietro di fronte alle sfide che tale strada gli proponeva.
          "Se nato cigno nessuno ti trasformerà in avvoltoio"

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          McDuck
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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #799: Martedì 14 Mag 2013, 18:11:27
            McDuck, ma non stavano discutendo di quella cosa su un altro topic? XD


            Oh, che figura! Ho sbagliato topic! ;D

            [size=8]McDuck si ritira nelle sue stanze[/size]

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #800: Giovedì 16 Mag 2013, 13:12:13
              Guida galattica per gli autostoppisti

              Due sentimenti alla fine della lettura: Mah! e Perchè?


              (Forse sono io che non sono adatto e non ci ho capito niente)

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #801: Sabato 18 Mag 2013, 17:59:04
                Inferno di Dan Brown.

                Una nuova avventura di Robert Langdon. Dalle prime pagine sembra avvincente. Spero di finirlo presto, considerando i tempi ristretti che ho a disposizione e le oltre 500 pagine da leggere 8-)

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #802: Lunedì 20 Mag 2013, 16:39:53
                  Regole e rappresentazioni Noam Chomsky

                  Può un saggio essere interessante, colto e allo stesso tempo riuscire ad appassionare pur trattando di argomenti ostici e non comuni? Chomsky riesce nell'impresa tutt'altro che semplice, riunendo in un unico volume sei conferenze da egli tenute riguardanti la linguistica.
                  Il contenuto è molto tecnico e per gli addetti ai lavori, soprattutto nella parte centrale, ma attraverso uno stile asciutto e sarcastico riesce ad essere comprensibile a tutti, forse non del tutto,ma il senso generale si riesce a carpire e soprattutto riesce con poche parole ad aprire un mondo nuovo o melgio una visione del mondo diversa. Ciò di cui tratta è in poche parole la grammatica universale e come il linguaggio sia una prerogativa innata dell'uomo, codificata dal genoma. Il concetto non è del tutto nuovo, già Socrate per mano di Platone aveva spesso parlato di maiutetica, ma quello che rende affascinante questo viaggio è la capacità di riconoscere i propri limiti di conoscenza, ma allo stesso tempo di studiare e analizzare con  metodo scientifico una proprietà mentale allontanandosi molto dalla psicologia che si basa su astrazioni e anche dalla filosofia, ma queste due discipline sono presenti e molto ben conosciute da Chomsky.
                  Quello che però rende particolare questo saggio non è l'indubbia professionalità e competenza del suo autore, bensì la sua capacità di scrivere in modo fluido e coinvolgente; è incredibile come riesca trasmettere la sua passione per questa materia, incuriosire il lettore irretendolo e non lasciandolo andare più via, facendolo diventare conscio del suo potenziale e intenzionato a esprimerlo.
                  Una visione così completa e “dall'alto” di tutta la conoscenza umana, non è sufficiente specializzarsi in un argomento, ma l'importante è avere una visione d'insieme, quello è il vero valore aggiunto, quello rendere un saggio qualcosa di più di un trattato di nicchia.
                  Una volta conclusa la lettura si diviene più colti senza dubbio, ma anche più consapevoli della propria ignoranza o meglio del proprio potenziale inespresso, carichi di quella voglia di conoscenza e pronti a riflettere su ogni parola, ogni gesto, ogni suono che crea quella meravigliosa qualità umana che è il linguaggio.
                  Consigliato a tutti, ma come sempre soprattutto a chi vuole scrivere, che non può esimersi dal conoscere l'esistenza di un mondo del quale la lingua parlata non è che la punta dell'iceberg.
                  Unica pecca di questo volume è la traduzione di Giuseppe Gallo, infatti presenta non poche imperfezioni, che per un libro di linguistica non è proprio il massimo.

                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #803: Venerdì 24 Mag 2013, 12:49:54
                    Ehm... non per monopolizzare il topic ma ne avrei letto un altro.....

