Mi accorgo solo adesso di questo thread e ringrazio Doppio Segreto di averlo aperto onorandomi di aver dato al forum uno spunto di discussione.
Partiamo da una realtà che è stata messa in dubbio: una produzione seriale di un prodotto narrativo NON può avere una qualità costante men che meno se si tratta si albi a fumetti ed esistono periodi migliori di altri.
Esiste quindi una "Golden Age"?
Si, esiste per le serie Bonelli che conosco molto bene ed esiste per Topolino.
Ciò non significa che nella vita editoriale di un fumetto ce ne debba essere una sola.
Prendiamo Tex, giusto per restare in casa Bonelli.
Esistono due periodi la cui qualità del prodotto si è elevata su tutti gli altri.
Un primo periodo parte dall'ultima decina del primo centinaio fino al numero 200 circa. E' stato il periodo di massima maturità narrativa di G.L Bonelli e di una squadra di disegnatori in grado di metterne in chiaro i racconti in modo magnifico.
Sto parlando di mostri sacri come Aurelio "Galep" Galeppini, Ferdinando Fusco, Giovanni Ticci, Erio Nicolò e un Guglielmo Letteri inarrivabile sul campo delle storie urbane ed esoteriche.
Un secondo periodo parte dal n. 274 del 1983 e arriva alla fine degli anni '90. Si tratta del miglior periodo del nuovo titolare della serie, quel Claudio Nizzi che riuscì in una delle imprese più impossibili per un autore di fumetti: rinnovare il personaggio senza snaturarlo.
Idem per Zagor, due periodi fatti di storie impressionanti nella qualità e nella quantità, non dirò quali per timore di annoiare chi non ha nessun interesse nei fumetti Bonelli.
Ma è così anche nel cinema o nella musica rock, anche qui non mi dilungo in esempi, ma credo che chi abbia un po' di cultura in questi campi non fatichi ad identificarne i periodi migliori e in tali ambiti i periodi migliori di registi, filoni espressivi e rockband.
Topolino ha avuto un grande periodo che è partito dal 1966 per arrivare al 1972.
In quelle sette annate i numeri veramente scadenti non sono molti e le storie di assoluta eccellenza debordano.
Anni in cui Martina, Scarpa, Carpi, Cimino, Chendi ed il primo Cavazzano (e alcuni altri naturalmente) erano al vertice della loro creatività e della loro maturità.
Anni in cui ad intrecci narrativi convincenti corrispondeva il lavoro alle matite di una serie di disegnatori in stato di grazia.
E poi?
Una serie di autori di serie b entrati intorno al 1973 (Siegel, Fanton, Gatti, Esposito sono i primi nomi che mi vengono in mente) e l'esaurimento della creatività di Martina determinarono il brusco declino che si protrasse per tutti i restanti anni '70.
Fanno eccezione, le meravigliose storie griffate Pezzin-Cavazzano come quella degli Iceberg volanti o qualche buon Cimino e qui non si può non citare la storia dell'elmo di comando.
Poi mi si dice che con l'arrivo di Gaudenzio Capelli negli anni '80 le cose migliorarono.
Può essere, ma non ricordo grandi cose di quegli anni, compravo Topolino molto saltuariamente e ad ogni acquisto restavo puntualmente deluso.
Ricordo con fastidio i disegni di Bargadà...ma non posso negare mi siano sfuggite storie importanti.
Ah! Molti hanno nel cuore la trilogia della Spada Di Ghiaccio, una probabile concessione al genere cinematografico Fantasy molto in voga negli '80 ma che non ho mai gradito.
Di questi ultimi anni invece ho fatto la piacevole scoperta di Casty.
Un novello Scarpa-Gottfredson che mi sta appassionando sempre di più...e picchio ai 55.
Un vero peccato che il secondo volume del box antologico della Panini sia stato rimandato a data da destinarsi.
Mi sono sforzato ad apprezzare altri autori contemporanei come Artibani, ma al momento non mi hanno convinto come Casty.
Ma su quanti Topolini in un anno posso trovare Casty? I suoi raffinati intrighi e i suoi disegni puliti ed ispirati in cui tutti i personaggi recitano come non recitavano dalla notte dei tempi, Flip compreso?
Pochi.
Il resto sono storie sciocchine disegnate, mi si consenta, da cani.
Mi si potrà obbiettare che le storie "mediane" quasi sempre americane del Topolino della mia "Golden Age" non erano certo memorabili.
Vero. Non memorabili, ma molto spesso piacevoli.
Nelle storie "mediane" ti potevi imbattere in un buon Paul Murry, nelle vicende paperseriane di Kinney e Strobl che tanto scadenti non dovevano essere visto che oggi a distanza di 50 anni esce in edicola una pubblicazione che le raccoglie e che ha ottimi riscontri di vendita.
E poi Al Hubbard con le spassose diatribe Malachia-Paperino-Paperoga e 01-Paperbond oppure Dinamite Bla o ancora le vicende di Ezechiele, storielle più puerili, ma in qualche modo sempre piacevoli.
E poi qualche volta "in mezzo" ti beccavi anche un grande Cimino: le trombe di Eustachio ad esempio.
Pertanto mi è sembrata un'assurdità dare 5 stelle nella recensione al numero 3361 che contiene il gioiellino di Casty, ma anche una storia-spazzatura come quella del trasformista.
Ho interpretato quel 5 stelle come un fiotto di entusiasmo liberatorio per Casty indotto evidentemente da troppi numeri illeggibili.
Però 5 stelle devono essere un voto da dare ad un capolavoro.
A quale Disney darei 5 stelle?
A Classici come "Paperofollie" oppure "Forza Topolino"...ma i Classici prima serie di quegli anni erano dei veri e propri "Best Of" di un periodo già di per se strepitoso.
E se dovessi dare 5 stelle ad un Topolino tenuto conto che non può contenere solo cose eccelse?
Non so.
Però date un'occhiata a questo index:
https://inducks.org/issue.php?c=it%2FTL++734Si apre con un bel giallo di
Martina/Asteriti, un Asteriti magnifico non quello barocco e ipertrofico degli anni più recenti.
Proseguiamo con un
Kinney/Hubbard in una divertente vicenda con Bella Quack, personaggio secondario oggi purtroppo dimenticato.
Per i più piccoli una storia con Cenerentola disegnata stupendamente, un piacere per gli occhi.
A questo punto ci leggiamo un Barks. Minore, certo, ma stiamo pur sempre parlando di
Carl Barks.
E non è male neppure il
Pete Alvarado che ci fa ricordare dell'esistenza di Emy, Ely ed Evy...le April, May e June nipotine di Daisy Duck.
Un paio di brevi di
Al Taliaferro ci preparano alla bella classica storia di
Rodolfo Cimino per i disegni di Giulio Chierchini, "Zio Paperone e il regno dell'oro"
Insomma, Martina, Asteriti, Kinney, Hubbard, Barks, Alvarado, Taliaferro, Cimino, Chierchini nello stesso numero.
Ora, se il numero 3361 è stato acclamato con 5 stelle, quante stelle meriterebbe il 734?
Facciamo così: diamo 2 stelle al 3361 e 5 stelle al 734.
E gli altri? il 3360, il 3359, il 3358...che voto meriterebbero?
Ai miei tempi esisteva il N.C. che stava per "non classificato", una sorta di sospensione per eccesso di ribasso.