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Che libro c'è sul comodino?

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Bacci
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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #855: Martedì 9 Lug 2013, 17:34:36
    "La versione di barney", ma non credo lo finirò mai

    Non è male sai? Certo è un po' lungo, ma se tieni duro nel complesso è anche piuttosto divertente ;)

    Oggi ho comprato La macchina del tempo di Herbert George Wells... Da ragazzino L'uomo invisibile mi era piaciuto molto e ho deciso a distanza di anni di fare il bis...

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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #856: Martedì 9 Lug 2013, 22:13:09
      Oggi ho comprato La macchina del tempo di Herbert George Wells... Da ragazzino L'uomo invisibile mi era piaciuto molto e ho deciso a distanza di anni di fare il bis...
      Di Wells io lessi Il paese dei ciechi, e devo dire che era fantastico! E un'autore di cui dovrei leggere altro, senza dubbio.
      Oggi invece ho finito Il pendolo di Foucault, e confermo il giudizio su Eco. Bravo! Avvincente e divertente, malinconico, colto. Eco lavora come da perfetto storiografo per ricostruire più di duemila anni di storia al servizio della sua Storia, e mostra in modo patetico e risibile ogni dietrologia o teoria del complotto: impara da lui, Dan Brown, che il tuo codice Da Vinci era insensato e grottesco.

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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #857: Mercoledì 10 Lug 2013, 11:12:23
        Appena finito "il Grande Gatsby" di F.Scott Fitzgerald ... fantastico, niente da aggiungere.

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        ZioWalt
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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #858: Mercoledì 10 Lug 2013, 12:35:02
          Appena terminata la lettura di "Cuore di cane" scritto da Michal Bulgakov in un'epoca aspramente comunista (Essì, il regime sovietico!) e quindi molto criticabile.
          Un pungente romanzo che se pur breve riesce a prenderti, tra satira, riflessioni sull'animo umano e sul desiderio dell'uomo di sostituire prepotentemente Madre Natura. Stile molto godibile e scorrevole, temi imponenti che però risultano non pesanti e comprensibilissimi, ed un succedersi di eventi che mi ha piacevolmente colpito e che al termine mi ha lasciato carico di domande sulla "purezza" dell'animo umano (Come può essere intesa la nobiltà d'animo? Chi ci da il diritto di "cambiare" radicalmente un essere vivente? E' giusto inseguire questa capacità, e migliorarla?).
          Per quel che mi riguarda insomma, un volume decisamente consigliato :)
          « Ultima modifica: Mercoledì 10 Lug 2013, 12:40:38 da ZioWalt »

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #859: Venerdì 12 Lug 2013, 11:16:44
            Appena finito "Il seggio vacante" della Rowling..un libro veramente ma veramente bello..questa scrittrice divenuta famosa grazie a "Harry Potter" con questo libro riesce subito a staccarsi da quel mondo creando un altro capolavoro.. Se non sapete che libro leggere in vacanza questo è quello giusto..stile impeccabile, trama avvincente, personaggi eccezionali.. Giuro che ora che l'ho finito di leggere mi mancheranno i personaggi di questo piccolo paesino inglese..i Mollison, gli Jawanda..i Wall..i Price..i Bawden..i Weedon..e Barry Fairbrother che, anche se quando il libro inizia muore, è sempre presente.. Libro veramente ma veramente bello.. Vi linko anche una foto che ho fatto al mare della copertina (tra l'altro anche la vicina di ombrellone lo stava leggendo :)!!!).

            E ora comincio a leggere "Un amore" di Dino Buzzati consigliatomi da Bacci :)!!!
            "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #860: Venerdì 12 Lug 2013, 11:20:15
              Ho finito di leggere la settimana scorsa Le notti bianche di Fedor Dostoevskij. È un romanzo breve (direi forse più un racconto lungo), che consiglierei. Ancora lontana dalla complessità di Delitto e Castigo, che ho letto (con un po' di fatica, ma grande soddisfazione) all'incirca un anno e mezzo fa, si tratta di un'opera giovanile su un animo romantico e sognatore che nelle notti di Pietroburgo incontra una ragazza, con la quale si confida e dalla quale riceve confidenze sulla vita. Un incontro di anime che non si protrarrà a lungo, ma che lascerà un segno indelebile nel protagonista.

