Ho visto per la prima volta questo film ieri sera in occasione della prima TV su Rai 1.
Condivido in parte quanto già scritto da Bramo e da Kim nei loro interventi. Io comunque ho apprezzato molto l'interpretazione di Emily Blunt, che ho ritrovato più simile a come caratterialmente era stata delineata nelle pagine della Travers. Ho trovato però deludenti diversi episodi, in particolare quello con "la cugina sottosopra" (anche se ispirata a un personaggio presente nel secondo libro della serie).
Un'altra cosa che ho trovato abbastanza fastidiosa è stata l'"inclusività a tutti i costi" nei confronti di minoranze etniche e/o sessuali praticata dall'attuale industria cinematografica, che non ha un corrispettivo reale coi luoghi e l'epoca in cui sono ambientati i fatti: un lattaio di colore ci può stare, ma un avvocato (Frye), che per lo più non sembrava un "semplice novellino", ma un socio (per quanto sicuramente junior) dello studio "Gooding & Frye" mi è sembrato altamente improbabile.
Anch'io sono stato un neofita del film, l'altra sera.
Beh, che dire?
La cosa buffa è che condivido tutti i post fin qui scritti, sia quelli negativi che quelli positivi.
Anch'io mi sono chiesto il perché dell'operazione; anch'io ho trovato che le canzoni fossero troppe e nessuna memorabile (forse quella vaudeville al music hall); che il film era troppo lungo (Stevenson lo avrebbe condensato magicamente dandogli maggior ritmo); anch'io ho reputato la trama ricalcata su quella del film originale con tanto di episodi sovrapponibili; anch'io mi sono domandato come mai gli episodi restassero un po' fini a sé stessi senza un effettivo filo che li collegasse; anch'io mi sono stupito della longevità dell'Ammiraglio Boom e della invece prematura dipartita dei coniugi Banks; anch'io ho trovato fuori luogo e del tutto improbabile un giovane avvocato di colore (A QUEI TEMPI?!? assurdo) senza che la cosa sia indice di razzismo, sia ben chiaro... insomma, ce n'era ben donde per storcere la bocca.
Tuttavia non mi sento di gettare la croce su questo film: la Blunt è tutto sommato brava nel ruolo e, anche se lontana dalla Andrews, è più vicina alla Mary Poppins originale; ho apprezzato il rimando ai libri originali con la
cugina sottosopra e ho fatto un balzo sulla sedia al breve cameo di Karen Dotrice; ho apprezzato moltissimo la sequenza "nel vaso" (niente battute
) che tuttavia, contrariamente a quel che ho letto,
NON è animazione tradizionale al 100% e nemmeno al 50%, ma deve molto grazie alle magie del computer: tuttavia le finezze usate come la grana della ceramica
craquelée messa dappertutto e un segno grafico vintage, con tanto di "filamenti" della matita, sono da incorniciare.
Vabbè che manca un attore carismatico come il compianto David Tomlinson, tuttavia l'apparizione di un pimpante Dick Van Dyke fa emozionare.
Il cameo della quasi centenaria Angela Lansbury (sembrerebbe quasi cieca, però) la ciliegina della torta.
(Per la cronaca: la breve ripresa esterna della facciata della banca è stata davvero filmata davanti alla vera banca: io ci sono stato e l'ho riconosciuta!).
Insomma, un film tutto sommato promosso, anche se non con i voti del primo, entrato nell'immaginario collettivo e, diciamolo pure, nella storia del cinema.
Una notazione a margine, una mia impressione: Dawes Jr sembra sapere più cose di quanto dovrebbe, nessuno ci ha fatto caso? Lo sguardo d'intesa con il pappagallo dell'ombrello prima e con la stessa Mary poi sembrerebbe dire che forse non è "solo" Dawes... se poi ci si ricollega a quanto detto da Jack ("il vecchio Bert, sempre a giro per il mondo!") insomma, un sospetto viene. Forse è stata un'idea di scena aggiunta all'ultimo momento, magari dallo stesso Van Dyke, chissà. Un'ambiguità simpatica, però.
Una strizzata d'occhio non solo a Mary Poppins, ma anche a noi spettatori.