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Che fare della mia vita?

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Mark
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PolliceSu   (7)

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PolliceSu   (7)
    Che fare della mia vita?
    Mercoledì 13 Mag 2015, 01:56:19
    Cari paperseriani, ho bisogno di un consiglio e ho pensato che la nostra comunity (detta così sembra la pubblicità di un gestore telefonico) sia il posto giusto. Primo perché questo sito è frequentato da gente intelligente, sensibile ed educata, anche grazie alle occasionali bacchettate dei moderatori; secondo perché certe volte è più facile affrontare certi argomenti e dire come la si pensa con persone che non conosci personalmente e che in teoria non giudicano, o che comunque non ti mettono un’etichetta addosso nella vita reale.

    Ho una laurea in Scienze della Comunicazione (lo so, ha il valore della carta  igienica) e poca esperienza spendibile nel mondo del lavoro. Chi legge il mio curriculum pensa che abbia fatto molte cose interessanti (il che è certamente vero) e che io stesso sia una persona interessante e particolare da conoscere (se questo sia vero non sta a me dirlo), ma non mi darebbe mai un lavoro. Perché (non raccontiamoci balle) non basta essere brave persone, onesti, scrupolosi e pronti a lavorare sodo. Occorre saperla fare una caspita di professione.

    Mi sono pagato gli studi lavorando in un caf (è dove andate a farvi compilare la dichiarazione dei redditi), e durante e dopo l’Università ho lavorato per due radio locali come conduttore e autore, e per due giornali come giornalista. Per uno ho fatto anche il  critico cinematografico e il fumettista. Dimenticavo… Ho fatto anche l’animatore.

    Direte, ma allora qualcosa lo sai fare. Se mi chiedete cosa sono, vi rispondo che sono un intrattenitore, un guitto, il giullare di corte, Anche quando lavoravo al caf, i clienti volevano che mi occupassi io di loro perché oltre a far bene quel lavoro li facevo divertire. È in questa veste che ho sempre dato il meglio di me. Disegnare mi piace, ma non ho le capacità per camparci. Come giornalista, la mia responsabile diceva che  riuscivo, e anche bene, ma non è la mia strada. Il giornalista dovrebbe occuparsi di portare alla luce il marcio della società; il giornalista è prima di tutto una persona che guarda con realismo – e a volte anche cinismo – al mondo. Io sono un sognatore, l’esatto contrario. Ho fatto quel lavoro per quasi due anni, ma non è il mio futuro.

    Sono a un punto della vita in cui ormai dovresti aver costruito qualcosa e in cui ogni giorno che passa ti porta sempre più ansia e preoccupazione, dato che guardando in avanti ti rendi conto di non avere un futuro.

    I problemi economici ci sono e comunque, se anche non ci fossero, a un certo punto devi pur costruirti un domani.

    Due anni fa ho subito un’operazione d’urgenza per un’ernia cervicale che ha danneggiato il midollo. Dopo la fisioterapia sono tornato a una vita normale e le piccole conseguenze, tenendo conto che se non operavano non ero qui a rompere o nel migliore dei casi ero in carrozzina, sono sopportabilissime. Non posso portare pesi e mi affatico fisicamente molto facilmente. E questo purtroppo taglia fuori la quasi totalità dei lavori che non richiedono una qualificazione (dallo scafanalista all’Esselunga al commesso in un negozio). Non voglio incoraggiamenti né altro. Ho la fortuna di essere una persona positiva e ottimista. Dico la fortuna, perché non è un merito. Sono nato così. Mi alzo da sempre allegro e contento, nonostante i pensieri e le preoccupazioni. Quello che cerco è un consiglio.

    Quel che mi riesce meglio e che mi dà più gioia è intrattenere il prossimo, farlo sorridere, farlo divertire.
    Non so cosa fare della mia vita, non so come mettere a frutto i talenti (ognuno di noi ha dei talenti) che Dio mi ha dato. Vorrei cercare qualcuno disperato come me (l’unione fa la forza), con la mia stessa propensione per il mondo del divertimento e dello spettacolo. A volte penso che in due o in tre (o anche in di più, a patto di essere geograficamente vicini) si potrebbe mettere su qualcosa, uno spettacolo, un gioco per locali, qualcosa da proporre magari durante l’anno nei bar o nei ritrovi (anche nei centri anziani, perché no?) e durante l’estate negli stabilimenti balneari. Ma non so da che parte cominciare, soprattutto nel cercare qualcuno che abbia la mia stessa disperazione e le mie stesse ambizioni.

    Dove posso cercare (on line e non) queste persone? Cosa posso fare? Che mi consigliate?

    Grazie  e scusate del tempo che vi ho rubato

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    SirNuts
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      Re: Che fare della mia vita?
      Risposta #1: Mercoledì 13 Mag 2015, 02:23:53
      purtroppo siamo distanti... altrimenti aderirei al tuo progetto (sono un fotoamatore, ho girato un cortometraggio e scrivo sceneggiature) :) io sono in una situazione abbastanza simile: sono disoccupato da 11 anni, non ho un diploma e ho un ernia ombelicale grossa come una palla da tennis che non posso operare a causa del tanto peso che non riesco a perdere... di conseguenza sono tagliato fuori dal mondo del lavoro (i pochi lavori sedentari che potrei fare richiedono almeno un dioloma)... intanto potresti provare a chiedere l'invalidità, saresti inserito nelle categorie protette (io sto vagliando di farlo per il peso) e potresti rispondere agli annunci dedicati (sono tutti lavori dedicati a chi ha disabilità fisiche o psichiche, quindi di solito lavori abbastanza leggeri) e nel frattempo portare avanti questo progetto...
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      Mark
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        Re: Che fare della mia vita?
        Risposta #2: Mercoledì 13 Mag 2015, 16:09:15
        Ti ringrazio per la risposta.

