Ciò non toglie che siano davvero molte le persone che hanno dimostrato invece di essere totalmente incoerenti nei confronti di questi episodi, e la cosa mi infastidisce assai.
Hai ragione, purtroppo la coerenza non è dote diffusa oggigiorno, e sono completamente d'accordo con te quando scrivi:
ci si poteva informare su cosa facevano questi signori, e quindi difenderli sì, ma con cognizione di causa (anziché comportarsi come i soliti fenomeni del web e spammare a destra e a manca sui social quello slogan perché "fa figo" essere impegnati culturalmente).
Ricordo, in occasione della loro ennesima pessima uscita in occasione del primo terremoto (quella delle "lasagne") un'immagine molto eloquente - postata forse da Paperinika - dove si metteva a confronto l'indignazione per l'assalto alla loro redazione, con tutti quei ridicoli e patetici
"je suis", con l'indignazione per la loro vignetta sul terremoto, con lo stesso protagonista che manifestava sentimenti manifestamente opposti nelle due evenienze.
Si trattava di un'immagine che si commenteva da sola, senza alcun bisogno di spendere altre parole sull'infinita mancanza di coerenza che mostrava.
Personalmente non mi sono mai ammantato di alcun
"je suis", semmai il contrario, limitandomi a tacere quando, ricordiamolo, anche in queste pagine soffiava forte il vento del
"je suis": per dire, ho apprezzato tantissimo la decisione di non pubblicare la
patetica cover di topolino "con le matite", roba che a trovarmela davanti finivo per fargli fare la fine della carta igienica, e con pazienza mi sarei tenuto il topo menomato.
Lo scrivo adesso con molta tranquillità, ma all'epoca avrei rischiato il linciaggio virtuale, talmente salda era la convinzione di
essere tutti sciarlì!Di contro, successivamente ho più volte inveito contro quei poveri mentecatti vignettari, trovandomi peraltro a battibeccare, anche aspramente, con i ferventi sostenitori dell'assoluta, piena, illimitata, sconfinata, incondizionata (i ripetuti sinonimi sono a scopo ironico) libertà di espressione e manifestazione del pensiero.
Adesso ne ho le scatole (più che) piene, sicchè mi limiterò a manifestare, per l'ennesima volta, l'assoluta pena che provo nell'apprendere di certe vignette: evidentemente la bassezza umana non conosce limite di fondo, e questi soggetti si impegnano con lodevole costanza nello scavare sempre più in basso.
L'unica esortazione che mi sento di fare è quella di ignorarli, completamente, assolutamente, il mondo dovrebbe semplicemente scordarsi della loro esistenza, lasciandoli sguazzare nei loro escrementi fin quando ne avranno voglia, senza attenzione mediatica, senza indignazione (vera o finta che sia), semplicemente attendendo, come il cinese, di vederli prima o poi passare sul fiume in mezzo ai loro fogli.