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Che libro c'è sul comodino?

1654 · 113847

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

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Nebulina
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PolliceSu   (1)

PolliceSu   (1)
    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #810: Martedì 28 Mag 2013, 22:54:55
    Quello che ho scritto riguarda solo la parte finale in quanto descrive delle cose non piacevoli, ci si immedesima con la fine del protagonista che va incontro alla sua brutta fine senza nulla poter fare Non è lasciato un minimo spiraglio di speranza e, in alcuni concetti, l'ho trovato ripetitivo all'eccesso.

    (ho riportato l'intero discorso perché è nella pagina precedente)
    Io penso che Orwell abbia creato con quel libro un immaginario collettivo, sia entrato dentro alle persone in modo così profondo che ormai è diventato luogo comune, Il grande fratello come qualcosa che ci controlla in modo costante e perenne. L'atmosfera claustrofobica che si respira, una volta provata non ti lascia più e hai ragione quando dici che il finale non lascia nessun spiraglio, ma credo che la forza del libro sia proprio quella, il coraggio e la disperazione di descrivere un apocalisse, onirica e nebbiosa, ma comunque ben presente al visionario autore.
    Purtroppo nel 2013 tante cose che erano lì scritte per un futuro impossibile non sono così lontane.

      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #811: Mercoledì 29 Mag 2013, 16:42:12
      Al momento sul comodino ho "Inferno" di Dan Brown e "Oriana Fallaci intervista sè stessa" della grandiosa giornalista fiorentina Oriana Fallaci, seconda solo a Indro Montanelli!

        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #812: Venerdì 31 Mag 2013, 11:53:00
        Mi sono detta....proviamo con un giallo? Ma sì proviamoci....e il primo che ho trovato tra i ventimila libri del mio babbo, dato che mio fratello è un divoratore di gialli e li ha sequestrati tutti è il seguente....

        Un delitto in Olanda – Georges Simenon

        Se questo giallo dovesse essere sintetizzato con un aggettivo questo sarebbe: veloce.
        Il dono della sintesi è solo dei più grandi e Simenon può essere annoverato tra costoro, il lettore che si avvicini per la prima volta alle vicende del famoso commissario non rimarrà spaesato, non si sentirà estraneo in casa d'altri, anzi avrà la sensazione di essere invitato come spettatore invisibile alla risoluzione del caso.    
        Un delitto in Olanda, uno dei primi gialli prodotti dal prolifico autore, è lineare, con un intrigo di semplice risoluzione, ma allo stesso tempo ricco di tutti quelli elementi che pur racchiusi in pochi personaggi riescono a descrivere l'atmosfera gravida di ipocrisia che la trama necessita per essere tessuta. Lo stile asciutto e minimalista non si perde in descrizioni che renderebbero la lettura pesante e lenta, ma caratterizza ogni personaggio, Maigret in primis, utilizzando le caratteristiche fisiche e psicologiche per arricchire la trama, non sono mai elementi fini a se stessi, ma sempre importanti per la risoluzione del caso. La forma fisica di Maigret non è mai raccontata, gli elementi della sua costituzione sono sottolineati per tutta la durata del racconto da avvenimenti e nella mente del lettore la sua immagine si costituisce piano piano, elemento dopo elemento fino ad avere una visione d'insieme del personaggio. Lo stesso accade con l'enigma, i veri indiziati e testimoni sono presentati in modo lento e la loro psicologia è indagata più con i silenzi che con le parole, più con ciò che non è detto rispetto a ciò che è palesato.
        Nel caso specifico ognuno degli indiziati è odioso, non suscita empatia, fa desiderare che sia il colpevole perché violento, perché ipocrita, perché, codardo o solo perché odioso.
        Molto più di un giallo, perché sfrutta il puzzle da risolvere per far riflettere su quanto una verità debba essere svelata, quanto questa materializzandosi, possa arrecare più danni della morte stessa.
        Maigret è un poliziotto e deve adempiere al proprio dovere, non può esimersi, ma il lettore può decidere, cosa avrebbe fatto al suo posto, di sicuro la curiosità porta fino all'ultima pagina, in cui l'assassino viene svelato, incastrato, umiliato.
        L'unica cosa che appare ancora acerba, ma che col tempo diverrà più fluida è la ricostruzione che risulta macchinosa e legnosa, ma senza dubbio efficace.
        In estrema sintesi, buon giallo per chi come me ne ha letti pochi e non ama il genere, ha il grande pregio di incuriosire e di spingere a leggerne altri gettando un seme affinché questa passione possa germogliare.