        Il mio medico mi ha spiegato che mi verrebbero riconosciuti pochi punti d'invalidità, al massimo una decina, e che per aver accesso alle categorie protette ne occorrono almeno 60. Di conseguenza, ritiene che non valga nemmeno la pena iniziare la pratica.

        Peccato abitare lontani (in che provincia vivi?), ma comunque ti ringrazio molto della risposta ;)

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        SirNuts
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          Re: Che fare della mia vita?
          Risposta #3: Mercoledì 13 Mag 2015, 16:30:34
          parma
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            Re: Che fare della mia vita?
            Risposta #4: Giovedì 14 Mag 2015, 17:41:00
            Sei a 20 minuti da Milano. Sei vuoi davvero far qualcosa nello spettacolo devi partire da là. Cerca qualche locale che permetta l'esibizione di dilettanti. Candidati alle trasmissioni comiche, anche le più infime. Vai a lavorare come animatore ovunque riesci a trovare. E preparati a sudare lacrime e sangue e forse al successo.

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              Re: Che fare della mia vita?
              Risposta #5: Giovedì 14 Mag 2015, 19:27:51
              Anzitutto, per quel che possono valere, i miei più sinceri auguri per tutto! Il fatto di essere persona "positiva e ottimista" ti fa onore più di molti pregi che altri millantano!

              Poi: hai provato a cercare nel mondo dell'infanzia? Anche nelle scuole materne/elementari, ad esempio, o - adesso che cominciano le vacanze - nelle ludoteche. (Molto più dei campi solari, le ludoteche sono luoghi di intrattenimento intelligente che non chiedono di meglio di una persona competente, ad esempio nel tuo caso, nel campo dell'animazione.)
              Nel caso delle elementari, se qualche maestro/a motivato/a si interessasse, sarebbe una maniera molto più sana di altre di mettere i bambini a contatto con l'animazione e la tecnologia in genere. E il divertimento (loro e tuo) sarebbe assicurato.

              Giusto per gettare qualche sasso, magari uno fra i tanti che (spero) raccoglierai andrà nella direzione giusta!

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              Mark
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                Re: Che fare della mia vita?
                Risposta #6: Mercoledì 27 Mag 2015, 15:22:54
                Grazie  per le risposte. Ho aspettato a rispondervi perché volevo documentarmi sui consigli dati.

                Le idee di Dominatore delle nuvole sono molto buone. Il problema è che per lavorare con i bambini occorre aver frequentato il socio psico pedagogico (o come si chiama) o addirittura la laurea in Scienze della formazione.

                Ringrazio anche Pandrea. Forse è una distinzione difficile da comprendere da fuori, ma, come ho scritto nel primo messaggio, sono un intrattenitore, non un comico ;). Facendo un paragone con grandi professionisti, è la differenza che c'è tra Paolo Bonolis e Giuseppe Giacobazzi. Sto cercando come animatore per feste e quant'altro, ma non si trova molto.

                Grazie ancora a tutti per le proposte
                « Ultima modifica: Mercoledì 27 Mag 2015, 15:23:32 da Mark »

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                Copernico Pitagorico
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                  Re: Che fare della mia vita?
                  Risposta #7: Giovedì 28 Mag 2015, 15:59:36
                  Allora non fare la fine di Topolino ed Eta beta in "Topolino e il dottor Tic-Toc ;D
                  Per mille bobine di Tesla!l'antenato, quel che bee cicoria
                   

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                    Re: Che fare della mia vita?
                    Risposta #8: Giovedì 28 Mag 2015, 22:35:28
                    C'è una cosa che non capisco Mark... tu dici che la laurea in comunicazione non è spendibile, questo è vero in parte e per determinati livelli, ma se c'è qualcosa che non manca mai è la ricerca di laureati in comunicazione, possibilmente giovani, che si cimentino a fare gli agenti o venditori, aprendo un qualsiasi sito di ricerca lavoro c'è il predominio di queste richieste. Male male che vada nella disperazione, magari come posizione momentanea, un call center o simili è un ripiego fattibile. Sono opzioni passabili specialmente se come dici tu sei una persona molto aperta e con assoluta fretta di avere qualche tipo di introito.
                    Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                      Re: Che fare della mia vita?
                      Risposta #9: Venerdì 29 Mag 2015, 01:28:15
                      Ti ringrazio e non vorrei apparire come un bastian contrario o uno che boccia tutte le proposte che gli vengono fatte.

                      Offerte di lavoro come venditore o agente ce ne sono a bizzeffe, e molti non chiedono quasi nessun requisito. Il problema di lavori di questo genere è che si è pagati a provvigione e se non hai davvero il pelo sullo stomaco, non vendi e quindi non guadagni.

