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Vita e dollari di Paperon de' Paperoni

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    Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
    Risposta #150: Lunedì 19 Nov 2007, 20:29:46
    Un film di Indiana Jones inizia con Indy che deve riprendere un idolo, ci appoggia sopra qualcosa (una mela?) ma il peso non è lo stesso così la sfera di pietra parte e cerca di ucciderlo.
    Si tratta, appunto, de I predatori dell'arca perduta. Non è una mela, ma un sacchetto pieno di terra.

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      Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
      Risposta #151: Lunedì 19 Nov 2007, 20:59:20
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        Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
        Risposta #152: Martedì 20 Nov 2007, 21:49:56
        Speciale Lucca

        Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni - Speciale 60 Anni


        E' curioso che nel 2007, per sfornare un'antologia celebrativa per i 60 anni dello zione, si ricorra alla ristampa di un volume del 1968. Il fatto è che quel libro, con la sua scaletta di storie particolarmente indovinata, il suo apparato critico firmato nientemeno che da Dino Buzzati, e il suo notevole primato, che lo vuole primo Oscar Mondadori a trattare di fumetto, e primissima raccolta a testimoniare l'esistenza del grande Carl Barks, è sempre rimasto una pietra miliare delle antologie a fumetti e un perfetto esempio di quello che poteva essere un essential reading dell'autore nella prima metà degli anni 50. Che a sua volta è forse da considerarsi il suo periodo migliore, caratterizzato da una creatività sfrenata, un'arguzia impressionante e un tratto straordinariamente espressivo che probabilmente non avrebbe avuto uguali nelle opere successive. Tutto questo dando per assodato il fatto che in 700 e più storie, Barks abbia mantenuto una media qualitativa sempre incredibilmente alta, senza cadute di tono, sia nelle lunghe che nelle brevi. Ci troviamo davanti alla creme de la creme, insomma.
        Certo, non è che una ristampa anastatica sarebbe stato il miglior modo di celebrare lo Zione. In fondo ne è passata di acqua sotto i ponti e di carta sotto le rotative (cit.), e, scaletta a parte, non si può certo dire che il resto di quel volume fosse proprio ciò che ci si sarebbe augurato al giorno d'oggi. L'introduzione di Buzzati, in fin dei conti, presentava una visione un po' troppo manichea dei personaggi, mediata sicuramente dal filtro martiniano, la copertina altro non era che un collage di vignette colorato in maniera piuttosto datata, e le fonti...bè le fonti erano quelle che erano. Cioè quelle di Topolino, rimontate su tre strisce, stagliuzzate e rimaneggiate quanto basta per non essere più proponibili al giorno d'oggi.
        Il timore di tutti è che dietro un integralismo filologico eccessivo ci fosse la scarsa voglia di migliorare quegli elementi, un timore piuttosto infondato visto che ogni singolo problema è stato invece meravigliosamente risolto. La copertina infatti presenta adesso uno spettacolare dipinto ad olio di Carl Barks, i redazionali sono stati pesantemente incrementati grazie ai magnifici tre: Luca Boschi, Lidia Cannatella e Alberto Becattini che hanno firmato una cinquantina di pagine interessantissime, mentre le fonti sono adesso quelle assai più corrette di Zio Paperone, con una colorazione e una traduzione molto valide. Il ritorno alle quattro strisce per pagina ha inoltre reso necessario un cambio di formato, che non è più un pocket ma un preziosissimo volume da libreria.

