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Che libro c'è sul comodino?

1654 · 113833

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #945: Giovedì 24 Ott 2013, 13:35:49
    Grazie mille Cip & Ciop, mi hai fatto un regalo bellissimo :-)!

    Oltre ad avermi intimamente commosso!

    Anch'io sto leggendo un giallo... L'assassinio di Roger Ackroyd della Christie

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      Re: Che libro c'è sul comodino?
      Risposta #946: Giovedì 24 Ott 2013, 15:38:16
      Anch'io sto leggendo un giallo... L'assassinio di Roger Ackroyd della Christie
      Guarda i casi, 10 minuti fa io ho finito di leggere Gli elefanti hanno buona memoria, ovviamente della Christie.
      Sherlock Holmes sarà anche grande e mi piace un sacco, ma Hercule Poirot è sempre il migliore, oltre che tremendamente simpatico. :)

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        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #947: Giovedì 24 Ott 2013, 16:21:16
        Molti acquisti negli ultimi giorni, tutti molto interessanti (almeno per me, ovvio) :D

        - Il ciclo completo di Lord Darcy, di Randall Garrett, che contiene anche Too many magicians (La stanza chiusa), che è un delitto della camera chiusa molto particolare, ambientato - come tutto il ciclo - in un presente ucronico, che cercavo da tempo;

        - La donna della domenica di Fruttero&Lucentini;

        - Il ciclo completo delle indagini di Drury Lane, di Ellery Queen (contiene 4 romanzi);

        - Lo splendido volume della Mondadori, prima edizione, La porta sull'abisso, di John Dickson Carr, contenente racconti di Bencolin, saggi, parodie sherlockiane, etc. del massimo autore dei delitti della camera chiusa;

        - Miss Marple - indagare è il mio peccato, omnibus Mondadori con abituale e meravigliosa copertina di Ferenc Pinter che contiene cinque romanzi di Agatha Christie (pagato una miseria);

        - Racconti narrati due volte, di Nathaniel Hawthorne. Ho letto finora solo "Wakefield", che è un racconto veramente superbo, il piacere della lettura mi ha ripagato di tutta l'attesa per trovarlo ;)

        - Il mistero della camera gialla, di Gaston LeRoux;

        - Il terrore che mormora di JD Carr, letto in treno, meraviglioso!

        :D

        Appena finito di leggere Lettere a Brambilla di Dino Buzzati

        Bellissimo commento brava! Prima o poi lo leggerò!
        « Ultima modifica: Giovedì 24 Ott 2013, 16:50:08 da bacci88 »

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          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #948: Giovedì 24 Ott 2013, 17:15:22
          e non sul comodino (perchè ho paura) ma nello zaino sul treno ha fatto capolino Dracula. Bram Stoker nun te temo! (o forse si [smiley=paura.gif])

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            Re: Che libro c'è sul comodino?
            Risposta #949: Giovedì 24 Ott 2013, 17:19:13
            e non sul comodino (perchè ho paura) ma nello zaino sul treno ha fatto capolino Dracula. Bram Stoker nun te temo! (o forse si [smiley=paura.gif])
            BELLISSIMO :) L'ho adorato :)
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            - Carlos Ruiz Zafón -

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              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #950: Giovedì 24 Ott 2013, 17:23:43
              e non sul comodino (perchè ho paura) ma nello zaino sul treno ha fatto capolino Dracula. Bram Stoker nun te temo! (o forse si [smiley=paura.gif])
              Leggi, leggi ;D che è sempre bellissimo!

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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #951: Giovedì 24 Ott 2013, 17:59:22
                Anch'io sto leggendo un giallo... L'assassinio di Roger Ackroyd della Christie
                Wow, complimenti, uno dei classici del giallo! Attendo con curiosità la tua recensione (anche per vedere come farai a evitare di spoilerare)! ;)

                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #952: Giovedì 24 Ott 2013, 18:09:00
                  Citazione
                  Wow, complimenti, uno dei classici del giallo! Attendo con curiosità la tua recensione (anche per vedere come farai a evitare di spoilerare)! Occhiolino

                   :)! Speriamo di riuscirci....