                      Da una parte, c'è un innegabile bisogno di money, dall'altra penso che se non costruisci qualcosa a quest'età, non la costruisci più. E' per questo che cerco anziché una toppa momentanea, una vera e propria soluzione. Mi sto informando su cosa occorre  e quanto costa aprire un'agenzia d'animazione, ma, a parte che se anche costasse 5 euro sarebbe sempre di 5 euro più cara del possibile, mi sentirei più tranquillo se non fossi solo, se ci fosse qualcun altro che si lancia in quest'iniziativa con me.
                      Aggiungo anche che mi chiedo se, in tempi di crisi come questa, queste agenzie riescano davvero a lavorare e a guadagnare.

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                        Re: Che fare della mia vita?
                        Risposta #10: Venerdì 29 Mag 2015, 10:49:45
                        Ovviamente la scelta finale spetta a te, ma guarda che non per forza il venditore è quello che suona alle case e ha la borsetta, i piazzisti dei cartoni disney ormai non so nemmeno se esistono più... ci sono venditori che vengono assegnati alla loro zona e presentano il prodotto per altre aziende, e non è che venduto una volta finisce lì, diventi fornitore di zona. Qualche giorno fa è venuto in ufficio da me un rappresentante di un caffè che vendeva il prodotto ai bar di zona. Abbiamo stilato un decreto ingiuntivo perchè l'azienda mandante gli doveva 4200 euro (questo per un mese solo). Ci sono rimasto anche io ma è la verità. Questo per farti un esempio, poi ovviamente varia dai casi, non c'è dubbio.

                        Aprire un'attività come la descrivi tu sinceramente oggi la vedo molto molto dura, più fattibile forse un luogo di ritrovo? una bar? Vedo bar pieni di gente con proprietari immusonati da mattina a sera, se hai questo carattere espansivo è sicuramente un vantaggio per questo tipo di attività. Non so che tipo di finanziamento possono concederti ma qualche opportunità c'è, per i primi anni hai anche dei vantaggi fiscali ovviamente. Una mia amica ha aperto un bar tempo addietro, certo non c'era ancora la crisi, ma anche in questo periodo tira avanti abbastanza bene anche se i guadagni non sono così esaltanti.
                        Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                          Re: Che fare della mia vita?
                          Risposta #11: Venerdì 8 Gen 2016, 02:52:47
                          Buongiorno a tutti (anche se sto scrivendo questo messaggio alle 2 e 40 di notte, insonnia del cavolo!)

                          La mia situazione è rimasta invariata e i vari tentativi (ho provato con ludoteche, ecc, ma niente da fare) non hanno sortito effetto.

                          C'è un'idea che sto "covando" da due mesi circa. E' un idea un po' folle (un po' tanto), ma penso che potrebbe funzionare. Ricordo di aver letto in altre pagine del forum che più di uno qua dentro ha lavorato e collaborato (anche se a titolo gratuito) con qualche piccola radio locale.

                          Quello che voglio chiedervi, è se c'è tra voi qualcuno in grado di far funzionare la parte tecnica di una web radio, qualcuno che ne capisca dell'informatica necessaria per una cosa del genere e che sappia gestire la parte "fonica" (mixer, ecc). Altra domanda sottintesa, è se qualcuno che rientra nella suddetta categoria ha voglia, incoscienza, coraggio per vedere se si può costruire qualcosa (documentarsi, ragionarci sopra, per vedere se qualcosa si può fare o meno).

                          E infine, (vi chiederete cosa c'entra) se siete nelle prime due categorie, vorrei sapere se conoscete Radio Zeta e se sapete qualcosa della sua attuale situazione.

                          *

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                            Re: Che fare della mia vita?
                            Risposta #12: Lunedì 11 Gen 2016, 15:33:37
                            Non ne capisco nulla di web radio e di parte tecnica..Mi dispiace.A me sarebe piaciuto aprire una fumetteria online, perche adoro i fumetti.
                            Charlie chaplin diceva che avremmo dovuto fare della nostra vita un opera d'arte.Cosa difficile in questa nostra splendida civilta postmoderna e "meraviglioso" sistema capitalistico,dove si fa solo una vita di m...a. E non intendo semplicemente dal punto di vista economico ,perche in effetti le nostre esistenze sono ingabbiate.

                              Re: Che fare della mia vita?
                              Risposta #13: Martedì 12 Gen 2016, 19:49:14
                              Non ne capisco nulla di web radio e di parte tecnica..Mi dispiace.A me sarebe piaciuto aprire una fumetteria online, perche adoro i fumetti.
                              Charlie chaplin diceva che avremmo dovuto fare della nostra vita un opera d'arte.

                              quella frase era di Oscar Wilde se non erro. :)

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                                Re: Che fare della mia vita?
                                Risposta #14: Martedì 12 Gen 2016, 22:01:33
                                In realtà è di Gabriele D'Annunzio:

                                "Bisogna fare della propria vita come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita d'un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui".

