Per essere precisi, visto che mi si nomina: il problema non è che esista una rivista Disney per infanti. Anzi, è ciò di cui c'è (secondo me) bisogno, perché i personaggi Disney riescono ancora ad avere appeal sui bimbi in tenera età, nonostante i quasi 100 anni di vita! I gusti e le mode son cambiati e cambiano alla velocità della luce, non c'è dubbio, e se una volta "Topolino" andava bene dagli 0 ai 99 anni, da tempo non è più così. Mettiamoci l'anima in pace e accettiamolo, un prodotto per pupi non può risultare contemporaneamente valido anche per persone adolescenti/adulte/mature/come le volete chiamare.
Differenziare il target, nel 2018, è forse la cosa più onesta che si possa fare.
Però...
... se di differenze vogliamo parlare, che siano ben evidenti, queste differenze!!!
Io non ho acquistato "Topolino Junior": è evidente che io, a quasi 34 anni e senza figli, non sia il target di riferimento. E non so che tipo di storie ci siano all'interno. Ma se vogliamo fare cose pucci puccciose per i pupi sono ben felice, da qualche parte le nuove generazioni dovranno pur iniziare. Però soffermiamoci anche su una fetta di pubblico spesso sottovalutata, ma che ha i 'dindini' e che acquista in piena autonomia e con continuità: il giovane-adulto.
Il giovane-adulto si è affezionato a determinati personaggi, a determinate dinamiche, e come con figure umane, concrete, tangibili, e presenti nella vita reale (tipo lo zio ca**one delle feste comandate) non è disposto a rinunciare alla presenza nella propria vita di Topolino & soci. Del resto in Italia per decenni abbiamo dato linfa vitale alla produzione di storie con questi personaggi, quasi da credere che siano stati da sempre 'nostri'. Come rinunciarvi?
Ecco, il lettore giovane-adulto vuol continuare il percorso della sua vita con i personaggi Disney nei fumetti. Che facciamo, deludiamo queste persone? Le perdiamo? Immaginiamo che tutte/tutti siano diventati genitori e che la tradizione continuerà soltanto tramite le generazioni future, quelle dei loro figli?? Questa è la generazione che ha vissuto il periodo più florido delle pubblicazioni Disney nel Paese, è cresciuta col Topowalkie e col milione di copie, non vuole rinunciare a quella piccola àncora di salvezza e sicurezza. Perdere per sempre loro, è una specie di harakiri. Che fare allora?? Dedichiamo a queste persone la 'serie ammiraglia', quella universalmente conosciuta, e dedichiamo ai piccini una nuova rivista da smembrare, leggere, rileggere, scarabocchiare, sforbiciare, distruggere coi genitori, a mo' di feticcio.
E' giusto. E' fisiologico.
Ma non confondiamo le due testate e non facciamole diventare due derivazioni dello stesso prodotto.
I bimbi con "Topolino Junior" possono essere contenti. E anche i loro genitori.
Ora facciamo contenti anche i giovani/adulti scapestrati come me e che non hanno la minima intenzione di procreare e realizziamo una rivista a loro rivolta. Senza risvolti eccessivamente adulti/volgari o chissà che altro, ci mancherebbe! Ma realizziamo un prodotto 'trasversale', che può piacere a tanti, ma senza partire per forza dalle storielline scemette per bimbi. Iniziamo a parlare ai ragazzini delle elementari, che sono comunque più svegli dei trentenni di oggi quando erano piccoli, e facciamo in modo di stimolare le loro menti, di fargli cercare alcuni significati senza imboccarli, di spingerli oltre (cose che, raramente, ma ancora si vedono su "Topolino"). Questo piacerà sia a loro, che al giovane-adulto.
Differenziamo i prodotti, accontentiamo più gente possibile. Ci sono tanti giovani autori che non chiedono altro che un banco di prova. Quel banco di prova, può essere il nuovo "Topolino Junior". Accontentiamo loro, e accontentiamo noi. Ne hanno- e abbiamo- tutti diritto.