Rispondo anche io alle considerazioni di Nicola, in attesa della replica di Bramo, e con la consapevolezza che il discorso potrebbe allargarsi a dismisura...
Non ho elementi per distinguere quale sia la causa e quale l’effetto tra la riduzione della tiratura e quella delle rubriche presenti, in varia forma, fin dal primo numero del tascabile, ma è proprio dal 1976 che si presentano entrambe.
Non credo di ravvisare un rapporto causa effetto così diretto nei due fenomeni (statistici qui intorno per calcolare il
chi quadro?), sono sicuro che se avessimo a disposizione i dati dell'offerta televisiva per ragazzi potremmo rilevare
un indice di correlazione molto più significativo: la sentenza che diede il via alla liberalizzazione delle frequenze radio e tv è - guarda caso - proprio del 1976, e dal 1975 al 1978 furono trasmesse in prima tv sette serie di cartoni giapponesi, nei due anni successivi se ne aggiunsero ben 39 e il numero continuò a crescere nei primi anni Ottanta (127 solo tra il 1981 e il 1983)... direi che c'è abbastanza materiale per considerare
stravolto il bacino del mercato di riferimento!
So che l'utilizzo di un'esperienza personale è un abominio all'interno di un'analisi con pretese di correttezza, però mi ricordo benissimo di come Goldrake fosse l'unico soggetto che riuscisse a svuotare i cortili di gioco nel pomeriggio: più di mamme e nonne urlanti dai balconi, più dello spauracchio dei compiti, più della pioggia.... e di certo più dell'uscita del Topolino settimanale, che comunque allora leggevamo in parecchi!
Da allora va considerato che non sono solo i tre euro (o le 300 lire di allora) che Topolino e i suoi
competitor si litigano sul mercato, ma la battaglia è innanzitutto sul
tempo necessario per fruire delle varie offerte: partite a Fifa sulla Playstation, video su TikTok, serie tv su Netflix, lettura di un albo a fumetti, ma anche lezioni di musica, di inglese, di judo, pallavolo, logopedia, doposcuola, compiti, ecc, ecc, ecc... L'acquisto di un fumetto implica un successivo impegno nel leggerlo, più o meno approfonditamente, cosa che può avvenire solo se si ha tempo a disposizione. E' per questo che storicamente d'estate con le vacanze da scuola si vendono più copie che d'inverno.
Ci sono almeno altri due casi, però, che vanno considerati come causa d'acquisto diversi dalla lettura: il puro e semplice collezionismo "da accumulo" o - più diffusamente - la presenza di un gadget allegato alla rivista (tipicamente a prezzo ridotto rispetto ai giocattoli standard potendo contare su un'aliquota IVA al 4% come allegato stampa anziché 22%!)
Oggi quanti bambini vorranno farsi comprare il Topolino con il drone non per leggere le avventure di Paperino & Co. ma solo per far svolazzare il quadricottero?
- La Segretaria per tutti
(cut)
- Storia di frasi / Storia di nomi
Tieni a mente che quasi tutte queste iniziative erano anche finalizzate a fare pubblicità più o meno occulta a giocattoli (non hai vinto a
se lo sai rispondi? Magari lo chiedi ai tuoi genitori per natale/compleanno) o -peggio- coinvolgere il partecipante in campagne di marketing finalizzate all’acquisto di enciclopedie dalla dubbia utilità: era il
mass-market dell’epoca.
Tutto ciò, ovviamente, era possibile perché era coinvolto in prima persona (giuridica) un colosso come
Mondadori. Colosso sia di risorse economiche, sia di iniziative innovative per l’epoca e sia dal punto di vista culturale con la possibilità di coinvolgere nella redazione di questi articoli nomi di una certa rilevanza nella cultura italiana dell'epoca: in Mondadori non entravi se eri un improvvisato nerd appassionato di fumetti!
Oggi - ahimè - l’attualità sulla carta stampata è morta.
L’approfondimento non è gradito (siamo un popolo di lettori di titoli), quindi cosa resta?
Niente.
Niente sul mercato "generalista", ovvio: approfondimenti di nicchia restano sempre attivi (tenetelo presente per comprendere meglio alcuni punti successivi del mio sproloquio).
comparivano articoli di attualità o divulgativi (in occasione di qualche avvenimento particolare) oltre a quelli legati più direttamente al mondo disneyano
Soprattutto l’uscita dei
film Disney: mettevi in moto (e ti appoggiavi) un canale dalle risorse taaaanto più importanti di quelle del fumetto!