                                http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=22ed
                                The Rabbit Hunter! (Copyright by Gancio 08.II.16)


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                                  Re: Che fare della mia vita?
                                  Risposta #15: Martedì 12 Gen 2016, 23:34:42
                                  Si D'annunzio, ma era comunque a chaplin a cui volevo riferirmi e al suo paragonare la vita con l'opera di TEATRO, senza prove iniziali, senza maschere.... Pardon ,la mia memoria inizia a vacillare. :)

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                                    Re: Che fare della mia vita?
                                    Risposta #16: Martedì 12 Gen 2016, 23:47:54

                                    Comunque trovo fantastica una risposta, alla domanda del topic (in senso generico e non riferito personalmente a Mark, ovviamente), a cui ho spesso pensato e che trovo gradita leggere qui: apparentemente semplice ma, al tempo stesso, non facile da realizzare.

                                    Che fare della mia Vita?  Un'opera d'Arte!

                                    Al di là che uno ci riesca o meno (che poi dipende anche dalla concezione di 'arte' che ognuno di noi ha) è comunque una botta di entusiasmo, una spinta in più per chi si trova in situazioni esistenziali poco favorevoli (ed io sono uno di quelli, attualmente). La nostra passione per il fumetto in particolare o l'animazione in generale può aiutarci in tal senso: intendo come filosofia di vita, come ricerca del bello e delle emozioni anche nelle piccole cose quotidiane che arricchiscono e fortificano il nostro spirito e la nostra mente per meglio affrontare ostacoli e difficoltà che la vita ci pone.         
                                    « Ultima modifica: Mercoledì 13 Gen 2016, 00:17:55 da leo_63 »

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                                      Re: Che fare della mia vita?
                                      Risposta #17: Mercoledì 13 Gen 2016, 10:35:12
                                      Mark, se riesci ad impratichirti del mezzo radiofonico, alla trasmissione radiofonica "IL CANTIERE" di Radio3 c'è la possibilità di sottoporre i propri progetti, potresti parlare di animazione visto che sei esperto.
                                      Prova a guardare http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/Programmi/Page-33bd4616-d970-4501-94e6-eb85ae9cd76d.html?section=Main.
                                      « Ultima modifica: Mercoledì 13 Gen 2016, 10:35:28 da A.Basettoni »

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                                        Re: Che fare della mia vita?
                                        Risposta #18: Venerdì 11 Nov 2016, 22:38:43
                                        Vi chiedo un consiglio. Parlando con il professore che mi ha fatto da relatore per la tesi mi ha suggerito - intanto che non trovo altro - di svolgere delle consulenze per studenti laureandi. Gli ho chiesto cosa intendesse di preciso e mi ha spiegato che si tratta di assisterli nella scelta dell'argomento della tesi e nella scrittura della stessa.

                                        Secondo voi c'è effettiavamente richiesta di questo tipo di collaborazione e se sì quanto potrei chiedere economicamente?

                                        Grazie in anticipo per le risposte. E mi permetto anche di proprorre a chiunque voglia cercare un parere per il proprio futuro di usare questo topic che sennò sembra proprio un topic ad personam ;D

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                                          Re: Che fare della mia vita?
                                          Risposta #19: Venerdì 11 Nov 2016, 23:11:00
                                          Secondo voi c'è effettiavamente richiesta di questo tipo di collaborazione e se sì quanto potrei chiedere economicamente?

                                          Io ad essere sincero non frequento l'università e, chiaramente, non conosco questo "mondo".
                                          Però devo dire che l'idea potrebbe funzionare.

                                          Quello di assistere e consigliare lo studente alla redazione della tesi è un servizio e i servizi devono essere pagati.

                                          Il tutto sta a quanto sei bravo te a fare questo lavoro e, perchè no, anche a farti conoscere.

                                          La possibilità di fare qualche soldo è concreta in ogni caso ;)

                                          Un buon prezzo secondo me è di 30 euro a tesi.

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                                          Mark
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                                            Tu vò fa l'americano
                                            Risposta #20: Giovedì 24 Nov 2016, 01:19:13
                                            Il titolo del topic è scherzoso, ma l'argomento è serio.

                                            Innanzitutto voglio mettere la mani avanti: questo non vuol essere un topic ad personam, cribbio (citazione). Io espongo il mio caso - e chiunque oggi o domani si trovi in simile situazione può benissimo fare la stessa cosa - e penso possa essere utile anche per affrontare la questione da un punto di vista generale.


                                            Come gli afecionados del forum forse sanno, ho qualche difficoltà a trovare la mia strada nella vita. Riassumendo in pochissime righe ho una laurea in Scienze della Comunicazione e ho lavorato in piccoli giornali e piccole radio. Sono senza lavoro da ormai tre anni, dopo un'intervento chirurgico che mi ha tenuto fermo per dei mesi. Sono tornato a posto ma non posso più fare lavori pesanti e portare pesi.
                                            Perchè non trovo lavoro? Quello che so fare e ho fatto non interessa a nessuno. Al massimo ti offrono di collaborare gratis e purtroppo io di aria non posso vivere. Quello che non so fare sono disposto a impararlo ma a 31 anni nessuno vuole insegnartelo (e c'è anche da dire che quasi per ogni lavoro occorre un percorso di studi. Io ho fatto il mio e come ho detto porta a lavori che per la maggior parte non sono pagati). Quello che non c'è bisogno di imparare perchè chiunque è in grado di farlo, come scaricare le casse all'Esselunga, non lo posso fare perchè ho il midollo danneggiato.


