Terry Gilliam è anche tra i miei registi preferiti (il mio preferito in assoluto è David Lynch, che ritengo imbattibile dal punto di vista della "visionarietà"). Ho visto tutti i lungometraggi che ha diretto, tra i quali il mio preferito è e rimarrà
Brazil, tanto che l'ho inserito anche
nella mia decina.
Parnassus l'ho visto una sola volta ma sicuramente necessiterà di una seconda visione per poterlo apprezzare appieno; di questo film bisogna ricordare che la trama è stata stravolta in corso d'opera a causa della dipartita del protagonista Heath Ledger.
Passo ora ai film non ancora visti da Maximilian, sperando di non essere
spoileroso.
L'uomo che uccise Don Chisciotte lo definirei la
summa dell'arte "gilliamesca", in cui l'autore si è, forse, lasciato prendere un po' la mano, dopo che anni prima era stato costretto a interrompere il suo progetto (cosa descritta ampiamente nel documentario
Lost in La Mancha).
La leggenda del re pescatore ha due dei miei attori preferiti, Robin Williams e Jeff Bridges, ma forse mi ha un po' (solo un po', eh!) deluso: apprezzo anche qui la commistione di fantasia e realtà, però vi ho riscontrato diverse cadute di ritmo.
I banditi del tempo è quella che definirei un'"anti-fiaba", che tocca anche temi etici e filosofici. Lo ritengo una delle migliori realizzazioni del Gilliam prettamente fantastico.
Jabberwocky, che in Italia non è mai uscito al cinema né è stato doppiato (è disponibile comunque un'edizione sottotitolata) si distingue soprattutto per la sua forte vena satirica, in un medioevo che è la parodia della nostra società. Il drago animato in stop-motion mi ha ricordato le creature di Jim Henson, in particolare in quel film dimenticato dai più che è
Dark Crystal. Vena satirica che è presente in misura ancora maggiore in
Monty Python e il Sacro Graal, condiretto con l'altro membro dei Monty Python Terry Jones, regista anche degli altri lungometraggi dell'
ensemble comico (
Il senso della vita,
Brian di Nazaret,
E... ora qualcosa di completamente diverso).