Come ho detto, le mie sono valutazioni personali. Pertanto, discutibili e opinabili, nonché potenzialmente sbagliate. Sono solo le mie opinioni.
Il fatto è che tu introduci il tuo discorso dicendo “a rigor di logica”. Ecco, non sempre la logica è sufficiente per spiegare le cose. A volte, anzi, la logica non spiega un tubo e le cose vanno avanti seguendo percorsi misteriosi che alla mente analitica sfuggono.
La mia tesi (che più volte ho esposto, su questo e su altri forum di discussione) è che tra vendite del Topo e qualità delle storie non vi sia alcuna prova di nesso causale. Non mi pare di dire una cosa così inverosimile. Provate a consultare i risultati dei film italiani del 2010: ha incassato di più il meraviglioso “La prima cosa bella” di Virzì o le ennesime deiezioni di Neri Parenti e dei fratelli Vanzina? Ciascuno può avere la propria idea al riguardo (tenendo presente che negli anni 60 il cinema POPOLARE era quello firmato da Dino Risi). Quello che possiamo dare per scontato è che non sempre il pubblico premia la qualità. E, di conseguenza, non sempre la qualità incontra il favore del pubblico.
Detto ciò, sottolineo due cose, per meglio far comprendere il mio punto di vista.
1. Il dovere di un autore di Topolino è di lavorare sempre al meglio delle proprie possibilità, vendite o non vendite.
2. Il lettore di Topolino è e sarà sempre un lettore più attento, più qualificato e esigente rispetto a qualsiasi altro tipo di lettore. E vi prego di credermi: lo dico con cognizione di causa. Incontro costantemente i lettori del Topo e le loro famiglie. È gente speciale. Forse, il problema è che di gente speciale in Italia ce n’è sempre meno. È triste, ma potrebbe essere la verità.
Prendo la tua affermazione della quale al punto 2 come un complimentone, e ammetto che hai ragione: a volte la logica fa a pugni con la realtà, ma anche questo paragone cinematografico che hai fatto forse non coglie nel segno.
Nel senso che i Vanzina incassano di più perché danno al pubblico, al momento giusto, ciò che il pubblico vuole: ridere (anche un po' sguaiatamente). E ciò è preferito a una cosa più, passami il termine, raffinata e "seria" come il film di Virzì.
Ma tu stesso affermi che il lettore del Topo è un tipo esigente con cognizione di causa, e per questo credo che un certo tipo di qualità sia sempre richiesto da noi lettori, e sempre ci aspettiamo di trovarlo, a livello più o meno conscio, sul nostro settimanale preferito. Siamo più gente che ride in stile Don Camillo che in stile Christian De Sica.
Anche le storie più demenzialmente comiche, tipo
Quacklight del buon Gagnor, hanno sempre quel tocco in più, ma anche tu sai bene che, in un topo che già contiene una parodia demenziale perfetta come quella, sarà meglio mettere storie più "serie", che so, un Enna o un Sisti, tanto per fare un paio di nomi, piuttosto che un Faraci stile Angus Tales, perché sai perfettamente che noi lettori, oltreché ridere, vogliamo altro da
Topolino.E in questo senso penso che la qualità delle storie sia il marchio di fabbrica topolinese al quale non si può rinunciare, e che sarà la sua arma vincente: proprio perché è quello che noi lettori vogliamo, senza bambinate eccessive, senza cose per infanti ancora lattanti, ma che strizzino l'occhio anche agli adulti, e che siano perfettamente godibili anche per loro.
Ti posso citare ancora in tal senso
Topolino e la storia di Marco Topo,
Zio Paperone alla ricerca dell'oricalco, la tua ultima storia di Dinamite Bla con la Befana: storie che non solo ci divertono, a volte facendoci sghignazzare fino alle lacrime, ma che ci danno anche qualche spunto di riflessione sui rapporti con gli altri, o che accrescano un po' la nostra cultura storica, come faceva il buon Guido Martina.
Ecco, proprio perché noi lettori siamo così esigenti, così pretenziosi, così... educati ad un certo modo di fare fumetto che ci portiamo nei geni da Martina e Cimino, credo che la qualità delle storie, nel caso di Topolino, non faccia a pugni con le vendite, ma sia alla base delle stesse, più dei gadget, delle storie meramente promozionali, dei Wizards of Mickey ecc.
Conosci un poco l'universo anime? Potrei farti un paragone, sperando che tu sappia di che io stia parlando. Il vecchio Goldrake è un cartone davvero per tutte le età, pur con tutte le sue pecche, perché ha trame serrate e piene di suspense, comprensibili ad un bambino ma al contempo godibili anche dagli adulti. Il recente
Gaiking legends of Daiku Maryiu sarà più tecnologicamente evoluto, ma è chiaramente una cosa per bambini piccoli (che delusione quando l'ho visto), appassionati a quel tipo di trama, che però è indigesta, per la sua semplicità, a chi ha più di sei anni.
Ecco, per me Topolino dovrebbe avvicinarsi di più a Goldrake che a Gaiking, perché proprio quel suo essere educativo, divertente, pieno di avventura ed azione, nonché ridanciano, tutto nello stesso tempo, è il marchio di fabbrica del Disney italiano di qualità, ed è fruibile tanto dai piccoli quanto dai grandi... Ed è proprio questa sua fruibilità a 360°, questo suo avere
qualcosa da dire a tutti, che ne ha sempre fatto un grande fumetto.
Ma questo, per me, è sinonimo di qualità delle storie, senza le quali il Topo non avrebbe senso d'esistere e di essere acquistato...
Spero di essere stato chiaro, e a presto.
@S.Mongo e Pacuvio: uh? Mi sembrava che anche nei primi anni '90 si fosse arrivati al milione...