        Attenta, Nubu: Simenon non scrive gialli, ma noir! Il vero giallo è quello deduttivo alla Poirot, non tanto "psicologico" alla Maigret. C'è molta differenza: infatti, all'inizio, Simenon mi deluse molto perché non scriveva trame ad incastro stile Agatha.

        Poi l'ho rivalutato, ma appunto come scrittore di noir, non di gialli deduttivi! ;)

          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #813: Venerdì 31 Mag 2013, 12:43:24
          Non so io non ho letto la Agatha Christie, (solo il settimo quadrante che mi ha causato l'avversione per il genere),ma almeno per quanto riguarda questo titolo in particolare gli indizi ci sono tutti.
          Non era un noir senza dubbio, almeno questo titolo ripeto, c'è anche la ricostruzione alla fine con tutta la spiegazione (parte che in effetti è stata molto noiosa ma che mi dicono essere quella più bella nei gialli), soprattutto non c'è il punto di vista del criminale, c'è il finale consolatorio che ristabilisce la tranquillità, insomma tutti gli ingredienti del giallo.
          Il noir, almeno per quello che sapevo, è qualcosa di diverso anche se spesso si sovrappongono, ma deriva dal poliziesco e qui davvero non c'è niente di tuto ciò.
          Ho letto troppo poco di Simenon per poter fare una analisi completa, ma ho sul comodino Maigret e le persone per bene.
          Resta il fatto che Simenon scrive un miliardo di volte meglio della Christie aldilà della classificazione!
          « Ultima modifica: Venerdì 31 Mag 2013, 13:04:33 da Nebulina »

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #814: Venerdì 31 Mag 2013, 15:25:22
            Resta il fatto che Simenon scrive un miliardo di volte meglio della Christie aldilà della classificazione!
            Questo è vero (e comunque la Christie scrive molto bene) ma la Christie è diecimila volte più originale e varia di Simenon, anche grazie alla grande varietà di personaggi a disposizione, mentre Simenon con Maigret si muove poco e se lo fa comunque rimane chiuso nel suo genere (sempre ottimo).

            P.S. Non toccatemi la Christie che mordo!

            "Quando il gioco si fa duro....io vorrei essere da una altra parte."

              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #815: Sabato 1 Giu 2013, 00:51:37
              Basta, mi avete convinto mi farò una cultura sulla Christie.
              Fuori i titoli più importanti:
              - Assassinio sull' orient express
              - Dieci piccoli indiani
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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #816: Sabato 1 Giu 2013, 19:22:38
                Basta, mi avete convinto mi farò una cultura sulla Christie.
                Fuori i titoli più importanti:
                - Assassinio sull' orient express
                - Dieci piccoli indiani
                -.......
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                -Assassinio sul Nilo
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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #817: Sabato 1 Giu 2013, 22:10:07
                  Basta, mi avete convinto mi farò una cultura sulla Christie.
                  Fuori i titoli più importanti:
                  - Assassinio sull' orient express
                  - Dieci piccoli indiani
                  -.......
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                  -Sipario
                  -Poirot a Styles Court
                  -Fermate il boia
                  -Addio Miss Marple
                  -Miss Marple: Nemesi
                  -Miss Marple nei caraibi
                  -La sagra del delitto
                  -Un messaggio dagli spiriti (più "normale" ma giusto per farsi un'idea della media dei romanzi
                  -Molti racconti ma a questo proposito ti consiglio un volume molto ricco che, a mio avviso, riesce e dare bene l'idea dell'opera a prezzo relativamente contenuto:http://www.librimondadori.it/libri/il-meglio-dei-racconti-di-agatha-christie.
                  Come detto però la Christie ha pochi romanzi noiosi o ripetitivi per la grande possibilità di personaggi e situazioni che aveva a disposizione.

                  "Quando il gioco si fa duro....io vorrei essere da una altra parte."