                                            Questo serviva solo a dare il quadro della situazione, non è di questo che vi voglio parlare.

                                            A ottobre dell'anno scorso, non sapendo dove sbattere la testa, vengo casualmente a conoscenza della Green Card Lottery. Per chi non lo sapesse, è una lotteria che mette in palio ogni anno tot Green Card (credo 50mila). La Green Card è in pratica il permesso di soggiorno statunitense. Decido di partecipare, così, per gioco. Non lo avevo mai fatto. A maggio scopro che ho vinto.

                                            Il primo pensiero è stato che cul... Però accanto all'euforia si è anche presentata la paura. Ad ogni modo ho compilato il questionario on line che è il passo successivo. Aver vinto infatti non significa essere certi di avere la Green Card.

                                            L'altro giorno mi arriva un'email in cui mi fissano l'appuntamento per l'intervista col console americano. Questo è praticamente l'ultimo passaggio. E anche qui provo euforia e terrore.

                                            L'appuntamento è per il 4 gennaio - che tra l'altro è il mio compleanno (sembra destino, a volerci credere) - e, anche se in ogni momento puoi decidere di rifiutare, a quel punto dovrei aver deciso. Se accetto, da quel giorno ho 6 mesi per andare in America.


                                            I miei dubbi:

                                            1) Il mio inglese fa pietà.

                                            2) Qui non sto trovando alcunchè ma niente mi dice che lì andrà meglio

                                            3) Io sono molto legato a mia mamma. Dal punto di vista affettivo mi strazia vivere lontani, da quello pratico lei dovrebbe trovarsi una casa più piccola, afforntando quindi da sola un trasloco e tenendo anche conto che la casa in cui viviamo ha comunque un affitto più basso del normale e non sarebbe facile trovarne una con un affitto ancora più basso

                                            4) Vincere la Green Card significa avere diritto di vivere e lavorare permanentemente in Usa. Se da una parte è una botta di fortuna, dall'altra significa arrivare in un luogo che non conosci, che parla una lingua che non è la tua, senza un lavoro, senza conoscere nessuno, senza sapere niente di niente. Banalmente, dove dormi? Dove vai una volta fuori dall'aereoporto?

                                            5) La nostra situazione economica è tutt'altro che florida. Se i problemi pratici che ho citato nel punto precedente ci sono, è ovvio che nel momento che hai qualche soldo sono più facilmente risolvibili.



                                            Quello che invece mi spinge a partire:

                                            1) Gli Stati Uniti mi hanno sempre affascinato. Lo so, quel che vediamo al cinema e in tv è diverso dalla realtà.

                                            2) L'unico legame che ho qui è mia mamma. Non ho amici "veri" né fidanzata. Se fossi solo al mondo - non equivocate - non sarei qui a scrivere ma a fare la valigia.

                                            3) Che nessuno si offenda, non ho mai nutrito il minimo patriottismo. Mi mancheranno le vie che percorrevo da bambino ma mi mancherebbero allo stesso modo se andassi a vivere in Piemonte. Non esiste per quel che mi riguarda un "mi mancherà l'Italia"

                                            4) Con tutto il rispetto del mondo, non riesco a comprendere quelli che dicono (come è accaduto ad esempio per il terremoto di quest'estate) "sono nato qui e voglio morire qui". Li rispetto, ci mancherebbe. Facciano come vogliono. A me sinceramente l'idea di vivere in posti diversi mi piace di più (e sinceramente credo anche aiuti ad avere una certa apertura mentale)

                                            5) E questo forse è il punto più importante. Se resto, a meno di avere un colpo di fortuna, siamo destinati al fallimento. Sono molto crudo e onesto. Farei fatica a dire queste cose dal vivo, perchè avrei paura di scorgere sguardi di pietà o commiserazione. Al computer parlare è spesso più facile. Cerco lavoro attivamente da due anni. Nel marzo del 2018 mia mamma andrà in pensione e con la sua pensione non potremo più pagare l'affitto (che come vi ho detto è più basso della norma).  Da qui al suo pensionamento ci sono 15 mesi circa. Perdonatemi, ma trovo altamente improbabile che ciò che non è accaduto in due anni accada in questi 15 mesi. Capisco che sembra cinico come discorso ma è esclusivamente pratico. Andare in Usa e non farcela significa "fallire economicamente" tra sei mesi. L'alternativa è "fallire economicamente" tra 15. Solo che forse - dico forse - negli Usa c'è qualche speranza. A volte ho l'impressione che l'unica differenza sia che qui so che la strada è senza uscita mentre lì è allo stesso modo senza uscita ma ancora non lo so. Il fatto è che - a meno che accada quanto non accaduto in questi due anni, cose come ho detto alquanto improbabile - quello che temo possa succedere se andrò in America ho la certezza che accadrà - anche se tra un anno e mezzo circa - se resto in Italia.


                                            Cosa ne pensate?

