Questa è una storia bellissima, avvincente, appassionante e che rileggo sempre con molto piacere.
Il personaggio di Cuordipietra viene dipinto come una vera canaglia: arido, privo di scrupoli e sensi di colpa per il suo modo di agire, non si fa problemi a minacciare l'incolumità dei nipotini per colpire il suo acerrimo nemico.
Ed è proprio nella dimensione degli affetti e della famiglia che Famedoro vuole consumare la sua vendetta nei confronti di Zio Paperone, un papero che può dirsi un "vincente" non solo perché nel corso della sua esistenza ha accumulato quei tre ettari cubici di denaro che lo rendono il papero più abbiente del mondo.
Ma anche e soprattutto perché sa quanto importante sia per lui l'affetto e il supporto che riceve dalla sua famiglia, da Paperino e da Qui, Quo, Qua, ai quali lo lega un rapporto che sicuramente è restio a mostrare in tutta la sua importanza e profondità in pubblico ma che, in cuor suo, sa benissimo quanto valgano ai suoi occhi.
Un personaggio così sfaccettato come Paperone non poteva che avere un rivale degno di tanta spiccata personalità (affaristica e caratteriale) e in questo racconto è il solo Cuordipietra a giocare il ruolo del suo, degno, antagonista.
Intriso di una spudorata costruzione è l'atteggiamento del ricco boero nella prima parte della storia: a partire da quell'abito bianco (a lasciar intendere che, anche nell'aspetto esteriore, la sua coscienza sia stata "ripulita" e "lavata" dopo anni di disoneste malefatte), Famedoro gioca fino in fondo la parte del falso redento agli occhi della famiglia dei Paperi, facendo breccia in chi è ancora troppo giovane e poco esperto delle insidie della vita per realizzare quanto sia falsa ed artefatta la recita ad hoc da lui messa in scena.
Il personaggio di Cuordipietra, in questa come in Zio Paperone e l'Ultima Avventura, mi è piaciuto moltissimo per come Artibani ha saputo mostrarlo un personaggio che "nero" ed oscuro lo è nel profondo dell'anima, privo di scrupoli, disposto a tutto pur di sconfiggere il suo nemico in ghette e tuba.
La sequenza in cui lo si vede rispondere in modo sarcastico per deridere il valore dell'unione e del reciproco sostegno insito nella famiglia dei Paperi e poi vomitare con astio tutta l'aridità del suo animo nei confronti di un impassibile Paperino descrive perfettamente quanto sia gretto il personaggio di Famedoro e come costui sia incapace di provare una qualsiasi volontà di cambiare, di migliorarsi per divenire un papero più giusto e potersi finalmente circondare di persone che lo possano volere bene davvero.
Ma non è il solo Cuordipietra ad essere stato dipinto in maniera egregia nel corso di questo racconto.
Ho amato il Paperino volenteroso e coraggioso che, con sprezzo del pericolo, si precipita nell'isola di Ophir per cercare i nipotini e metterli in salvo dalle grinfie del riccone sudafricano, ma ho anche apprezzato molto la simpatia con cui Francesco Artibani lo ha dipinto (a partire dalle pagine iniziali della storia, in cui non vuole essere disturbato per niente al mondo mentre legge "La Piazzetta Sportiva" passando per il viaggio nella foresta sudamericana in cerca dello zio Gedeone e con la fauna locale che lo ha preso di mira), rendendomelo un personaggio vivo, brioso, sfaccettato, ben caratterizzato e soprattutto dinamico.
È questo un altro aspetto che apprezzo sempre molto nel modo di scrivere Disney di Francesco Artibani, il carattere dinamico e spigliato che sa infondere alle situazioni che si affastellano nel corso del racconto e ai personaggi che descrive.
E, in questa storia, spigliati e pronti all'azione lo sono anche Qui, Quo e Qua (nel fiutare che nella generosità apparente di Cuordipietra c'è qualcosa che "puzza" e nel mettersi subito nelle condizioni di capire che cosa possa nascondere), Gedeone e lo Zio Paperone.
Quest'ultimo si precipita a cercare il fratello smarrito nella giungla sudamericana e successivamente, anche quando sembra troppo arrendevole nei confronti delle richieste di Famedoro per riavere i nipotini sani e salvi, all'atto della resa dei conti, dimostra ancora il suo piglio furbo e caparbio, capace di ribaltare la situazione in suo favore e di dare, nuovamente, "scacco" al suo nemico!
Una storia, questa, che ha lasciato un segno nella mia memoria di appassionato Disney e che non mi stanco mai di rileggere di quanto mi coinvolge, appassiona e fa sentire partecipe di una trama che si legge con brio ed interesse per tutte le 120 tavole che compongono questo affascinante ed intrigante... "Segreto di Cuordipietra"!