È nelle tavole domenicali di Gottfredson che Pippo fa la sua prima apparizione, ma come egli abbia conosciuto il resto della banda non ci è dato da sapere. Tuttavia per come lo abbiamo visto evolversi in quelle antiche storie, è ragionevole pensare che Topolino abbia davvero bisogno di Pippo.
È interessante notare che proprio in quelle prime storie viene mostrata una lenta quanto convincente evoluzione del rapporto tra Pippo e Topolino, corrispondente alla crescita di importanza del goffo personaggio che, nella seconda metà degli anni ‘30, risulterà ormai la spalla principale del topo. Inizialmente Topolino prende in giro Pippo come fanno anche gli altri, ed è infastidito dalla sua dabbenaggine; questo del resto si accorda bene alla prima caratterizzazione del personaggio, che pur essendo comunque scemotto e dotato di un interessante pensiero laterale, è tuttavia ancora “acerbo” e a tratti petulante, e ogni tanto fa gli interessi suoi causando guai agli altri (parodia del classico tizio scemo e poco affidabile che ci causa guai se stiamo ad ascoltarlo) mentre col tempo, insieme col cambio di look, acquisirà dei modi più calmi e bonari, soprattutto una volta diventato amico intimo del topo; e il suo nome da Dippy Dawg (cane pazzerello) diventerà Goofy (sciocco, fessacchiotto). Non è un caso che il prorompente Dippy dei primi anni abbia fatto persino l’antagonista in un cortometraggio del 1933 (Ye olden days).
Il fatto è che questo Dippy già in una prima avventura attira Mickey in una sgangherata attività, quella di detective squattrinato (
Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante) e per quanto si riveli incapace e combinaguai, alla fine i due ottengono un grande successo (grazie a Topolino ovviamente) e inevitabilmente legano.
Ma la cosa non è così automatica. In
Topolino e il paese dei califfi, stavolta un’avventura con la A maiuscola in cui si rischia la vita per un’impresa impossibile, Topolino non vorrebbe portarsi dietro Pippo perché pensa che gli sarebbe d’intralcio e vuole viaggiare con Minni (quante volte invece in futuro Topolino pregherà Minni di restare a casa mentre lui confida nell’aiuto di Pippo). Tuttavia, quando si tratta di affrontare il pericolo l’amico scemo si rivela un valido alleato.
Ecco che poco a poco, Goofy farà sempre più da spalla all’amico, storia dopo storia, ancor di più quando diventa flemmatico e bonaccione, quindi perfettamente complementare all’assennato ma anche dinamico Topolino. È in Pippo che egli trova il primo sostegno per le sue avventure, prima di Orazio e anche di Paperino, perché costui lo segue ciecamente e fedelmente (un po’ come Pluto) e lo sa aiutare persino, col pensiero laterale che anche Guido Martina recupererà. Il fatto è che, almeno secondo i grandi autori che gli fanno vivere le avventure più complesse e strutturate, Topolino è almeno in parte un emarginato, a tratti quasi come Pippo. Egli è intelligente e sa vedere al di là delle apparenze, per cui non si accontenta di una vita cittadina ordinaria ma è assetato di avventure. Al tempo stesso, tutte le grandiose esperienze che ha vissuto lo hanno reso annoiato dalle mondanità della società moderna, lo hanno legato ancor di più alle cose semplici e ai piccoli piaceri della vita. Per cui Topolino non riesce a trovare un migliore amico in Orazio, che fa troppo il saccente e non ha un grande spirito avventuroso (e infatti il suo destino sarà quello di rinchiudersi in una bottega d’artigiano), e persino Minni perderà il ruolo di compagna di avventure nelle storie di Bill Walsh in cui appare più sofisticata e ottusa. Solo Pippo rimane a fargli compagnia e a sostenerlo quando, mentre il resto del mondo si accomoda in un’esistenza ripetitiva e piatta, lui continua a dover affrontare suo malgrado minacce di ogni tipo e a scoprire realtà terribili e meravigliose, forse perché è l’unico (e con lui il “puro” e genuino Pippo) ancora in grado di vederle.
Quindi la mia idea è che Topolino ha bisogno di Pippo nella sua vita perché proprio il fatto di essere un eroe lo ha isolato irrimediabilmente, ed è il prezzo per il piacere di una vita intensa e fuori dal comune.