                                              Re: Tu vò fa l'americano
                                              Risposta #21: Giovedì 24 Nov 2016, 09:19:26
                                              Io dico che dovresti provare. Tua mamma un giorno morirà e devi lottare per diventare una persona matura e indipendente
                                              « Ultima modifica: Giovedì 24 Nov 2016, 09:28:12 da ele684 »

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                                                Re: Tu vò fa l'americano
                                                Risposta #22: Giovedì 24 Nov 2016, 12:06:46
                                                Beh una porta per andare avanti la devi aprire.
                                                Il tuo inglese può migliorare se vai a vivere li.
                                                Purtroppo so che è difficile abbandonare tutto quello a cui sei legato da una vita , ma , poi la nostalgia passa.
                                                Per mille bobine di Tesla!l'antenato, quel che bee cicoria
                                                 

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                                                  Re: Tu vò fa l'americano
                                                  Risposta #23: Giovedì 24 Nov 2016, 12:58:07
                                                  Chissà... la tua mamma non sopporterebbe di venire con te oltreoceano?* Mi rendo conto che detto così pare impossibile, ma spesso le mamme riservano sorprese... :)


                                                  *Questo magari fra un anno e mezzo, quando andrà in pensione.
                                                  « Ultima modifica: Giovedì 24 Nov 2016, 17:04:27 da A.Basettoni »

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                                                    Re: Tu vò fa l'americano
                                                    Risposta #24: Giovedì 24 Nov 2016, 13:17:21

                                                    Tua mamma è ancora relativamente giovane (se andrà in pensione fra due anni dovrebbe avere circa 60 anni) e se la sua salute è ok non vedo perché tu debba avere troppe remore: anzi, potrebbe essere sollevata nel vederti più speranzoso e ottimista per il futuro piuttosto che in crisi e abbattuto.

                                                    Ti auguro di fare questa esperienza che potrebbe anche dare frutti inaspettati. Però, visto che l'intervista è il 4 gennaio, ti consiglio di fare in questo mese e mezzo un breve corso di Inglese, magari full immersion (certo, costerà un po'). Presentarti a gennaio con un inglese 'pietoso' (uso il termine con cui hai descritto il tuo livello) potrebbe pregiudicarti l'ottenimento della Green Card: immagino che la conoscenza della lingua sia basilare. L'intervista potrebbe essere solo in inglese, proprio per testare il livello di conoscenza del candidato. Se così fosse te lo avranno sicuramente detto anche se dal tuo post questo non si comprende esattamente.
                                                    « Ultima modifica: Giovedì 24 Nov 2016, 13:23:18 da leo_63 »

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                                                      Re: Tu vò fa l'americano
                                                      Risposta #25: Giovedì 24 Nov 2016, 14:53:52
                                                      Se si apre una porta in un preciso momento della vita, in una ben determinata situazione, allora probabilmente è la vita (o il destino, o la Provvidenza:fai tu) che vuole che la varchi, pur con tutte le incognite del caso.
                                                      Per l'inglese, nelle more del colloquio datti da fare, come saggiamente ti è stato già suggerito sopra.


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                                                        Re: Tu vò fa l'americano
                                                        Risposta #26: Giovedì 24 Nov 2016, 16:34:47
                                                        L'intervista sarà in inglese molto basilare, del tipo che sogni hai, come inizierai, cosa stai facendo qua. Non è assolutamente un ostacolo.
                                                        Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                                                        (G. Testori)

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                                                          Re: Tu vò fa l'americano
                                                          Risposta #27: Giovedì 24 Nov 2016, 17:11:30
                                                          Il quesito (quasi esistenziale) che pone Mark e' di quelli a cui si potrebbe stare giorni a discutere, senza mai trovare idee uguali o soluzioni logiche.
                                                          Dal punto di vista strettamente emozionale tutte le remore che attanagliano Mark sono le stesse che accompagnano ogni passo importante della vita.
                                                          Ovviamente i consigli che spingono almeno a provarci sono condivisibili e si basano sul motto "meglio vivere di rimorsi che di rimpianti".
                                                          Ma chi deve compiere un passo di questo genere deve mettere sulla bilancia tutte le componenti e cercare di capire se possono essere tutte favorevoli (o almeno tali da poterci provare).
                                                          E' normale che nessuno ci potrà mai dare la sicurezza che ad una determinata scelta corrisponde un relativo "premio", ma chi già non naviga in buone acque (vedasi il lato economico) deve ponderare bene le cose.
                                                          Spostarsi in un altro continente comporta diverse spese iniziali che presuppongono il fatto di poter disporre di un determinato capitale di partenza.
                                                          Le domande che si pone Mark quindi sono molto pertinenti!
                                                          Dove vado a dormire?
                                                          Dove vado una volta fuori dall'aeroporto?
                                                          Sono domande pertinenti poiché e' finita da un pezzo l'epoca dell'emigrante con la valigia di cartone.
                                                          Un italiano che arriva negli Stati Uniti per cercare di "svoltare" deve comunque partire da basi semplici ma solide.
                                                          Ve lo vedete un laureato italiano (che potrà' anche avere lo spirito di adattamento di Bear Grylls) a dormire in una di quelle squallide pensioni multietniche? E, se anche fosse, con lo scopo di fare cosa la mattina?
                                                          Mi si potrà dire che inizialmente, anche per imparare la lingua, proverà ad entrare come cameriere o facchino in un ristorante?
                                                          Ed io rispondo perché non provarci allora qui in Italia!
                                                          Qual'e' la differenza?
                                                          E non ditemi pero' che cosi' almeno c'e' la possibilità di vivere il sogno americano.
                                                          Io non ci ho mai creduto!
                                                          Ogni paese (ed io ne ho girati diversi per lavoro) ha i suoi lati positivi e quelli negativi.
                                                          Chi vive all'estero (ad esempio Monkey) potrà sicuramente stilare un elenco di cose positive e negative del posto in cui vive.
                                                          E questo perché' ogni mondo e' paese come si suol dire.
                                                          Dal lato professionale Mark e' un laureato in Scienze della comunicazione e quindi, presumo, debba trovare occupazione nel campo proprio della comunicazione.
                                                          Ma se parte da un livello di inglese che (a suo dire) non e' funzionale cosa potrebbe aspettarsi?
                                                          Il classico colpo di cu....
                                                          Allora si! Se si spera in questo l'America e' da sempre stata definita la terra delle opportunità.
                                                          Ma di speranze non si vive e chi deve fare due conti per quadrare il bilancio personale deve mettere in conto un probabile (o meglio ipotizzabile) fallimento su tutta la linea.
                                                          Scusami Mark se sto facendo la parte del diavolo su una delle spalle (come si vedeva in uno dei tanti cartoni di Tom & Jerry) ma, credimi, e' utile anche questa parte nel tuo ragionamento.
                                                          Io spero solo che tu possa essere quanto più' lucido possibile nella scelta e se ti va di fare questa esperienza, come esperienza di vita, allora buttati!
                                                          Al massimo il peggio che ti potrà accadere sara' ritornare in Italia. E credimi, anche se molti non lo pensano, cosi' malaccio non e' come soluzione di ripiego.
                                                          Ma andare giusto per andare non e' la soluzione a tutti i mali....
                                                          Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                                                          *