              (Una nota: vedo che gli ultimi due interventi prima del mio - e di quello di Cip e Ciop - parlano de Il Grande Gatsby e Cuore di cane, due libri, che, proprio come quello che ho letto io, sono attualmente venduti in un'edizione economicissima della Newton Compton a 0,99 euro. Forse sarà un caso, non so se Dante e ZioWalt abbiano letto proprio quell'edizione, ma comunque di questi tempi avere accesso a opere del genere senza "svenarsi" non è disprezzabile!) ;)
              « Ultima modifica: Venerdì 12 Lug 2013, 11:21:27 da Paper_Butler »

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #861: Venerdì 12 Lug 2013, 21:50:55
                Io mi sono appena comprata Gli Invisibili e la ragazza fantasma.
                E' il sesto di una serie che consiglio... un bel mix di fantasy, thriller e horror, adatto sia a ragazzi che a "ragazzi un pò cresciuti"... ;)
                « Ultima modifica: Venerdì 12 Lug 2013, 21:52:27 da Piccola_Pker »

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                Nebulina
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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #862: Sabato 13 Lug 2013, 09:50:39
                  La morte a Venezia – Thomas Mann


                  Molti sono i piani di lettura che compongono questa novella, la quale ad una prima lettura appare semplice, quasi minimalista con uno stile che inebria per i cambi di ritmo che si concede.
                  Il piano narrativo è quello di più facile comprensione, il più scontato; il protagonista si trova in una fase della vita in cui tutto appare confuso, l'idea della fine si fa avanti e con essa la consapevolezza di aver vissuto di sola ragione, di solo appagamento intellettuale, dimenticado, o forse sopprimendo, ogni istinto, ogni germoglio di passione; è la morte che con il suo acidulo odore si insisua nei meandri della mente, ricordando che non tutto è finito, ma che finirà, in modo inesorabile; è questo pensiero che cambia la prospettiva invertendo l'ordine delle priorità, annullando la razionalità ed esaltando la passione.
                  Se l'idea della morte il primo movens di questo processo, il fattore scatenante è un amore non convenzionale, omosessuale, verso un ragazzino, un amore platonico, ma essenziale e forte, che brucia le carni e offusca i pensieri.
                  L'immagine che si ha del piccolo adone è quella raccontata dal protagonista, idealizzata, quasi mitologica: una bellezza divina, rispondente ai canoni della bellezza classica, quasi a giustificare i bassi istinti che lo animano; il ragazzino non è caratterizzato, non ha una personalità, è lineare, quasi abulico, proprio come se fosse una statua di immensa bellezza, ma priva di un'anima, priva di una qualsiasi valenza individuale; egli è la rappresentazione terrena dell'idea di perfezione, di armonia e perfezione e come tale oggetto di amore sconfinato e profondo.
                  Ciò che rende questo scritto se non il capolavoro di Mann, senza alcun dubbio un caposaldo della letteratura del novecento è la capacità di andare oltre il tempo e oltre lo spazio, di sopravvivere al tempo, ma allo stesso tempo di poter esistere sono in quell'epoca e in quel luogo.
                  I sensi sono confusi, dalla bellezza di Venezia e dalla malattia che aleggia tra le calle, la tranquillità dell'albergo e la confusione che si anima nel protagonista.
                  Scendendo più in profondità troviamo anche una descrizione molto simpatica e azzeccata della società dell'epoca, piena di ipocrisie e di paure, ora come allora lo stato italiano cerca di nascondere la gravità di una situazione che sta precipitando, minimizzando e smentendo le voci; questo aspetto è uno dei più interessanti, il modo in cui Mann ha descritto la popolazione locale è delizioso e riesce a creare dei personaggi che rimangono a lungo nella mente del lettore.
                  Una lettura piacevole, veloce e moderna.

