Papersera.net

Una cosa che ho notato negli ultimi tempi, ma che solo adesso con la recente storia del Grande Gioco Geniale mi porta a scrivere questo topic, riguarda l'uso delle didascalie esplicative. Non credete anche voi siano troppe e, soprattutto, di poco significato? Spesso compaiono per spiegare il senso di parole di non troppo difficile comprensione (per non parlare dell'uso di un vocabolario), o per effettuare rimandi a una sola puntata precedente, laddove non ce ne sarebbe bisogno. Il risultato, almeno secondo me, è che appesantiscono e rallentano la lettura, oltre a dare l'idea che il lettore medio sia un semianalfabeta che non conosce i termini più elementari. Pensate che una scelta simile vada in una direzione ben precisa, ovvero quella dell'abbassamento dell'età del target dei lettori, o sia solo un caso?

(ad ogni modo, povera disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera... oggi servirebbe una vignetta intera per spiegarla...)

Purtroppo l'ho notato anch'io, e penso che l'idea sia proprio quella dell'abbassamento del target; peccato che, se l'idea è quella, il risultato è proprio quello di trattare il lettore da semianalfabeta!

Tra l'altro, come al solito in questi casi, si raggiungono risultati ridicoli: nella seconda puntata del Grande Gioco c'era una didascalia che si premurava di spiegare il significato di "grullo" (come se ce ne fosse bisogno, ma vabbe'...); nell'ultimo topolino, invece, nella storia di Paperino contro Paperino, si usa la stessa parola senza nessun bisogno di spiegazione...
... mi si dirà: "certo, l'hanno spiegato tre numeri prima, adesso non c'era più bisogno!"... ma non credo che abbiano pensato una cosa del genere!

È la prima cosa che ho notato leggendo gli ultimi due Topolini. Si dà per scontato che il lettore non abbia memoria e lo si tratta da completo deficiente, il che non è mai un buon swgno

Non mi piace l'uso delle didascalie, in qualsiasi modo vengano utilizzate.
Ovviamente non passano più le didascalie con le scritte "dopo", "il giorno dopo ... " etc, di cui abbondano i fumetti vintage. Ma bisognerebbe limitare anche l'uso di quelle di cui parla Dippy, con il significato delle parole, ci può stare ma solo in casi limitati. Farei a meno di abusare anche delle didascalie utilizzate come discorso diretto oppure per spiegare gli avvenimenti. Perché in generale, come detto, appesantiscono non poco la lettura. Da lettore ...  mi piacciono solo le scritte all'interno dei balloon.

Sopravvalutate l'intelligenza e la cultura (soprattutto quest'ultima) dell'italiano medio. Comunque non siete costretti a leggerle, se vi danno tanto fastidio.

Negli ultimi due decenni le didascalie si sono 'evolute', nel senso che hanno cominciato ad interagire con i fumetti veri e propri, terminando nella vignetta successiva una frase iniziata da un personaggio nel classico baloon della vignetta precedente, facendo da 'ponte' nei cambi di locations. Poi ci sono le didascalie che introducono con molta accuratezza e anche prolissità storie particolari (mi viene in mente soprattutto Teresa Radice ma anche storie pikappiche).

Poi, come scritto, ci sono quelle spieganti alcune parole che in molti casi (anche riguardo i bambini) non avrebbero bisogno di particolari delucidazioni.
Un'altra novità che prima del 2000 (più o meno) non c'era sono i continui rimandi a situazioni svoltesi in puntate precedenti o collegati a storie del passato, con il determinato numero del Topo specificato. Cose che nel secolo scorso non c'erano e che sono molti utili per i lettori più curiosi o più nerd.

Sopravvalutate l'intelligenza e la cultura (soprattutto quest'ultima) dell'italiano medio. Comunque non siete costretti a leggerle, se vi danno tanto fastidio.

L'italiano medio di certo non sarà una cima, ma, salvo casi limite, non penso neppure sia un completo ignorante

Anch'io ho notato la questione delle didascalie, finora non ci ho mai dato troppo peso ma ora che inizio a pensarci effettivamente mi sembra una sorta di presa in giro nei confronti del lettore.
Probabilmente questo e' un altro dei motivi che mi fanno prediligere le storie a fumetti del secolo scorso, e come ho già detto in tante occasioni, in questi anni Topolino, dall'italiano medio, e' considerato molto infantile, proprio a causa di "spiegazioni" di termini che tutti, anche gli ignoranti, conoscono. Per non parlare di alcuni contenuti o alcune storie...
Noi sappiamo chiaramente che non e' cosi', cioe', negli ultimi anni e' rivolto verso ad un target infantile, ma il fumetto Disney in se' non e' cosi'.
Questo e' il mio punto di vista, che mi sembra sensato, poi non e' detto che sia giusto.

Le didascalie proliferano nelle diverse serie di brevi di Bosco, a cominciare da Il manuale delle vacanze. Facendoci caso, si nota come ogni singola vignetta, eccetto quella di apertura, venga accompagnata da una didascalia (il cui messaggio di quest'ultima è contrastato o completato in modo umoristico dalla scena raffigurata).

Negli ultimi due decenni le didascalie si sono 'evolute', nel senso che hanno cominciato ad interagire con i fumetti veri e propri [...]
Poi ci sono le didascalie che introducono con molta accuratezza e anche prolissità storie particolari [...]
Un'altra novità che prima del 2000 (più o meno) non c'era sono i continui rimandi a situazioni svoltesi in puntate precedenti o collegati a storie del passato

Una variante del tutto particolare rappresenta questo caso in cui il fenomeno esplode.

Le didascalie proliferano nelle diverse serie di brevi di Bosco, a cominciare da Il manuale delle vacanze. Facendoci caso, si nota come ogni singola vignetta, eccetto quella di apertura, venga accompagnata da una didascalia (il cui messaggio di quest'ultima è contrastato o completato in modo umoristico dalla scena raffigurata).

In realtà in quel caso le didascalie proliferano proprio perché il tipo di storia ideata dall'autore lo implica, io penso che il senso di questo topic sia quello del problema delle didascalie nelle storie normali.