Il tema e i protagonisti del film Disney dell'anno erano leader nella realizzazione di giocattoli, abbigliamento, libri... praticamente tutti i prodotti per il mercato dei più giovani.
Ora tale canale sembrerebbe essere non solo chiuso, ma addirittura inibito dalle politiche della casa madre.
Testate pure destinate esplicitamente a determinate categorie di lettori con la conseguenza di escludere automaticamente dall’acquisto tutti coloro fuori target. Uno dei motivi del successo di Topolino, al contrario, era stata proprio una generale trasversalità.
Vero, verissimo: il Topolino di allora era "indifferenziato", catturava l'attenzione (per tutta una serie di ragioni) del bambino che doveva imparare a leggere e veniva comunque letto/sfogliato dall'adulto.
Era anche però un periodo di poche scelte: pochi canali TV, i libri erano comunque mediamente più costosi di oggi, al cinema c'erano film che duravano più tempo, anche le radio, fonte di notizie e di indirizzo culturale pop, erano poche. Quindi
il pubblico era formato da una massa molto poco distinta, alla quale erano rivolti spot indifferenziati per una fruizione passiva.
Il mercato - indipendentemente dalle vicende topolinesche - è poi evoluto verso sistemi diversi: concetti quale il target, l'esasperazione delle 7 P del marketing, la misurazione del risultato nel breve periodo, le analisi di mercato, ecc...
Chi non si è adeguato è
sparito, in tutti i campi: dalle automobili ai liquori, dall'abbigliamento ai fumetti. Topolino ha avuto la fortuna di essere stato in mano ad un'azienda (la Mondadori) che aveva grossi interessi/collaborazioni con il mondo della pubblicità, ed ha quindi potuto seguire questa strada senza grossa fatica, anzi! La numerosità della redazione ha permesso lo sviluppo contemporaneo di più testate, la conoscenza del mercato - grazie alla SIPRA - era molto ampia dato il parco testate controllato da Mondadori, e il passaggio alla Disney ne ha indubbiamente giovato.
Oggi il mercato - frammentatissimo anche "grazie" alle scelte potenziali di impiego del tempo che può avere il consumatore - non può sostenere una scelta generalista: prima si individua un'area nella quale si vuole competere, e poi si identifica il prodotto che si vuole usare per "vincere". Pensate alle librerie, ad esempio... già prima dello
tsunami Amazon erano state schiantate dai grandi marchi: le Feltrinelli, la Mondadori, ecc... solo in quelle si potevano trovare tutti i titoli. Nelle librerie indipendenti l'unica speranza di sopravvivenza era la specializzazione: psicologia, storia, narrativa estera, gialli, ecc. L'offerta era rivolta a un pubblico ben definito che poteva trovare non solo il libro del momento, ma soprattutto titoli di nicchia e competenza del libraio (raramente un commesso, ma il proprietario).
Oggi nell'ambito del nostro interesse, per riuscire in edicola hai due alternative:
- un pubblico di riferimento ben identificato (collezionisti, ragazze, pre school, pkers, ecc.) e un "curatore" appassionato e competente, lo vedete dal successo del Papersera (che ancora vive oltre le 4 uscite iniziali previste), dell'Almanacco (che apparentemente è stato accolto benissimo), dei GCD, ecc.
- il prodotto di massa, non differenziato, curato un tanto al chilo, che ristampa storie per fare "conto paro" con il numero di pagine a disposizione, e che comunque incontra un segmento a questo interessato.
In definitiva, il Topolino degli anni Sessanta e Settanta non era solo un contenitore di storie a fumetti – come tanti altri – ma rappresentava un universo che offriva tutto ciò di cui si aveva bisogno per crescere e divertirsi.
Esatto, allora era sufficiente, conteneva
tutto ciò di cui si aveva bisogno per crescere e divertirsi. Oggi no, sia perché è cambiata la domanda del mercato (c'è qualcuno che pensa che un bambino/ragazzo di oggi possa essere soddisfatto nei suoi bisogni ludici/di svago dal Topolino settimanale???) sia perché probabilmente quello che vi si trova all'interno non riesce ad appassionare il lettore per forma o per contenuti. Cosa e come bisognerebbe metterci?
Non ne ho idea.
Bof... vabbè, ci sarebbe altro da aggiungere, ma voglio leggere prima quello che dice Bramo e le vostre eventuali repliche.
-Paolo