                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #818: Mercoledì 5 Giu 2013, 15:43:20
                    Grazie per i preziosi consigli, ne farò tesoro senza dubbio...:-)
                    Ho finito adesso di leggere Sorgo Rosso di Mo Yan... ecco le mie impressioni al riguardo..
                    Se quella cinese è una realtà oscura e sconosciuta Sorgo rosso è il libro adatto a colmare questa lacuna, infatti, non vi è narrata solo una storia, vi è narrata una mentalità, una cultura. Il racconto non potrebbe essere svolto da nessun altra parte, in nessun altro paese.
                    Mo Yan ci scaraventa con violenza in un mondo a noi lontano per usi e costumi e lo fa apparire vicino e comprensibile, attraverso uno stile asciutto, ma lacerante che non concede sconti a nessuno; ci sono momenti in cui l'abile penna di Mo Yan scava così in profondità da creare nel lettore una stretta al cuore così forte da togliere il respiro, così forte da costringere a prendere una pausa e ritornare nel proprio mondo. I personaggi sono caratterizzati così bene, con pochi tratti, da aver l'impressione di averli sempre conosciuti attraverso i racconti degli anziani; diventano, pagina dopo pagina parte integrante del bagaglio culturale, esempio e guida morale; la loro personalità è forte e ricca di sfaccettature, Mo Yan non ne nasconde nessuna, né le più eroiche, né le più meschine, spesso presenti nella stessa persona; proprio per questo appaiono quanto mai reali e vivi.
                    L'originale io narrante è il nipote che racconta le vicende dei nonni e del padre in un tempo che è sospeso, un continuo ondeggiare tra passato, presente e futuro; molte morti sono raccontate subito, per poi scoprire l'antefatto molto dopo, creando una spinta propulsiva che non ha eguali.
                    Osservatore silenzioso e discreto il Sorgo cresce tutto intorno e si fa di volta in volta utero, tomba, cibo, vino, arma diviene simbolo della vita e della morte, dell'amore e dell'odio, nasconde e svela, ma è sempre presente a ricordare a tutti la vacuità della vita e di quanto essa possa essere importante; sembra di udire il lento sbattere dei fusti al vento, generando un suono che dona tranquillità e quiete anche quando fuori c'è la guerra e la distruzione, fino a quando il Sorgo rosso popolerà la distesa di terra scura la vita esiterà, fino a quando riuscirà a germogliare anche una sola pianta ci sarà speranza per gli uomini. Ciò che più colpisce, in un insieme di parole che per sua stessa natura sono spine che si conficcano nella carne, è la capacità di trasmettere nello stesso istante dolore e speranza; si riesce a provare pietà e odio, insieme e non si riesce a capire come sia possibile; la natura è quasi venerata, attraverso al descrizione degli animali, cani, volpi, muli, che sono così ben descritti nei loro comportamenti che sembra impossibile possano essere cosa diversa dall'uomo. Una marea montante di emozioni sopraffà il lettore, come succede in “Cent'anni di solitudine” niente è inutile, non un nome, non una parola, tutto è fonte di una ispirazione superiore, di un disegno ben presente nella mente di chi scrive, sono gli odori che si fanno colori, i suoni che fanno immagini in un caos di sensi che lascia senza fiato e privi della capacità di giudizio, schiacciati da quel destino che si abbatte sul villaggio per giocare un gioco troppo complicato per essere compreso, troppo perfetto per essere criticato; ecco che la guerra, la distruzione, le armi assumono quel significato profondo che da polito-sociale si fa catarsi della singola persona; nel sangue delle vittime attraverso di esso la purificazione è possibile, ma non completa, solo la morte, forse porterà la vera pace, nel Cielo che tutti accoglie, sarà possibile la vita eterna.
                    E' difficile riuscire a trasmettere quello che si prova, è come se  avvolti dal sorgo, accucciati alla sua ombra, nascosti, tra l'odore di putrefazione e di nuove piante, tra ossa di uomo e cane, osservassimo tutta la vicenda, come se dalle pagine immagini oleografiche si manifestassero lasciandoci quel senso di impotenza di fronte al fallimento di ogni nostro tentativo di essere lì, a combattere contro i diavoli gialli, a parteggiare per i cani che vogliono cibarsi di cadaveri, a comprendere la paura e lo sfinimento di coloro che per i morsi della fame non riescono più a distinguere il reale dal falso.
                    Non è solo questo, però, Sorgo Rosso, è un'opera che scava un solco in chi la legge, un solco profondo che farà vedere la Cina con occhi diversi, con una prospettiva che cambia del tutto il punto di vista. Mo Yan è riuscito in questo compito, far conoscere il suo popolo, far comprendere la sua cultura, un Nobel più che meritato per un romanzo che non dovrebbe mancare nella biblioteca di nessuno.

