Fra i tanti errori compiuti dall'uomo in secoli di storia v'è forse anche l'aver estromesso senza apparenti motivazioni valide l'Arte di Giorgio Cavazzano dalle Sette Meraviglie del Mondo moderno. Nel
2007 infatti la
New Open World Corporation ha stilato, dopo accurate selezioni, una lista completa delle 7 opere architettoniche più belle e rappresentative della società attuale, una sorta di raccordo fra passato e presente, con una strizzatina d'occhio per il futuro. Ecco, l'esclusione delle costruzioni tridimensionali del
Cavazza, all'epoca reduce dal manifesto artistico di
Novecento (del quale troviamo una ricca serie di schizzi e retroscena magnifici nell'albo testé commentato), è un'indecenza in regola, che per oscure ragioni ignote ai più non potrà mai essere messa in discussione se non con la nascita di un'economia di massa basata sulle strip (visione utopica? distopica? parodica? fate voi!).
Disquisizioni artistiche a parte, il penultimo "tesoro" dedicato al maestro veneziano mi è parso abbastanza sottotono quanto a storie e redazionali, pur confermandosi pienamente sufficiente, dati su tutto gli approfondimenti grafici e contenutistici di
Jungle Town e
Hulk, anche se circa quest'ultimo lo sforzo narrativo poteva essere meno esiguo.
Quello del
Dominatore delle Nuvole (storia che non fatica certo a primeggiare quanto classe e qualità, complice il miglior Macchia dai tempi di Gottfredson e Martina) è un graditissimo ritorno oltreché un villain molto particolare dai tratti somatici guarda caso scarpiani e un'ideologia progressista e del tutto estranea al mondo attuale, con più di un occhio puntato al futuro. Parla pochissimo e agisce ancor meno, ma a ben guardare il suo è un compito nobile, non per niente risolutivo. Il diverso per eccellenza (e mi ricorda un po'
qualcuno...).
Ottimo pure Vitaliano nella sua
Rapina da Fumetto, che ironizza su due "professioni" a sé stanti (fumettista e ladro incallito), pur conscio dei rischi corsi. Rischi che evita al meglio, tirando fuori una splendida sceneggiatura, fresca e dirompente, in molti tratti tendente al proto-faraciano.
Il tomo si perde poi nelle ultime pagine, presentandoci storie semplici e ordinarie, ben scritte (e disegnate), per carità, ma che nulla ci lasciano come avrebbe invece sicuramente fatto
Topolino sulla scena del crimine, pubblicata giusto in quel periodo. Peccato.
3 STELLEDalla ricca preview di copertina sono abbastanza evidenti le ristampe di
Prima della Prima, il
Veliero d'argento e il
Surreale viaggio nel destino, oltre forse a
Paperinik, un eroe al casello, già ripubblicata a suo tempo nello speciale targato Disney Libri.
Mi chiedo solo, dato che siamo ormai giunti al termine, come la Panini raggiungerà il tetto minimo di 50 capolavori, come cita il sottotitolo.