Ho comprato anch'io il
n. 100 di Paperinik!
Erano secoli che non acquistavo un albo del mensile dedicato al personaggio - era il n. 21 numero di
Appgrade, se non erro, anche se successivamente ho preso un paio di albi sparsi per recuperare delle storie di Leoni-Negrin che mi mancavano - ma una cifra tonda così importante non la potevo ignorare, considerando l'affetto che mi lega a questa figura.
Al di là dell'occasione celebrativa, devo dire che è stata una lettura in grado di intrattenermi piuttosto bene, certo senza strafare, ma mi ha dato quello che mi aspettavo e già questo è sufficiente per un periodico di questo tipo.
La storia inedita
Paperinik e l'anatema dello sciacallo di
Niccolò Testi e
Giovanni Preziosi, per esempio, pur nella sua semplicità (e brevità, ahimè) funziona bene, diverte e dimostra di essere stata scritta tenendoci, con un certo gusto. Se anche lo spunto non è il massimo dell'innovazione, infatti, viene amalgamato e trattato bene nel contesto, e tanto basta. Anzi, perfino il numero di pagine alla fine non pesa molto, sintomo di una buona gestione del ritmo narrativo.
Viene valorizzata inoltre dai disegni di Preziosi, con uno stile poco usuale e che trovo ricordi un po' il primo Donald Soffritti nel modo di raffigurare i Paperi: ottimi gli sguardi del protagonista, così come i
character design dei personaggi secondari.
Per quanto mi riguarda, un'estetica di questo tipo si presta bene alle storie pensate per un periodico a parte e permettono all'artista di turno di sperimentare in maniere interessanti; guardate alla gabbia, per esempio, che da un lato ha sempre linee nette nei contorni delle vignette ma dall'altro è tutto fuorché ingessata, trovando sempre diverse soluzioni tra doppie con tagli ambiziosi e costruzioni che giocano con la disposizione dei riquadri sulla pagina.
Azzeccata la presenza della storia a bivi
Paperinik in: I destini di un eroe di
Vito Stabile e
Stefano Intini, perché pur non essendo un grandissimo appassionato delle avventure a scelta multipla ho sempre trovato lo stratagemma usato dallo sceneggiatore come molto intelligente e stuzzicante, un modo assai intrigante di usare tale schema narrativo, essendo fondamentalmente appetibile anche per i cultori di fumetto Disney.
Le altre ristampe "generiche" -
Paperinik e l'aiuto... a doppio taglio di
Carlo Panaro e
Danilo Barozzi,
Paperinik e le uova a sorpresa di
Angelo Palmas,
Lucio Leoni e
Manuela Negrin e
Paperinik e il nemico burocratico di
Nino Russo e
Lorenzo Pastrovicchio - sono tutte delle buone letture, dall'ameno al divertente: quella di Panaro e quella di Russo più focalizzate nel parlare delle controindicazioni che possono manifestarsi nella vita di un supereroe, che sia a contatto con la stampa o con la burocrazia, mentre quella di Palmas è più classica come impostazione, nonché a tema con il mese di Pasqua... lato disegni, adoro quel Pastro ancora un po' "grezzo" dei primi anni Duemila, per quanto razionalmente lo preferisca nell'evoluzione stilistica successiva, e ho ovviamente solo lodi per il tratto dinamico di Leoni.
La francese
Paperinik e la cara corona invece non mi ha mai coinvolto granché, nemmeno quando la lessi per la prima volta da piccolo su
Paperinik e altri supereroi #25, e il sentimento permane tutt'oggi con questa nuova lettura.
Ho lasciato volutamente per ultimo il secondo motivo di interesse dell'albo, cioè la riproposta di
Paperinik, tutto cominciò così di
Marco Gervasio, che merita qualche considerazione a parte.
Innanzitutto inaugura le ristampe del ciclo impostato dall'autore sul personaggio a partire dal 2019, nel quale ne ha riscoperto le origini da diabolico vendicatore: trovo che sia una mossa saggia e pertinente quello di ricollocare anche in questa sede, dopo il passaggio sui cartonati, tali storie perché è sicuramente la "casa" più adatta per renderle nuovamente disponibili presso il grande pubblico e perché contribuiscono a dare una maggiore varietà nei sommari del mensile.
Questa
Tutto cominciò così è considerabile come una sorta di "episodio zero" del progetto e in effetti lo stesso autore, nell'articoletto introduttivo, la considera tale: capisco perché averla voluta inserire nel magazine del personaggio e perché averla destinata a un numero tondo così importante, ma continuo a considerarla un passo falso da parte di Gervasio. A distanza di anni l'ho trovata meno indigesta, forse perché sapevo cosa aspettarmi, ma questo non riesce a lenire più di tanto il senso di spaesamento nel vedere rinarrata l'avventura delle origini di Paperinik in maniera così forzata. Il fumettista romano opera una vera e propria
retcon che personalmente non mi è piaciuta, cambiando radicalmente un assunto di base nella storia di Guido Martina e Giovan Battista Carpi, immaginando che gli eventi fossero pilotati da un Fantomius in incognito e saldando così la nascita del personaggio con la sua saga del ladro gentiluomo. A mio avviso non c'era bisogno di una reinvenzione di tale portata per quello scopo, ma si poteva fare in maniera più soft e sicuramente senza andare a stravolgere le carte in tavola mostrando presunti dietro le quinte.
Oltretutto, con il limitato numero di pagine a disposizione, l'effetto è quello di avere una sorta di bignami di
Paperinik il diabolico vendicatore e di correre molto per ripresentare i passaggi salienti del racconto originario in poco spazio, peraltro dovendolo inframmezzare con Fantomius che trama nell'ombra.
È vero che fattivamente non si va a contraddire nulla degli avvenimenti già noti, ma "filosoficamente" sì e quel concetto pesa, sia negli intenti che nel risultato.
Ad ogni modo, questo albo mi ha dato una sensazione di comfort tale che sto seriamente considerando l'idea di acquistare anche i prossimi, almeno per recuperare le prime storie del rilancio gervasiano (visto che avevo ricominciato a collezionare fedelmente
Topolino solo nella primavera del 2020, quando i primi quattro racconti del filone erano già usciti).
Peccato che vedendo l'
Anteprima di questo mese noto che sul n. 103 hanno inserito
La vacanza di sfortuna, mentre nell'ordine originario avrebbe dovuto esserci
Il segreto dell'identità segreta; ora, tale variazione l'avevano già fatta su
Topolino Extra, ma lì avevo compreso che si trattasse di ovviare a un problema di foliazione del volume, che in questa occasione non dovrebbe porsi inserendo una storia alla volta! Mi chiedo quindi il motivo di seguire anche stavolta tale "nuovo ordine"... solo per avere una storia estiva da spendere nel numero di luglio? E già che ci sono, mi chiedo se con le sue 66 pagine
Paperinikland verrà ristampata in un unico albo o se sarà suddivisa in due uscite.
Be', vedremo se fra un mese sarò ancora qui a commentare!