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #863: Sabato 13 Lug 2013, 12:02:49
                    (Una nota: vedo che gli ultimi due interventi prima del mio - e di quello di Cip e Ciop - parlano de Il Grande Gatsby e Cuore di cane, due libri, che, proprio come quello che ho letto io, sono attualmente venduti in un'edizione economicissima della Newton Compton a 0,99 euro. Forse sarà un caso, non so se Dante e ZioWalt abbiano letto proprio quell'edizione, ma comunque di questi tempi avere accesso a opere del genere senza "svenarsi" non è disprezzabile!) ;)

                    Sisi esatto, "Cuore di cane" l'ho letto proprio nell'edizione Newton Compton da 1 euro!
                    Oramai di questa collana mi sarò accaparrato una ventina di volumetti ;D

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                    Bacci
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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #864: Domenica 14 Lug 2013, 22:50:30
                      Dopo parecchie ricerche ho trovato due libri che cercavo da parecchio :D

                      Le montagne della follia di Lovecraft, e Fiorirà l'aspidistra, di George Orwell... capita spesso che per le "altre" opere di certi autori, se non sono i vendutissimi 1984 o La fattoria degli animali, si faccia una faticaccia boia a trovarli... Questo in particolare si trova difficilmente anche online e sembra un gioiellino
                      « Ultima modifica: Domenica 14 Lug 2013, 22:52:06 da bacci88 »

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #865: Mercoledì 17 Lug 2013, 11:30:02
                        Appena finito "Un amore" di Dino Buzzati..devo dire che mi è piaciuto e ringrazio Bacci per avermelo consigliato. E' un libro che parla dell'amore di un uomo sulla cinquantina (che non aveva mai provato ad avvicinarsi ad una donna che non fosse una prostituta per insicurezza e timidezza) per una prostituta di quasi trent'anni più giovane..un amore che lo travolgerà completamente. Buzzati è bravo a far entrare il lettore letteralmente nella testa del protagonista. E' un continuo flusso di coscienza con poca azione, ma nonostante questo il libro non risulta pesante, anzi. Questo libro poi ha anche uno stretto legame con le esperienze personali di Buzzati, per quanto credo che non si possa ritenere autobiografico. Dato che nella biblioteca della mia università sono presenti molti spunti alla ricerca i prossimi giorni vedrò di approfondire per capire meglio l'opera. Intanto  grazie a Bacci e, volendomi fidare ancora di lui, inizio "Lo Hobbit" :)!!!
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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #866: Mercoledì 17 Lug 2013, 11:40:58
                          Adoro Buzzati, ho letto tutto di lui :)

                          A breve leggerò "Mani - viaggi nel Peloponneso" di Fermor L. Patrick dato che prevedo di visitare, appunto, il Mani.
                          E assieme a quello mi porterò in viaggio anche:
                          "La terra che sussurra" di Gerald Durrell;
                          Le poesie della Szymborska;
                          "Grandi Speranze" di Dickens che devo finire di leggere da una vita e non trovo mai il tempo ;D (si, a volte metto i libri in stand-by!).

                          *

                          Bacci
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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #867: Mercoledì 17 Lug 2013, 11:41:09
                            Appena finito "Un amore" di Dino Buzzati
                            Sono contento ti sia piaciuto! Lo hobbit è una fiaba splendida, sono sicuro ti piacerà, sono stato consigliato bene a mia volta ;)
                            « Ultima modifica: Mercoledì 17 Lug 2013, 11:41:44 da bacci88 »

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #868: Domenica 21 Lug 2013, 23:32:11
                              Il ballo – Irène Némirovsky