                    *

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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #819: Giovedì 6 Giu 2013, 00:47:56
                      Ho finito di leggere da poco Bartleby lo scrivano di Melville. E' il primo libro che leggo di questo scrittore, pur avendo da tempo immemore una bella edizione di Moby Dick che mi aspetta, qui in libreria. Mi sono voluto fare del male e mentre cercavo informazioni sul libro dopo la lettura ho guardato un video di youtube in cui Alessandro Baricco lo spiega(?) per una durata di quasi dieci minuti... La sua è assolutamente una operazione inconsistente visto che non fa altro che raccontare la trama e pure in modo pomposo! Sono arrivato fino in fondo proprio per vedere se aveva un guizzo, o qualunque altra cosa, ma niente
                      Lasciando perdere quel simpaticone di Baricco il libro è delizioso perché riprende quel genere di personaggio capace di affascinare in modo veramente profondo, l'umile, il calpestato, il triste personaggio sopraffatto dalle regole e istituzioni, ma che invece di soccombere come spesso succede, qui viene elevato nella sua purezza e nel suo far nulla, per tutto il libro, verso qualcosa di più grande, difficile da riuscire a suggerire a parole. Sembra l'Idiota di Dostoevskij, i protagonistii del teatro dell'assurdo, un personaggio che affonda le sue radici nella bibbia, i passeggiatori vagabondi di Walser, insomma riesce a essere contemporaneamente tutto e uno zero assoluto. Imperdibile la feroce ironia di Melville usata per tratteggiare in modo grottesco i "tipi" che popolano la società di quel periodo, e in particolare la Wall Street di quegli anni, e lo stile di scrittura, apprezzato ancora di più grazie al testo originale a fronte. Assolutamente da leggere, secondo me...

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #820: Giovedì 6 Giu 2013, 09:36:04
                        Ho finito di leggere da poco Bartleby lo scrivano di Melville.

                        Ma è quello che diceva sempre "I'd rather not"? Non lo ho mai letto, ma è citato ampiamente ne Il giardino dei Finzi Contini... mi incuriosirebbe davvero leggerlo...
                        I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #821: Giovedì 6 Giu 2013, 12:13:33
                          Nel testo a fronte Bartleby dice I would prefer not to, comunque sì è proprio quello :)

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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #822: Giovedì 6 Giu 2013, 12:26:43
                            Nel testo a fronte Bartleby dice I would prefer not to, comunque sì è proprio quello :)

                            Curioso, mi par di ricordare che Bassani scrivesse proprio "I'd rather not". Ma probabilmente ricordo male, non avrebbe avuto senso usare un testo originale sbagliato.

                            E infatti ricordo male. Bassani usa la citazione giusta. Ah, lo svitatorum rotellorum... :-/
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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #823: Giovedì 6 Giu 2013, 12:54:36
                              Tra l'altro grazie per la segnalazione, ignoravo questa citazione presente nel libro di Bassani e mi è venuta molta voglia di leggerlo, era il lista da un po' e forse ho trovato il momento giusto per comprarlo eheh :)
                              « Ultima modifica: Giovedì 6 Giu 2013, 12:55:05 da bacci88 »

                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #824: Venerdì 7 Giu 2013, 15:09:22
                                Basta, mi avete convinto mi farò una cultura sulla Christie.
                                Fuori i titoli più importanti:
                                - Assassinio sull' orient express
                                - Dieci piccoli indiani
                                -.......
                                -........

                                Il più importante di tutti (vedi topic sul libro giallo che preferite): L'assassinio di Roger Ackroyd.

                                Questo è il più categorico e totale!

                                 

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