                                                          Mark
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                                                            Re: Tu vò fa l'americano
                                                            Risposta #28: Giovedì 24 Nov 2016, 17:23:36
                                                            Da quel che ho saputo l'intervista si può fare sia in inglese che in italiano. Non per presunzione ma penso di riuscire abbastanza bene a sostenerla.

                                                            Da quando ho saputo a maggio di aver vinto, per sicurezza mi sono allenato vedendo qualche telefilm in inglese e leggendo in inglese quasi tutti i giorni. La principale preocupazione è non capirli quando parlano, ma penso che sia anche un timore piuttosto diffuso e naturale.

                                                            I veri ostacoli sono che si tratta di un vero e proprio salto nel buio (è un po' come nascere una seconda volta dato che non conosci niente e nessuno di ciò che ti circonda) considerando che scendi da un aereo senza avere un lavoro, un posto per dormire nè niente. Se hai un pò di soldi per mantenerti intanto che trovi lavoro è tutto più semplice, se non è così sono ...zi amari ed è questa la prima cosa che mi preoccupa.

                                                            Mia mamma farà 65 anni a marzo. Comprensibilmente l'angoscia l'idea di restare qui sola ma anche quella di partire per un posto che non conosce dove parlano una lingua che non conosce. Senza contare che ci sono difficoltà a farsi raggiungere in Usa da parenti, ancora di più quando non si tratta di figli minorenni o coniugi.

                                                            *

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                                                              Re: Tu vò fa l'americano
                                                              Risposta #29: Giovedì 24 Nov 2016, 20:34:44
                                                              Se sei su questo forum vuol dire che sai di un papero che partendo per l'America è diventato multimiliardario. Ok, magari puoi aspirare a qualcosa di più realizzabile.
                                                              A parte gli scherzi, credo sia un'opportunità da non sottovalutare. Capisco il tuo stato perchè pure io studio comunicazione e so che non sarà facile trovare qualcosa da fare. Certo, l'Italia non è il Paese adatto per noi, ma forse non lo sono neppure gli USA. Quello che voglio dire è che non si può essere certi di cosa troverai, ma del resto "chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non quel trova" era un detto azzeccato tanto ai tempi dei Malavoglia quanto oggi.
                                                              Fai ciò che pensi sia giusto, poi sarai sempre in tempo per tornare se lo vorrai. O magari anche a tua madre verrà voglia di raggiungerti.

                                                              • ****
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                                                                Re: Tu vò fa l'americano
                                                                Risposta #30: Giovedì 24 Nov 2016, 21:21:51
                                                                Ma, dato per scontato che partirai, non ci sono delle associazioni tipo "italiani nel mondo" che possono dar consigli ed indicazioni su come muoversi una volta sul suolo americano? Al consolato italiano non possono darti delle dritte, o forse qui sul forum c'e' qualcuno che puo' essere di aiuto con un elenco di "primi passi".
                                                                Poi l'America e' grande, hai gia' un'idea dello Stato dove vorresti andare? In ogni caso non farti mancare un'opportunita'del genere se qui pensi di non avere possibilita' lavorative. Il fatto che tu sia gia' arrivato al colloquio vorra'pur dire qualcosa, o no?

                                                                *

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                                                                  Re: Tu vò fa l'americano
                                                                  Risposta #31: Giovedì 24 Nov 2016, 22:18:57
                                                                  Intanto vi ringrazio per gli interventi e vi invito a continuare a dire la vostra :)

                                                                  Ringrazio tutti e dedicherò un post all'intervento di luciochef. Ha toccato spunti su cui ho molto da riflettere ed è un'ottima cosa avere sia chi sostiene l'opzione "vai" sia chi sostiene quella "rimani".