                              Leggere questo racconto è come sbirciare dal buco della serratura, rubare istanti di vita privata di una famiglia che da un momento all'altro si trova a far parte dell'alta società e coglierne tutti gli aspetti, i più gretti e meschini, i più assurdi e patetici.
                              Al di là della trama che è piuttosto concisa, essendo il racconto composto da solo ottantatré pagine, quello che colpisce è la caratterizzazione dei personaggi; in generale ciò che salta all'occhio è la totale assenza di un personaggio positivo, nessuno degli attori ha lati positivi, ma solo un insieme di difetti che li rendono così ridicoli e così reali.
                              Il punto di vista è neutro, l'autrice racconta questo squarcio di vita per come si svolge, senza introdurre giudizi morali, ma lasciando al lettore il compito di farsi una sua opinione.
                              Lo stile della Némirovsky è così pulito e asciutto che cattura e trascina, il registro così ironico a descrivere una situazione drammatica non può che risultare accattivante e piacevole.
                              La forza di questo stile sta soprattutto nei dialoghi, primi fra tutti quelli che si svolgono fra marito e moglie; sono così realistici e così azzeccati da rimanere vivi nella memoria; il rapporto che è sottolineato in modo più netto è quello madre-figlia, ma io credo che quello coniugale sia molto più interessante, infatti è attraverso questo che si comprende la personalità della signora Kampf e come sia potuta arrivare ad essere ciò che è.
                              Altri piani di lettura possono essere scorti, sviscerati, ma io credo che sia un racconto che si deve gustare con semplicità, così come è scritto, non stupendoci troppo per lo squallore morale che viene descritto, per come questo sia presente in tutte le generazioni della famiglia, quasi come, quello sì, una tradizione.
                              Lo consiglio a tutti, poiché mi ha davvero stupita sia per la modernità dello stile che per il coraggio del contenuto.

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                              Bacci
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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #869: Lunedì 22 Lug 2013, 16:35:56
                                "La libreria del buon romanzo". La trama di questo libro di Laurence Cossé è riassumibile in poche parole: due appassionati di letteratura decidono di aprire una libreria dove si vendono solo capolavri letterari, o comunque libri scritti bene, senza considerare nel catalogo alcun prodotto commerciale di quelli che vanno per la maggiore. Non a tutti questa idea farà piacere, e troveranno molti ostacoli sulla loro strada. Lo spunto è interessante, ma non basta e purtroppo lascia l'amaro in bocca. Le 400 pagine del romanzo offrono uno spaccato poco accattivante del microcosmo che ruota intorno a questa libreria parigina, i personaggi sono macchiette piuttosto bidimensionali, ogni volta che raccontano il loro passato non si riesce a prendere sul serio le loro esperienze che invece vorrebbero essere drammatiche. Ci sono molti temi appena sfiorati: le critiche ai gusti pecorecci del pubblico, al commercio librario e ai suoi meccanismi poco meritocrarici ma solo legati allo spettacolo e al marketing, credo siano state rese nel modo più soft possibile, e non lasciano alcun segno. Poi c'è il giallo, costruito sulle minacce ricevute dai componenti del gruppo "del buon romanzo", che non appassiona e scoppia come una bolla di sapone, senza alcuna suspense e leggero come l'aria. I personaggi sono solo dei nomi indistinguibili e intercambiabili, quelli meno citati alla loro riapparsa dopo cento pagine non sono nulla se non un nome e un cognome scritti su carta. le loro peculiarità descritte nel libro non lasciano il segno. C'è anche una storia d'amore, che definirei inutile e stucchevole, per il modo in cui si svolge, per gli sviluppi, e non per ultimo per la scelta discutibile di nascondere l'identita della voce narrante fino alla fine, ma senza che se ne capisca in alcun modo l'utilità. L'ultimo aspetto, che anche poteva essere interessante - quello del parlare dei buoni romanzi, all'interno del libro - viene banalizzato e si traduce talvolta in una semplice lista di libri meritevoli secondo l'autrice, in contrapposizione ad altri da evitare (per lo più citando a casaccio nomi di scrittori molto famosi, come per andare in controtendenza rispetto alle masse), senza alcun approfondimento.
                                In sintesì, l'idea di base mi pare tuttora molto stimolante, ma sviluppata in modo non adeguato, tanto che credo di poter dire che anche mettendo tutta la propria passione per la lettura per qualche ora al servizio di questo libro, speranzosi di essere accolti in un mondo costruito intorno a ciò che ci appassiona, si verrà ricambiati proprio in minima parte da un presunto amore per la buona letteratura, di cui si parla nel libro fino allo sfinimento, ma che a conti fatti non c'è.
                                « Ultima modifica: Lunedì 22 Lug 2013, 18:09:21 da bacci88 »

                                 

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