        Paperino e la Scavatrice (Barks): La prima delle sette storie in scaletta giunge dopo una trentina di pagine di testo, occupate da un editoriale della Cannatella, un articolo sui perchè e i percome di questa ristampa celebrativa, firmata da un Boschi desideroso di rendere onore all'edizione originale, una trattazione Becattiniana sui molteplici avversari di Paperone e ovviamente un articolo inerente alla storia stessa. Insomma, appassionati o meno, si giunge adeguatamente preparati ai fasti natalizi di un autore che per questa ricorrenza ha fatto tanto. E in un certo senso fa un po' strano leggere nelle introduzioni certe sue critiche a questa festività, che almeno a giudicare dal suo operato sembrerebbe aver amato tantissimo. Le storie natalizie di Barks presenti in questo volume sono ben due, sicuramente le migliori ma certo non le uniche che si ricordano volentieri di questo autore. In questa, che ci presenta un Paperone ancora acerbo ma con un lato della sua personalità (lo sbruffone di manica larga) che purtroppo sarebbe stato sempre più dimenticato dagli autori successivi, assistiamo ad una presa in giro cattivissima del consumismo natalizio, e di tutti i parenti che in questa festività fanno a gara per dimostrarsi più munifici, quando in realtà basterebbe un po' di acume e semplicità in più per capire cosa veramente renderebbe felice un bambino. Incredibile oltre al comparto grafico che scompone lo schema tradizionale delle vignette in modo sempre originale, la sequenza della lotta tra le scavatrici e la caratterizzazione dei due finti babbi natale Paperone e Paperino, incapaci di capire che ciò che i nipotini vogliono davvero altro non è che una scavatrice giocattolo. Lo capisce invece Babbo Natale, che nella sua apparizione finale da vero deus ex-machina ci regala una sequenza indimenticabile: un dissacrante e al tempo stesso bonario elogio della semplicità.

        Paperino e la Clessidra Magica (Barks): Forse meno bella delle altre nel volume, ma con certi mostri è facilissimo sfigurare. La scarsa fortuna di questa storia è spesso stata determinata dal solito Don Rosa, che nella sua Saga ha deciso di ignorarne ogni riferimento. E in effetti, oltre a presentare una sorta di doppione ante litteram della Numero Uno, il racconto fornisce anche un messaggio diametralmente opposto a quella che sarebbe poi diventata la regola ufficiale e cioè che la ricchezza di Paperone non si basa su un portafortuna ma sul duro lavoro, e che la Numero Uno altro non è stata altro che la sua fonte d'ispirazione per far fortuna in America. Ma a Barks di certe minuzie di continuity fregava proprio poco, se a monte c'era un messaggio assai più forte da trasmettere, e il messaggio in questione, dato ancora una volta con humor e senso del paradosso, e senza didascalismi eccessivi è proprio quello dell'inutilità della ricchezza. Capolavorose alcune particolarità grafiche, come ad esempio il peschereccio trainato dagli squali, e i predoni del deserto di razza umana (e quindi non cani antropomorfi), ma la scena che sicuramente rimane più impressa è quella dell'attraversamento finale del deserto, dove i paperi avranno modo di riconsiderare il vero valore della ricchezza, scoprendo come di fronte ad un sorso d'acqua ogni uomo sia uguale ad un altro.

        Paperino, Zio Paperone e il Ventino Fatale (Barks): E siamo di fronte a quella che insieme alla Stella del Polo si potrebbe tranquillamente definire la miglior storia del volume. Nonchè l'apice di qualsiasi altra storia Disney di argomento natalizio. Se ci si pensa in questa storia c'è proprio tutto: un ruolo ben definito per buona parte del cast paperopolese, un avventura cittadina per Paperino e una tragedia per Paperone, voluta dal fato per condannarne la cupidigia. Che poi tanto cupidigia non è, ma solo un modo fanatico di concepire le priorità. Paperone viene punito, non tanto per aver negato la sua parte di denaro ai bambini di Shacktown (cosa che non ha esattamente fatto), ma per aver condannato il lato ludico della ricorrenza. E paradossalmente sarà proprio un trenino elettrico a salvargli il patrimonio, dopo la catastrofe provocata dal suo più grande atto di sfida nei confronti del destino: chiedere l'elemosina. E già basterebbe questo a prostrarsi di fronte a tali tavole. Ma questa storia offre di più: i metodi sempre diversi che Donald escogita per recuperare la somma necessaria in tempo per ricevere l'apporto di Paperone hanno del geniale, e ancor più bello è osservare le sue reazioni a tutto ciò che accade, con irresistibili espressioni stralunate, divertite o afflitte a seconda dei casi. I dialoghi sempre all'altezza danno vita a una girandola di scenette di incredibile modernità, che fanno ampiamente sfigurare buona parte di quanto si vede oggigiorno sulle pagine di Topolino. Insomma, non si sa se ricordare di più questa storia per la parabola Paperoniana, per i dialoghi frizzanti e pieni di verve o per il comparto grafico carezzevole e pieno d'atmosfera. Capolavoro, insomma.

