Solomon CranachNathan Never è una sorta di Rick Deckard (il protagonista di
Blade Runner) bonelliano, per chi non avesse mai letto i fumetti (ovviamente sto semplificando, era solo per rendere un po' l'idea)
JuroNumero singolare, con tutte quelle parodie.
Faraci inizia con una trovata metafumettistica che non dispiace, anche se strania. Poco intrigante, però, che superata la caccia agli easter egg, la storia resta un esercizio di stile. L'ennesimo.
Sul comparto grafico, ma il Cavazza perché ha deciso di fare di Battista un ventenne? Pure in abito d'ordinanza, niente stempia e volto più giovane.
Proseguono Sio e Ziche con una demenziale e riuscita parodia della spada di ghiaccio. Si potrebbe pensare che la cosa sia sacrilega, da non tentare manco per sbaglio. Invece, guarda un po', m'è piaciuta pure assai.
Si passa ad una parodia di Nathan Never, cucito malamente addosso a Ciccio, del tutto fuori personaggio. È la debole del numero, a parer mio. Il fatto che sia una versione sci-fi della già detestata G.N.A.M. non incide a favore.
E concludiamo col primo, splendido episodio della trasposizione (non parodia) di Frankenstein. Difficilissimo portare la rianimazione di un cadavere su Topolino, e la trovata di Enna e Celoni è geniale. Mi piace un sacco già concettualmente, emozionante, oserei dire. E finora sia sceneggiatura che comparto grafico (quel cielo rosso, maronn!!) si impegnano ad accrescere tale emozione.
Di corsa al Tardis per saltare a mercoledì prossimo
MiToCi sono storie belle e numeri che le ospitano alternandole con storie magari interessanti, ma non all'altezza delle "big" del numero, vuoi per gusti personali, vuoi per impostazione, vuoi per pretese dell'autore e della redazione.
Ma, devo dire, è da tempo immemorabile che non leggevo un Topolino così densamente popolato di storie che (mi) prendono, una dopo l'altra, senza cali man mano che si procede nell'indice, ma anzi in un crescendo che culmina con la prima puntata di Duckstein. E dire che arrivavamo dalla doppia avventura di Casty, a sua volta una storia di livello assolutamente al top, quindi non eravamo certo reduci da un periodo di magra.
Occhio, spoiler!Zio Paperone in... un cosplayer di troppo Storia assolutamente metafumettistica e indubbiamente autocelebrativa. Ma è proprio per questo che mi è piaciuta. La trama è quella che serve per giustificare la trasferta senza forzature e mostrando il lato più "tenero" di Paperone (che non piace molto, a quanto pare). Inutile dire che la parte del leone la fanno le battute soprattutto tra lo Zione e Battista, con l'azzeccatissimo tormentone degli "AAARGH" e non solo.
Cavazzano rappresenta perfettamente ogni vignetta, e ci permette di giocare a riconoscere tutti gli autori (tantissimi, qualcuno ancora devo identificarlo) nascosti qua e là nella storia.
Topolino e la spada di ghiacciolo La Spada di Ghiaccio non la leggo da tempo (quindi credo proprio che comprerò la ristampa) ma questo non mi ha impedito di godermi la parodia di Sio (autore vituperato da alcuni, adorato dal sottoscritto). Il risultato di mettere una storia simbolo della produzione disneyana di qualche anno fa nelle mani di Albrigi è divertentissimo, con una trama semplice ma ricca di battute divertentissime ed efficaci, i giusti tormentoni e un pizzico di cattiveria "Andate a perseguitare il popoli dai capelli di carota!".
La Ziche completa il lavoro con il suo tratto comico perfetto per questa storia.
Ciccio Never - Agente speciale Salsa Non ho mai letto Nathan Never (mea culpa, rimedierò). Ciononostante questa storia è assolutamente riuscitissima, con il Ciccio dello Gnam portato a un livello successivo. Tormentato, invischiato in vicende che camminano sul confine tra comicità e thriller, tutto condito (nel vero senso della parola) con citazioni culinarie espresse però in modo assolutamente serio dal personaggio. Quello che ne esce è una storia distampo serio e adulto che ti stende con battute azzeccatissime. Anche la trama non è scontata, e l'idea di accostare Archimede, Nonna Papera e Paperetta a Ciccio è più che azzeccata.
Perina è la ciliegina (letteralmente) sulla torta (sulle molte torte), in quanto riesce a tratteggiare perfettamente le atmosfere underground della futuristica città, così come i vari personaggi.
Duckenstein di Mary Shelduck Il gran finale di questo numero super. Non so come Enna riesca a far sembrare accettabile per un giornale come Topolino delle storie che nascono come adattamenti di romanzi che rasentano l'horror. Eppure, ci riesce regolarmente inventando espedienti (come le famose barbabietole, di Dracula, per citarne uno) che non solo non traumatizzano il lettore più giovane, ma fanno godere assai quello adulto. Che capisce di trovarsi di fronte a una genialata e non può fare altro che togliersi il cappello. La scelta dei personaggi è perfetta, così come la loro caratterizzazione.
Capitolo disegni: qui ogni parola è di troppo, perchè Celoni è semplicemnte perfetto, e anche i colori aiutano ogni singola vignetta a mantenere quell'atmosfera che la contraddistingue.