Nonostante questo sia l'ultimo numero prima del cambiamento del prossimo gennaio (con editoriali, grandi vecchie storie, info sui maggiori autori che hanno avuto a che fare con lo zione) non mi è parso affatto male. Acquistato solo per la statuina natalizia allegata, mi ha favorevolmente sorpreso per alcune storie che non ricordavo o non conoscevo affatto. D'altronde tra le firme abbiamo un doppio Sisti, un doppio Cavazzano, Cimino, Vitaliano e un Vito Stabile 'inedito egmontiano'.
Dalla collaborazione tra i due nemici (nella famosa "Paperone & Amelia SpA") dovuta ad un fraintendimento con l'anziana Miss Paperett (la zia dell'attuale segretaria, secondo il mio punto di vista) alla Notte Magica in Ducksilvania dove troviamo un personaggio one shot (l'alchimista Atanorius) che però, ben delineato dal bravo De Lorenzi, potrebbe essere ripreso così come la maga Rudelia, in missione per 'limitare' le magie troppo pubbliche della collega Amelia in "La maga a libro paga" (il primo e l'ultimo di questi soggetti, distanziati di 34 anni, sono di Alessandro Sisti).

Nella "Fuga dal Natale" lo zione spera di trovare un sicuro rifugio dalla mania dei regali nella natìa Scozia ma in un'isola del paese britannico viene a contatto con situazioni che gli fanno preferire comunque il più consumistico Calisota (gli isolani fanno pagare qualsiasi azione quotidiana, anche la più banale), allietato oltretutto dal pranzo natalizio alla fattoria di Nonna Papera dove sono invitati anche Battista e Miss Paperett (famiglia ulteriormente allargata, al di là dei vincoli parentali)
E poi c'è una tarda ciminiana breve che però, pur trattando il tradizionale plot delle perdita della Numero Uno, ha diversi spunti interessanti come la volontà di Paperone di ottenere dal Giudice Gufo una licenza permanente di caccia alle gazze ladre (richiesta respinta - una di loro ruberà il decino) e l'ottimismo di Battista riguardo i pennuti bollato dal tycoon come "l'ineffabile sicurezza degli stipendiati".