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          Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
          Risposta #153: Martedì 20 Nov 2007, 21:51:13
          Zio Paperone e la Disfida dei Dollari (Barks): La storia che ha posto le basi su un argomento di cui fior fior d'autori avrebbero avuto modo di discutere: l'approccio di Zio Paperone al suo denaro. Il Kondike, il Montana, i Dalton, tutti riferimenti che avrebbero fornito a Don Rosa altrettanti elementi per indagare in maniera pedestre sul passato di Paperone. Ma lo spirito della storia è un altro, ed è espresso perfettamente nel suo titolo americano: Only a Poor Old Man. Tutta l'avventura alla base, con Paperone impegnato a nascondere i suoi averi sul fondo di un lago, pur godibile, non è il fulcro della vicenda bensì l'esempio a cui applicare i valori che vengono invece espressi all'inizio e alla fine del racconto. Paperone cerca di convincere un Paperino piuttosto terra terra a godere dei vantaggi che può offrire una vita come la sua, e già durante la sua lezione si iniziano a intravedere le prime falle del suo ragionamento. Paperone viene infatti continuamente disturbato da problemi via via più grossi fino a che, con l'entrata in scena dei Bassotti, la storia prende un corso diverso, e solo dopo molte peripezie si ripristina una condizione di partenza in cui però Paperino è ormai convinto che gestire grosse somme di denaro altro non sia che una grossa scocciatura. La lezione di Paperone non va quindi a buon fine, e il sentirsi dire dai nipoti di essere un povero vecchio e che nella vita ciò che conta più di ogni suo bilione sia un cono alla vaniglia, lo lascia per un attimo a riflettere, nella vignetta muta forse più eloquente della storia del fumetto Disney. Ma il momento di perplessità dura poco, e Paperone, scrollatosi di dosso ogni dubbio, riinizierà a far quello che faceva prima con convinzione ancora maggiore. L'ultima tavola in questo senso è un vero capolavoro, per come riassume meravigliosamente il senso di quanto raccontato. E con quale delicatezza e humor lo fa! Il registro di Barks è sempre molto lieve, e invita a ridere con distacco di quelle che sono le vicende di questi personaggi, senza mai prendere troppo sul serio le loro paranoie, e anzi suggerendo al lettore di non prendere le parti di nessuno, per godersi ancor più le delizie di questo teatrino.

          Zio Paperone e la Stella del Polo (Barks): Ricordo ancora che quando ero piccolo questa era una delle storie che mio padre mi raccontava per farmi mangiare. E benchè per farmela capire meglio me l'avesse semplificata non poco, posso dire che era questa la mia preferita, quella che non mi stancavo mai di ascoltare. Negli anni poi mi sono accorto che questa storia era stata promossa a vero e proprio mito da un sacco di persone. Romano Scarpa per dirne uno, che aveva dato a Doretta una nipotina di nome Paperetta Ye Ye, o Don Rosa per dirne un altro che, partendo dalla Saga, su Doretta ci ha scritto miriadi di storie, tirandola in ballo ogni due per tre e finendo così per inflazionarla. E come dimenticare la trasposizione animata nell'ambito della serie Duck Tales che tanto mi faceva arrabbiare da piccolo per la sua discutibilissima fedeltà all'originale? E la citazione all'interno di PKNA #13: La Notte Più Buia? Insomma, Back to Klondike, acclamata dal mondo intero, è forse la migliore storia coi Paperi mai scritta. Eppure ricordo che la vera folgorazione che me la fece adorare, prescindendo finalmente dalle nostalgie infantili, avvenne con la ripubblicazione su Zio Paperone nel 1996, quando mi ritrovai davanti quelle quattro tavole nuove di zecca, dove veniva narrata la storia del loro primo incontro. Quel flashback Barksiano, partorito millenni prima di qualsiasi altra divagazione Donrosiana sull'argomento e rimasto censurato così a lungo, rimane ancor'oggi uno dei momenti più alti della narrativa Disneyana, una parodia graffiante nei confronti di certi stereotipi sul luminescente mondo dei cercatori d'oro dello Yukon, fatto di bulli, pupe e sale da ballo. Un Paperone tanto grintoso nel passato, quanto tendente al perdono nel presente, è reso con un sottile gioco di caratterizzazioni ambigue, che a quanto pare a Barks riusciva divinamente. La tematica degli affari di cuore di Paperone, che sarebbe poi stata ripresa, più e più volte, anche grazie a quell'altro gran personaggio Scarpiano chiamato Brigitta, esordisce per la prima volta qua, andando a costruire un altro fondamentale pezzettino di quell'incredibile personaggio chiamato Paperon de' Paperoni.

