Che cosa pubblicare dopo Gottfredson? Francamente, spero proprio nulla.
Mi spiego. Al di là del riposo dei nostri portafogli, difficile vedere altre cronologiche all’orizzonte. Scarpa, Rosa, Taliaferro, in Italia e non solo, sono impubblicabili, sicuramente in edicola, probabilmente in libreria. Al di là che una cronologica di Taliaferro non la comprerei mai (migliaia di strisce autoconclusive per una valangata di volumi, argh), se non (forse) utilizzando la logica dei cartonatoni, l’unica praticabile per delle autoconclusive (vedi Schulz by Baldini Castoldi Dalai). E poi, come promuovere una cronologica scarpiana, se per Barks o Gottfredson, il top degli autori disney a livelli mondiali, hanno dovuto usare bassi escamotage come “La Grande Dinastia dei Paperi” o “Gli Anni d’Oro di Topolino”, definizioni piuttosto senza senso. Inoltre, il successo di Gott è tutto ancora da calcolare, e se le cose non andranno bene, ci sarà una pausa indefinita.
Il difficile delle pubblicazioni disneyane è l’assenza di un minimo comun denominatore, che non sia un autore. Mancano serie, personaggi univoci, saghe, nulla che compendi una totalità che non sia il nome di un autore. Francamente, non sarei tentato da una cronologica di Scarpa o di Bottaro o di Carpi o di martina o di Cimino o di Cavazzano o di De Vita (tanto per dirne qualcuno), perché risulterebbe troppo variegata, troppo altalenante, senza una linea guida complessiva. Non sono stati autori “liberi” come un Pratt o un Manara, ma sempre a libro paga, in una factory. Risultano così dei tasselli i più preziosi, ma sempre parti di un mosaico, la Disney Italia, che trova un senso maggiore in iniziative come Topolino Story, che non in cronologiche particolari.
L’unico autore sensato per una collana a sé è Don Rosa, proprio perché autore completo di sé stesso, totalmente libero e coerente in una produzione dall’orizzonte limitato, seppur ricchissimo di idee geniali: una ottantina di storie, 10 volumi da 200 pagine e c’è tutto (si veda la Hall of Fame a lui dedicata o la collana economica speciale del Picsou francese). Tutti gli altri autori sono rarità preziosissime, chicche maniacali, completismi angoscianti e vuoti (vedi Taliaferro, viste 100 strisce viste tutte), oppure collane troppo variegate per assumere un senso completo (Scarpa, comunque la scelta più valida, o Bottaro). Anche Gonzales, per quanto interessante mi risulterebbe un po'indigesto, però sarebbe sicuramente più corta, e in coda agli Anni d'Oro non sarebbe così male. Insomma, tutte limitazioni che una serie da edicola come i Maestri Disney o Zio Paperone assorbirebbero meglio (seppur senza cronologia), se esistessero ancora. Il rifugio salvifico finale è nei volumi da libreria, magari i vecchi cartonatoni o qualcosa sulla scia di Novecento (un po’ più corposo). Ma sono solo idee, che l’andazzo della Disney adesso sicuramente non ha nessuna voglia di soddisfare (si veda l’attuale aumento dei prezzi, 2.30€ per Topolino). E, francamente, non mi sento neanche di darle torto.