                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #953: Giovedì 24 Ott 2013, 18:20:48
                    Occhi blu, capelli neri Merguerite Duras

                    Un particolare punto di vista quello che la Duras analizza in questo piccolo libro, fatto di emozioni e sensazioni.
                     La trama è ridotta ai minimi termini, le azioni quasi inesistenti riempiono le pagine e si alternano a spazi bianchi che indicano le pause, i vari piani di lettura che si moltiplicano fino a disorientare il lettore in un dedalo di pensieri e di controsensi che non possono non avviluppare fino a scardinare le basi su cui fonda la moralità, sovvertendo il comune senso del significato della parola “Amore”.
                    Ciò che rende quest'opera qualcosa di eccezionale è senza dubbio lo stile che è adottato, che non lascia spazio a interpretazioni, schietto e diretto che mette a nudo il lettore di fronte a questa relazione che gli si dipana davanti; è l'assoluta assenza di senso che disorienta, la completa penetrazione di due animi senza che la fisicità faccia il suo ingresso, la nudità dei corpi come nudità degli animi che si incrociano, si confidano, si confessano.
                     La Duras introduce la lettura con una raccomandazione: lasciate che le parole fluiscano e non fatevi domande; infatti è l'essenza della forza di questa relazione che è difficile definire a impossessarsi del lettore, senza che esso lo voglia o faccia niente per empatizzare con i protagonisti.
                     La caratterizzazione dei due personaggi è delineata così bene senza essere descritta, il paradossale inizio della relazione, la forza evocativa dei dialoghi li rendono vivi e ogni loro azione è plausibile, la vita fuori dalla stanza è ovattata, lontana eppure presente e foriera di impercettibili cambiamenti all'interno della stanza; così in un gioco di chiaro-scuro, di occhi velati e di interiorità svelate, i giorni scorrono lenti, cadenzati solo dalla luce che filtra e dal mare che mormora, in un perpetuo ciclico mutamento che consola e che protegge.
                     Questa storia, così semplice e complicata al tempo stesso, che si autoalimenta e si lacera si sposta in un teatro in cui agli attori viene spiegato, come in una sceneggiatura, l'essenza del personaggio e dell'emozione, ma il continuo passaggio dalla finzione alla realtà ha il pregio di far respirare il lettore, liberandolo dalla morsa che lo attanaglia, di un amore così profondo da commuovere, ma così impossibile.
                     Il terzo personaggio, invisibile e impalpabile, misterioso e affascinante è il tratto che unisce i due protagonisti, colui che traduce i loro linguaggi, che li porta nella stessa dimensione: è attraverso lo straniero dai capelli neri e gli occhi blu, verso il quale entrambi provano dei sentimenti, che riescono a capirsi e fino a quando staranno in quella stanza insieme e terranno vivo quello straniero essi esiteranno; la loro storia avrà uno svolgimento, al dissolversi di quel ricordo anche la storia svanirà, dando vita ad un'altra storia, quella della loro separazione.
                     Un racconto che penetra in profondità, che va letto come si ascolta una musica, senza che la ragione prenda il sopravvento, godendosi uno stile che sperimenta e priva di sovrastrutture il sentimento più narrato al mondo.

                     Consigliato senza remore, anche se può lasciare straniati, ma carichi di disperazione e stremati dall'inane tentativo di comprensione.

                    *

                    Nebulina
                    --
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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #954: Sabato 26 Ott 2013, 18:58:39
                      E speriamo di non far danni...... :D