          Zio Paperone e la Dollarallergia (Barks): Inferiore agli ultimi tre mostri sacri perchè "solo" geniale, questa storia mostra un Barks ancor più graffiante del solito, nel suo raccontare di come una società utopica diventi distopica. Ricorda un po' certe storie dei Puffi in cui un elemento disturbante finisce per turbare un ecosistema perfetto, e far provare per la prima volta agli abitanti del suddetto ecosistema delle squallide emozioni umane. Paradossi come se piovesse, insomma. E si nota un certo piacere perverso di quel mattacchione di zio Carl nel tratteggiare un Paperone in fuga dal suo stesso denaro, che in preda agli isterismi urla "Odio il mio denaro! Mi ha procurato solo noie, fatiche, lavoro, preoccupazioni e grattacapi! Fuori dai piedi sporca robaccia!". Per non parlare del lento e inesorabile meccanismo secondo cui pure la pacifica Trulla si fa prendere dalla mania per il superfluo e instaura una pseudoeconomia basata sui tappi di bottiglia. Genio puro.

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            Risposta #154: Martedì 20 Nov 2007, 21:52:05
            Zio Paperone e la Sette Città di Cibola (Barks): E infine un viaggio. La caccia al tesoro era l'unico topos inaugurato da Barks che mancava ancora nel volume (e, no, la Clessidra vedeva i paperi rivaleggiare tra loro e quindi non vale), e quindi eccola qua in ultima posizione. Certo magari al suo posto ci sarebbe stata meglio quella dello Skirillione, dove i paperi trovano Atlantide, ma questa storia ha avuto un'importanza e un seguito enormi. Tanto per iniziare la famosissima ispirazione di Spielberg per Indiana Jones, che dovrebbe già di per sè inscrivere questa storia nel mito. Inoltre, va ricordato un riferimento alla ricerca di punte di freccia indiane che i paperi compiono all'inizio della storia, che sarebbe finito dritto dritto in PKNA #27: I Mastini dell'Universo. Insomma, magari non al livello della magnifica triade al centro dell'albo ma pur sempre la caccia al tesoro per eccellenza, che ci permette di assistere ad alcune delle più ariose quadruple (o sarebbe meglio dire triple) mai tratteggiate da Barks.