                    Un bel sogno d'amore – Andrea Vitali

                    Un piccolo paese di provincia, l'inizio degli anni settanta, la società che sta cambiando, questi gli ingredienti che compongono l''ultimo romanzo di Andrea Vitali.
                    Leggendo l'ingannevole quarta di copertina si ha l'impressione di trovarsi in mezzo ad una divertente ed ironica contesa tra fazioni rivali: bigotti contro progressisti; motivo del contendere la proiezione di “Ultimo tango a Parigi”, che, in realtà, occuperà ben poco spazio nell'economia del romanzo, così come poco spazio occupa l'analisi sociologica o l'allegra vitalità delle comari di paese. Ciò che riempie le tante pagine del romanzo sono personaggi, più o meno ben caratterizzati, che intrecciano le loro vite, creando una storia divertente e non del tutto banale, ma inutile nella sostanza. Il piano narrativo è ben strutturato, non ci sono falle o salti logici; non si può parlare di un genere, ma di più generi che si alternano dando vita ad almeno tre filoni principali, i quali si sfiorano, a volte in modo più deciso a volte solo con un labile sguardo, ma rimangono indipendenti uno dall'altro, gestiti  bene, con  ritmo incalzante che incuriosisce e intriga.
                    Lo stile con cui è scritto è lineare e asciutto con un lessico accessibile a tutti, dialoghi credibili e descrizioni quasi assenti, forse qualche volgarità gratuita, che stona nel contesto generale fatto di quell'antica educazione che si andava perdendo nelle città.
                    Come spesso accade, però, non è la tecnica e un buon soggetto a rendere un romanzo un buon romanzo, ma la capacità di trasmettere un'emozione o lasciare una riflessione e questo non accade, quando il volume giunge alla sua conclusione rimane quel retrogusto di vacuità che pervade, invero, tutto il libro che invoglia, questa volta sì, a considerare di cosa sia deficitario.
                    La sensazione che si ha è che questo micromondo sia sospeso in una bolla di vetro a mezz'aria del tutto privo di quel magico substrato popolare fatto di bisbigli, chiacchere e facezie che avrebbero dovuto costituire le fondamenta su cui erigere la struttura narrativa; così non è stato, il paese è popolato solo dei personaggi descritti, se si escludono concerti rock in cui, però, la folla è costituita da giovani, che non creano quell'atmosfera tipica e determinante se si vuol scrivere un intrigo di paese. Le strade sono vuote, non esistono figure caratteristiche, non conosciamo il paese con i suoi figuranti, esistono solo i personaggi che lo vivono e lo popolano, ma soprattutto e cosa più importante, non si approfondisce la tematica sociale che sarebbe stato un valore aggiunto, non un accenno agli anni di piombo o alla politica e neppure alla rivoluzione musicale, dato che nel succitato concerto il massimo del rock è una cover di “Non è Francesca” nel tripudio del pubblico, una storia come questa sarebbe potuta essere scritta in qualunque periodo senza subire sostanziali danni.
                    Mentre le pagine scorrono veloci la mente non può non andare a Guareschi, gli occhi si riempiono, in assenza di altro, delle sue fitte descrizioni della società del tempo, dell'ironica lievità con cui un'Italia fragile, ma combattiva si è fatta icona nell'immaginario collettivo, non viene chiesto un capolavoro a Vitali, non viene chiesto di eguagliare il grande Guareschi, ma di prenderne spunto e utilizzare la ricchezza che possiede, fatta di quotidianità ambulatoriale per lasciare traccia di ciò che crea un piccolo agglomerato, ciò che ne è l'essenza, i suoi tanti abitanti che ne creano la spina dorsale.
                    In conclusione una lettura piacevole, perfetta per trascorrere un pomeriggio rilassante, ma un'occasione persa per la realizzazione di un buon romanzo popolare.

                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #804: Domenica 26 Mag 2013, 22:12:45
                      Mi sono detta....proviamo con un giallo? Ma sì proviamoci....e il primo che ho trovato tra i ventimila libri del mio babbo, dato che mio fratello è un divoratore di gialli e li ha sequestrati tutti è il seguente....