                      L'assassinio di Roger Ackroyd Agata Christie

                      Se si amano i gialli “L'assassinio di Roger Ackroyd” è e rimarrà un capolavoro senza possibilità di replica; se non sia amano è un libro di notevole interesse, non per lo stile, che comunque si confà al genere, diretto, privo di virtuosismi, con un lessico accessibile a tutti, ma con una vivacità nei dialoghi da far, quasi, sentire le voci che si susseguono, il loro toni, le loro inclinazioni; la Christie, attraverso il magistrale uso dei silenzi, più che delle parole, svela solo ciò che desidera sia svelato e nasconde, in uno scrigno aperto ciò che, invece, intende mantenere segreto, per tutto il libro, in ogni frase, fino alla conclusione che non può non stupire, non può non trovare il lettore sconfitto, poiché non si gioca ad armi pari.
                      Concluso e risolto, da Poirot non certo dal lettore, il caso, quello che rimane è una sensazione di stupore e di incredulità mischiata a devozione per questa autrice che non solo riesce a far svanire la stanchezza, la noia, il sonno durante la lettura, ma ci riesce anche dopo, perché la mente non può non restare in quel paese, in quella casa a formulare ipotesi, non può non giustificare la propria inferiorità, senza peraltro riuscirci, non continuare a parlare con i personaggi, i quali sono caratterizzati al meglio possibile, trattandosi di un giallo, sono le azioni che compiono a svelare il loro carattere e molto della loro personalità è lasciata all'immaginazione, che corre per quelle lande inglesi e li vede vivere delle vite aldilà del libro, li vede correre, amare, provare emozioni; li vede uccidere, mentire, sognare, arrancare, li vede infine per quello che sono, ma solo alla fine, dopo che hanno vissuto mille vite, dopo che sono passati dall'innocenza alla colpevolezza almeno una decina di volte, senza decidersi, senza riuscire a scegliere.
                      Il piccolo villaggio è sospeso in una dimensione indefinita, potrebbe essere cento anni fa come potrebbe essere adesso, le comari di paese che ciarlano, i piccoli e grandi segreti  che tutti sanno e la Christie utilizza in modo magistrale i personaggi secondari, soprattutto la zitella pettegola che cattura per simpatia e semplicità o i di lei amici di mahjong che ricalcano alla perfezione i pensionati dei nostri giorni. Poirot è Poirot, odioso, saccente, preciso, ma infallibile.
                      Quasi più di un libro, un gioco da giocare sapendo che si perderà, solo per il gusto di provarci perché alla fine l'importante è partecipare e conoscere un testo che non può per sua naturale struttura non rimanere impresso nella memoria, per contenuto e svolgimento della trama.
                      Chi ama i gialli li amerà ancora di più, a lettura conclusa, chi non li amava non li guarderà più con gli stessi occhi.
                      « Ultima modifica: Sabato 26 Ott 2013, 19:00:36 da Nebulina »

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                      Chen Dai-Lem
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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #955: Domenica 27 Ott 2013, 14:21:55
                        Bellissima recensione come sempre Nubulina :) Ovviamente sarà il prossimo libro che leggerò..uno xchè è tanto che non leggo la Christie..due xchè la tua recensione mi ha davvero incuriosita :) Proverò a giocare anch'io sapendo di perdere..ma il baffo che conquista di Hercule Poirot non può non esercitare il suo fascino anche su di me :)
                        "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #956: Domenica 27 Ott 2013, 14:34:54
                          Grazie :-)
                          Ero un po' titubante nel fare la recensione perché scrivere di un giallo è sempre difficile, sono contenta di averti incuriosita...

                          Allora guarda un po' se ti incuriosisce anche questo:

                          Argento Vivo Marco Malvaldi

                          Ultimo lavoro di Marco Malvaldi che abbandona, per il momento, i vecchietti del Bar lume per tentare una prova più matura e strutturata.
                          Come spesso accade, però, è difficile riuscire ad abbandonare le caratteristiche di una scrittura accolta in modo benevolo dal pubblico riducendo la vena comica e umoristica; senza dubbio se ne apprezza lo sforzo, ma il risultato è uno schizofrenico romanzo in cui le due anime di Malvaldi si trovano a scrivere ognuna un romanzo e solo a riunificazione avvenuta si ha, anche, la compenetrazione delle due opere.
                          E' necessario spendere qualche parola sulla trama affinché l'affermazione fatta poc'anzi possa essere compresa; un noto scrittore subisce il furto del proprio computer portatile dove è custodita l'unica copia del nuovo romanzo che viene ritrovato da un blogger appassionato di letteratura.
                          Lo stile è quello a cui Malvaldi ci ha abituato, semplice nel lessico e nella costruzione della frase,  mai banale o sciatto, ma piuttosto attento e corretto.
                          I personaggi del libro sono piuttosto bidimensionali, privi di una personalità vera e propria, eredità, forse dei precedenti lavori; il protagonista, in particolar modo, appare privo di sentimenti e di emozioni, un modo di affrontare la vita quasi patologico, così come la moglie che non appare ben delineata, ma quasi una comparsa; lo stesso, più o meno vale per gli altri personaggi.
                          Il commento a questo libro potrebbe finire qui, se non fossero presenti all'interno di esso alcuni capitoli del libro rubato, che attraverso gli occhi del protagonista ci vengono mostrati.
                          E' in quelle pagine che c'è il vero romanzo che a mio avviso Malvaldi voleva scrivere, ma che non ha avuto il coraggio di portare a termine o che forse non ha riscosso fiducia da parte dell'editore.
                          Il tema di questo romanzo nel romanzo è la ricerca della bellezza, non da un punto di vista filosofico, ma da quello scientifico: un matematico, che ha investito la vita a questo scopo, lascia la carriera per sopraggiunti limiti di età e nel discorso di commiato racconta ciò che ha cercato per tutta la sua esistenza, senza riuscirci.
                          Sono pochi capitoli dedicati a questo, ma sono i più belli, sembra che in quelli Malvaldi abbia la possibilità di mettere a nudo la propria essenza senza la maschera del discolo, del simpatico per forza, di colui che fa divertire, ma un uomo che pensa, che ha delle passioni profonde, che crede in ciò che ha studiato; allora la chimica, la musica, la ricerca si fondono, in quelle poche pagine  creando personaggi di spessore, che attraverso i silenzi e le parole manifestano ciò che provano, ciò che pensano, trasudano emozioni e sensazioni contrastanti, senza quella patina macchiettistica che imbibisce tutto il romanzo. Un'oasi in mezzo al deserto, ma generata dalla medesima penna.
                          Spero che in futuro abbia il coraggio di lasciar fluire le sue passioni e scriva per emozionare e non solo per far divertire, spero che non debba più ricorrere a questi stratagemmi per nascondere ciò che davvero vuol scrivere.
                          Malvaldi non ha la penna del grande scrittore, ma ha di sicuro più talento di quello che manifesta in queste opere che non vanno al di là dell'intrattenimento e della risata facile, che non lasciano niente se non una piacevole ora in allegria.

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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #957: Domenica 27 Ott 2013, 17:22:19
                            Se si amano i gialli “L'assassinio di Roger Ackroyd” è e rimarrà un capolavoro senza possibilità di replica
                            Quanta verità e acutezza in questa tua prima frase! Ti faccio davvero i miei complimenti: bellissima recensione e assolutamente nessun "danno"! Se non l'avessi già letto, morirei dalla curiosità di leggerlo! ;)

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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #958: Mercoledì 30 Ott 2013, 01:52:12
                              Sto leggendo "Tommy Gemmell, Lion Heart" di Graham McColl. Bella biografia in lingua inglese del  calciatore che vinse la Coppa dei Campioni col Celtic nel 1967. Coinvolgente.

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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #959: Mercoledì 30 Ott 2013, 19:29:35
                                Sto leggendo Tutte le commedie - Shakespeare!
                                Dio, Allah e Budda! Ma chi è quell'imbecille che ha messo in giro la voce sullo stile tanto delicato e romantico di Willy? Chi sono quegli idioti che citano Romeo e Giulietta (sì, quella è una tragedia, ma l'ho letta lo stesso) come perfetto esempio di storia d'amore?
                                Willy è di uno spasso incredibile: battute frizzanti sparate a raffica, dissacrazione assoluta di ogni cosa possibile e immaginabile, goliardia e cazzeggio assicurati ;D Questo, senza niente togliere alla sua scrittura, sia ben inteso.
                                Le trame, se pur guidate da canovacci simili, si svolgono con sapienza e umorismo, con una scelta di parole che (certo, parliamo di una traduzione, con tutti i pro e i contro della cosa, ma...) riesce sempre a farti sentire i dialoghi, a farti sentire la scena che voleva rappresentata. E senza scrivere nient'altro che ciò che dicono i vari personaggi. Ho letto libri che, hai voglia di menare descrizioni minuziose della scena e dei personaggi, ma come si dice a Napoli, n'addiventan' mai babbà.

                                 

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