            Spero che ora molte cose siano chiare. Il motivo per cui tutti qui sbaviamo per certi autori piuttosto che per altri, il motivo per cui perdiamo il nostro tempo in giro per forum Disneyani, anzichè darci a fumetti che magari potrebbero soddisfarci anche di più. E invece no, preferiamo continuare a seguire il fumetto Disney, ben consci che la storia bella salterà fuori solo dopo dieci storie brutte e che l'autore veramente bravo dovrà graffiare e scalciare per riuscire ad emergere in una massa tesa a fare storie per bambini con l'unico scopo di portarsi a casa la pagnotta.
            Fare buon fumetto Disney è molto difficile, sicuramente più arduo che fare ottimo fumetto Marvel, o fare Manga, proprio per questo doversi trovare per forza a cavallo tra i target, cercando di dire qualcosa di intelligente, facendo uso di un codice espressivo indirizzato a tutti e contemporamente a nessuno di specifico. Disney per sua stessa natura è un ideale artistico, il cui scopo è riuscire a comunicare qualcosa ad un vasto pubblico, un pubblico che include anche i bambini, che determinano pesantemente alcune scelte espressive. Scelte che purtroppo spesso e volentieri forniscono un pretesto per fraintendere e limitare così gli scopi di quella che almeno in teoria dovrebbe essere un perfetto meccanismo di intrattenimento universale.
            Ma la causa di tanto malcostume, il motivo per cui aprendo Topolino troviamo storie come Amelia e la Festa di Halloween (sì, la tirerò sempre in ballo d'ora in poi), è proprio che evidentemente non c'è abbastanza cultura Disneyana, nè tra i lettori, nè tra gli autori. Ma in fondo è comprensibile, visto che Gottfredson nelle edicole latita da un decennio, e che l'opera omnia di Barks ha cessato di essere sistematicamente pubblicata nel 1995, con l'inizio della famosa serie bianca di Zio Paperone. E, no, non basta che ogni tanto questi due autori facciano capolino sulle pagine dei Grandi Classici, deturpati, maltradotti, stagliuzzati e rimontati da una politica editoriale che vuole a tutti i costi andare alla ricerca delle fonti più vecchie e meno filologiche (Topolino). C'è bisogno che Barks, Gottfredson e magari anche Scarpa, Taliaferro e quanti altri abbiano contribuito a incrivere il marchio Disney nella Storia del Fumetto, possano essere sempre disponibili sul mercato, perchè chiunque, lettore casuale, autore o appassionato possa farsi veramente un'idea delle potenzialità espressive del fumetto Disneyano.

            da La Tana del Sollazzo

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              Risposta #155: Martedì 20 Nov 2007, 22:00:40
              in maniera piuttosto datata, e le fonti...bè le fonti erano quelle che erano. Cioè quelle di Topolino, rimontate su tre strisce, stagliuzzate e rimaneggiate quanto basta per non essere più proponibili al giorno d'oggi.

              Posso permettermi di correggerti un dettaglio in questa magnifica rece-fiume? Il vita e dollari originale era su quattro strisce, non tre (ed era gran parte del suo fascino... così piccole, e in b/n, le vignette sembravano ancor più piene di dettagli)
              « Ultima modifica: Martedì 20 Nov 2007, 22:01:50 da Sprea »
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                Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                Risposta #156: Martedì 20 Nov 2007, 22:17:21
                E, no, non basta che ogni tanto questi due autori facciano capolino sulle pagine dei Grandi Classici, deturpati, maltradotti, stagliuzzati e rimontati da una politica editoriale che vuole a tutti i costi andare alla ricerca delle fonti più vecchie e meno filologiche (Topolino).

                Politica editoriale forse non condivisibile ma i Grandi Classici sono obbligati a ristampare storie da Topolino... a volte arriva qualcosa dagli Albi della Rosa, a volte sono storie su quattro strisce perché non originariamente rimontate, ma attualmente su quella testata non si può assolutamente pretendere la filologicità che ci vorrebbe.
                Bisognerebbe... e questo l'Epierre ha provato a farlo con metodi alquanto discutibili (ma non è la sede adatta per parlarne) .... fare volumi da tenere in libreria oggi e per sempre.
                E "Io Topolino" e tutti i suoi fratelli nacquero con quell'intenzione. Solo che si tratta pur sempre di 25 anni fa e che la qualità allora eccelsa (ma con molte pecche) attualmente non sarebbe più accettabile.

                Forse per Gottfredson una soluzione del genere andrebbe bene... ma Barks rimontato a sei/otto strisce per 4/6 vignette per riga sarebbe alquanto penalizzato.

                Ciao.
                "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                  Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                  Risposta #157: Martedì 20 Nov 2007, 22:18:31

                  Posso permettermi di correggerti un dettaglio in questa magnifica rece-fiume? Il vita e dollari originale era su quattro strisce, non tre (ed era gran parte del suo fascino... così piccole, e in b/n, le vignette sembravano ancor più piene di dettagli)

                  Gaffona, e pensare che ce l'ho...