                      Un delitto in Olanda – Georges Simenon

                      Se questo giallo dovesse essere sintetizzato con un aggettivo questo sarebbe: veloce.
                      Il dono della sintesi è solo dei più grandi e Simenon può essere annoverato tra costoro, il lettore che si avvicini per la prima volta alle vicende del famoso commissario non rimarrà spaesato, non si sentirà estraneo in casa d'altri, anzi avrà la sensazione di essere invitato come spettatore invisibile alla risoluzione del caso.    
                      Un delitto in Olanda, uno dei primi gialli prodotti dal prolifico autore, è lineare, con un intrigo di semplice risoluzione, ma allo stesso tempo ricco di tutti quelli elementi che pur racchiusi in pochi personaggi riescono a descrivere l'atmosfera gravida di ipocrisia che la trama necessita per essere tessuta. Lo stile asciutto e minimalista non si perde in descrizioni che renderebbero la lettura pesante e lenta, ma caratterizza ogni personaggio, Maigret in primis, utilizzando le caratteristiche fisiche e psicologiche per arricchire la trama, non sono mai elementi fini a se stessi, ma sempre importanti per la risoluzione del caso. La forma fisica di Maigret non è mai raccontata, gli elementi della sua costituzione sono sottolineati per tutta la durata del racconto da avvenimenti e nella mente del lettore la sua immagine si costituisce piano piano, elemento dopo elemento fino ad avere una visione d'insieme del personaggio. Lo stesso accade con l'enigma, i veri indiziati e testimoni sono presentati in modo lento e la loro psicologia è indagata più con i silenzi che con le parole, più con ciò che non è detto rispetto a ciò che è palesato.
                      Nel caso specifico ognuno degli indiziati è odioso, non suscita empatia, fa desiderare che sia il colpevole perché violento, perché ipocrita, perché, codardo o solo perché odioso.
                      Molto più di un giallo, perché sfrutta il puzzle da risolvere per far riflettere su quanto una verità debba essere svelata, quanto questa materializzandosi, possa arrecare più danni della morte stessa.
                      Maigret è un poliziotto e deve adempiere al proprio dovere, non può esimersi, ma il lettore può decidere, cosa avrebbe fatto al suo posto, di sicuro la curiosità porta fino all'ultima pagina, in cui l'assassino viene svelato, incastrato, umiliato.
                      L'unica cosa che appare ancora acerba, ma che col tempo diverrà più fluida è la ricostruzione che risulta macchinosa e legnosa, ma senza dubbio efficace.
                      In estrema sintesi, buon giallo per chi come me ne ha letti pochi e non ama il genere, ha il grande pregio di incuriosire e di spingere a leggerne altri gettando un seme affinché questa passione possa germogliare.

                      *

                      Paolodan3
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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #805: Domenica 26 Mag 2013, 22:35:32

                        Un delitto in Olanda – Georges Simenon

                        Io inizierò a breve, dello stesso autore, Il borgomastro di Furnes, ho letto delle recensioni molto positive.

                        Ho appena finito di leggere il famosissimo 1984 di George Horwell; che dire: interessante ma l'ultima parte è uno strazio, in tutti i sensi.

                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #806: Lunedì 27 Mag 2013, 09:57:14
                          Citazione
                          Ho appena finito di leggere il famosissimo 1984 di George Horwell; che dire: interessante ma l'ultima parte è uno strazio, in tutti i sensi.

                          1984 è un libro che rimane addosso per sempre, ha un sapore forte e pungente e porta a delle riflessioni profonde sia sull'essere umano che sulla società. Come mai lo hai trovato uno strazio?

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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #807: Lunedì 27 Mag 2013, 14:27:27
                            Quello che ho scritto riguarda solo la parte finale in quanto descrive delle cose non piacevoli, ci si immedesima con la fine del protagonista che va incontro alla sua brutta fine senza nulla poter fare Non è lasciato un minimo spiraglio di speranza e, in alcuni concetti, l'ho trovato ripetitivo all'eccesso.
                            D'accordissimo con te sul fatto che il libro spinga a delle riflessioni importanti e profonde.

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #808: Lunedì 27 Mag 2013, 16:18:57
                              Concoro totalmente con Nubulina nella sua recensione sul Simenon. Dopo aver letto una dozzina dei suoi romanzi credo che quello che più mi affascini di questo straordinario scrittore sia lo stile, diretto e raffinato, semplice e comprensibile ma allo stesso tempo carico di mille particolari utili a ricostruire la complessa psicologia dei personaggi che animano Parigi e non solo. Nonostante a volte certi intrecci non siano proprio il massimo (vista la vasta produzione qualche libro insipido glielo si concede) la scrittura paga sempre. Ma è quando un intreccio geniale, un ambientazione perfetta e la bravura sublime s'intrecciano che Simenon raggiunge l'apice, lasciandoti addirittura immaginare cosa pensa e fa Maigret in mezzo alle righe, in quei momenti che non vengono esplicitati ma che sappiamo ci sono, talmente il personaggio del commissario ci è stato perfettamente dipinto. I titoli ci sono e sono famosi: il porto delle nebbie, l'affare picpus e tanti altri, anche naturalmente quelli meno conosciuti.

                              "Quando il gioco si fa duro....io vorrei essere da una altra parte."

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                              Juro
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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #809: Lunedì 27 Mag 2013, 21:59:11
                                Ho finito (e ri-iniziato) a leggere il volume Leggende e Fantasmi del Mare di Giancarlo Costa. Un bellissimo viaggio fra le tradizione e le storie di mare, la saggezza marinara e gli aneddoti riguardanti navi, fari e porti. Se apprezzate l'argomento e il tipo di lettura, lo consiglio da leggere assolutamente. L'Olandese Volante, la Mary Celeste, il Great Eastern, l'Ivan Vassily e le coste infestate, i fantasmi di annegati e i mostri marini!! Ero in paradiso XD (si, abbiamo una concezione diversa del paradiso....)

                                 

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