https://inducks.org/story.php?c=I+TL+1668-AEcco una delle migliori avventure della macchina del tempo, nonchè una delle migliori di Topolino firmate da Pezzin.
Rispetto alle altre del genere, presenta una struttura atipica: infatti la maggior parte delle trame di questo filone comincia con Topolino e Pippo convocati al museo, procede con l'introduzione del mistero che dovranno indagare e dà luogo alla partenza, il tutto nel giro di poche pagine.
Questa volta invece una buona parte della trama è ambientata nel presente, facendo sì che il viaggio temporale avvenga in fase avanzata. Ciò accade in quanto prima i protagonisti devono risolvere il mistero su chi abbia usato la macchina, per andare dove (e quando) e perchè. In questo modo la prima parte della narrazione si configura come un giallo relegando la componente avventurosa solo in un secondo momento.
Fra le altre cose anche la motivazione che spinge i nostri a recarsi dal passato è differente dall'usuale enigma archeologico.
Quando è stata trovata la divisa da guardiano di ampia taglia mi sono detto "Speriamo che il colpevole non sia il solito Gambadilegno". Invece era proprio lui, tuttavia ciò non veniva presentato come chissà quale colpo di scena.
A proposito del personaggio, questa è a parer mio la sua apparizione migliore (esclusi Casty e Gottfredson). Lo ritroviamo alle prese con un piano ambizioso, per compiere il quale non si pone scrupoli a macchiarsi delle stragi per le quali diventerà famoso Attila. Nonostante la sua notoria scarsa propensione alle lettere, scopriamo che si getta nello studio nella prospettiva di accumulare enormi ricchezze. Infine, non è solo cattivo ma anche volubile: si veda il finale "Ma io me la bevo tutta. Non voglio più sentir parlare di macchine del tempo e carabattole del genere".
Il personaggio di Attila potrebbe apparire stereotipato alla luce della conclusione: il fatto che si si faccia furbo in una notte sembrerebbe una forzatura. Tuttavia
possiamo immaginare che il suo cambiamento sia stato graduale ma che abbia finto di essere ingenuo per nascondere i suoi sospetti sulla fedeltà del sosia.
Ottimo l'uso di Topolino, sempre pronto a lanciarsi nel mistero senza comunque negarsi momenti ironici. Il personaggio viene particolarmente valorizzato dalle espressioni decise e astute di un De Vita che proprio in quel periodo inaugurava i suoi anni d'oro.
Fra i momenti comici, si segnalano il battibecco tra i professori (mi sono reso conto che mi mancavano), la donna preoccupata per i fiori e la battuta "Mio nonno era davvero cattivo. Ma le prendeva da mia nonna, che era addirittura terribile".
Un po' di note sparse:
- Quando Trudy offre da mangiare, Marlin sta per esclamare "Che schifo!" ma perchè? Siccome non aveva assaggiato niente e nemmeno aveva visto cosa gli avrebbe offerto, mi è sembrata una reazione strana.
- In questa storia Trudy ha i capelli grigi
- Ho notato che De Vita ha disegnato i baffi di Marlin staccati più indietro rispetto al naso e non attaccati ad esso. Se ha fatto sempre così, non me ne sono mai accorto.
- Perchè la pistola non funziona? Topolino afferma che è vecchia di 1500 anni, ma sarebbe come dire che andando nel passato gli oggetti invecchiano ???
- Credevo che la parola colf fosse entrata in uso in tempi più recenti
- I romani vengono raffigurati con armature e indumenti tipici dei primi secoli avanti e dopo Cristo. Io non me ne intendo, ma credo che all'epoca trattata nel fumetto questi elementi fossero cambiati
Per gli interessati, lo stesso Pezzin parla della storia
qui