Questa nuova testata è stata impostata in modo decisamente non convenzionale. Potrebbe, però, risultare azzeccata; tuttavia la scelta della bimestralità non mi sembra conveniente: è chiaro che chi la apprezza vorrebbe che uscisse tutti i mesi, considerando la foliazione contenuta, mentre fosse stata più corposa la bimestralità avrebbe potuto avere un senso, un po' come accade per il Picsou Magazine in Francia che esce ogni due mesi ma è un volumone. Resta, inoltre, l'inopportunità di prendere le storie Usa da Zio Paperone, pur citando gli anni '50 e '60, perché in questo modo non si rievoca quell'epoca, al contrario di quanto avviene per le storie italiane provenienti dall'Almanacco, fedeli all'uscita originale. Considerando, poi, il fatto che questo è un nuovo almanacco, di concezione nettamente diversa da quello storico, si sarebbe potuto evitare quantomeno di adottare la stessa grafica del 1956 per il nome della testata stessa in copertina, ma sceglierne una nuova, mantenendo lo stesso nome ma in modo più coerente con le illustrazioni modernissime di copertina.