                                                                  Riguardo quel che dice Mito, quel papero almeno non aveva la difficoltà della lingua ;D Scherzi a parte, il fatto è proprio che la strada nuova ha le sue incognite, ma quella vecchia mi sembra proprio senza uscita.

                                                                  Ho già letto molte storie di chi è passato già da questa esperienza - sicuramente utili - ma ripeto che certe difficoltà sui primissimi passi rimangono.


                                                                  Non è ancora scontato né che parta né che resti. Sinceramente se vado penso ai dintorni di Los Angeles o a Los Angeles stessa che però è piuttosto cara. Finora ne ho parlato con pochissime persone "dal vivo" e una di questi mi ha consigliato di scegliere una delle coste, dicendomi che anche secondo lei Los Angeles è la scelta migliore. Ditemi pure su questo la vostra :)

                                                                  *

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                                                                    Risposta #32: Giovedì 24 Nov 2016, 22:39:43
                                                                    Los Angeles è una delle città che ti sconsiglio in assoluto, uno dei mercati mobiliari più folli del mondo. Valuta seriamente la costa est (più europea) e il meraviglioso nord (Vermont, Michigan, Minnesota, Wisconsin...). Ma la scelta di dove vivere è personale per definizione, questa è una cosa che dovrai per forza fare tu, ma cerca di informarti da chi è là. Ci sono molte possibilità, penso che alcuni forum potranno darti una mano.
                                                                    Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                                                                    (G. Testori)

                                                                    *

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                                                                    Cugino di Alf
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                                                                      Risposta #33: Giovedì 24 Nov 2016, 23:25:29
                                                                      Mark sono contento che tu abbia compreso il mio post che non aveva un intento distruttivo ma, anzi, il contrario.
                                                                      Dare diverse visioni della stessa situazione può essere utile per vagliare bene tutti gli aspetti.
                                                                      Riguardo la tua eventuale destinazione diciamo che la cosa più semplice sarebbe andare dove potresti avere un aggancio. Molte volte persone che già vivono sul posto possono fare da grimaldello per insiserti più velocemente nel nuovo habitat.
                                                                      Se non si hanno grossi budget iniziali quello che ti sconsiglio  (a mio modesto parere) è rivolgerti alle classiche società che hanno il compito di inserirti nel nuovo paese. Hanno il compito di aiutarti a trovare casa e lavoro ma dietro un lauto compenso.
                                                                      Quindi più facile ed economico è avere una persona (anche presentata da qualcuno) che possa aiutarti.
                                                                      La zona a cui dovresti pensare secondo me è la Florida.
                                                                      Meta annuale di turisti da ogni parte del mondo, è uno stato con una forte presenza italiana e con numerose tappe imprescindibili del turista medio: Miami, Cape Canaveral, Tampa e soprattutto Orlando.
                                                                      Cito Orlando non a caso poiché nella città metropolitana ed in tutta la periferia (a dire il vero molto vasta) sono in forza milioni di lavoratori.
                                                                      E quando parlo di milioni non è una esagerazione ma un dato di fatto. Orlando, mettendo insieme tutti i parchi presenti, è praticamente il parco divertimento mondiale.
                                                                      Ospita turisti da tutto il mondo e quindi richiede persone che conoscano le varie lingue del mondo.
                                                                      In questo tu potresti avere una grossa carta da giocare nel fatto che ti intendi di comunicazione e della sua applicazione alla vita giornaliera.
                                                                      Ti porto un semplice esempio: ho un conoscente che è entrato a Disneyland Paris quasi per gioco. Ha fatto inizialmente i lavori, anche umili, che gli sono stati assegnati di volta in volta. Ma i superiori, o chi è al comando, hanno notato le sue doti ed ora dirige la parte "italiana" dell'ufficio informazioni al pubblico.
                                                                      Ora, non so quali siano le tue aspirazioni, ma penso che nel caso tu vada ti debba porre obiettivi fattibili e che ti aiutino innanzitutto ad "attecchire" alla nuova realtà.
                                                                      Poi se son rose fioriranno....
                                                                      Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                                                                      *

                                                                      rikki-tikki-tavi
                                                                      Ombronauta
                                                                      PolliceSu   (1)

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                                                                        Risposta #34: Venerdì 9 Dic 2016, 21:36:07
                                                                        Dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni nella vita politica del nostro Paese hai ancora dubbi se partire o no? 

                                                                        *

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                                                                        Visir di Papatoa
                                                                        PolliceSu   (3)

                                                                        • *****
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                                                                          Re:Che fare della mia vita?
                                                                          Risposta #35: Martedì 17 Ago 2021, 09:48:02
                                                                          Uno legge il topic "Che fare della mia vita", e poi si ritrova simili suggerimenti.  :crazy:

                                                                          EDIT: leggendo ora non si capisce, ma prima che venissero- giustamente- cancellate, erano state pubblicate due pagine piene di link a siti non propriamente adatti ad un forum di fumetti Disney.
                                                                          « Ultima modifica: Mercoledì 18 Ago 2021, 00:14:06 da brigo »

                                                                           

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