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                    Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                    Risposta #158: Mercoledì 21 Nov 2007, 00:32:51
                    Bisognerebbe... e questo l'Epierre ha provato a farlo con metodi alquanto discutibili (ma non è la sede adatta per parlarne) .... fare volumi da tenere in libreria oggi e per sempre.
                    E "Io Topolino" e tutti i suoi fratelli nacquero con quell'intenzione. Solo che si tratta pur sempre di 25 anni fa e che la qualità allora eccelsa (ma con molte pecche) attualmente non sarebbe più accettabile.

                    Forse per Gottfredson una soluzione del genere andrebbe bene... ma Barks rimontato a sei/otto strisce per 4/6 vignette per riga sarebbe alquanto penalizzato.

                    Ciao.
                    Vero. Le storie di Barks nei volumi "Io.." non rendevano affatto. Quelle a strisce molto meglio. Ma lì era la colorazione che lasciava il tempo che trova. Certo, era tutta un'altra epoca. Oggi li farebbero sicuramente meglio.

                    Complimenti a Grrodon per la recensione.
                    Marco Travaglini


                      Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                      Risposta #159: Mercoledì 21 Nov 2007, 13:51:46
                      ... così piccole, e in b/n, le vignette sembravano ancor più piene di dettagli)

                      Quoto. Negli anni '60 riuscivano ad infilare un'intera tavola domenicale di Manuel Gonzales, in una sola pagina del Topolino libretto, in bianco e nero. Il risultato era una goduria; sembrava di guardare una miniatura.

                        Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                        Risposta #160: Venerdì 23 Nov 2007, 15:01:43
                        Paperino e la Clessidra Magica: nonostante l'importante messaggio contenuto nella storia, come ben specifica Grrodon nella sua recensione, dico la verità, l'avevo già letta ma messa da parte, quasi dimenticata, probabilmente per il fatto, abbastanza ovvio, che la clessidra magica è stata completamente soppiantata nel tempo dalla Numero Uno.
                        Nella versione presente in Topolino Story l'oasi viene chiamata Bamba Issa; penso quindi che la versione presente in Topolino Story sia stata presa da "Topolino", mentre quest'ultima da "Zio Paperone"; pur mantenendo il significato originario, i dialoghi sono stati in gran parte modificati.  

                        Inoltre, ho avuto modo di ripescare anche "Zio Paperone e la Banda Bassotti", probabilmente molto più importante dal punto di vista filologico che per il valore della storia in sè.    

                        *

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                          Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                          Risposta #161: Lunedì 26 Nov 2007, 20:14:25
                          Nella versione presente in Topolino Story l'oasi viene chiamata Bamba Issa; penso quindi che la versione presente in Topolino Story sia stata presa da "Topolino", mentre quest'ultima da "Zio Paperone"; pur mantenendo il significato originario, i dialoghi sono stati in gran parte modificati.   

                          in quale altro modo viene chiamata l'oasi di Bamba Issa?  :o
                                   
                          In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                            Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                            Risposta #162: Lunedì 26 Nov 2007, 20:19:20
                            Nelle ultime versioni semplicemente "Issa" (il nome originale datogli da Barks era invece "No Issa").

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                              Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                              Risposta #163: Lunedì 26 Nov 2007, 20:29:40
                              Nelle ultime versioni semplicemente "Issa" (il nome originale datogli da Barks era invece "No Issa").

                              grazie, non lo sapevo proprio  :)
                                       
                              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                Re: Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
                                Risposta #164: Martedì 27 Nov 2007, 07:34:49
                                A mio giudizio, buona parte del "culmine" barksiano è riunita, oltre che nella settupla dei volumi "vita e dollari", nei seguenti due volumi:
                                http://coa.inducks.org/issue.php?c=it&c1=BIG+++2A
                                http://coa.inducks.org/issue.php?c=it&c1=BIG+++3A
                                Scusate l'OT, ma sapete dirmi più o meno quanto possono costare? La fumetteria qui vicino mi sembra ce li abbia, e le storie di Io Paperone mi mancano quasi tutte. Sì, potrei passarci, ma anche se è vicina non è dietro l'angolo e poi è meglio se prima mi faccio un'idea. Grazie!

                                 

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