Recensione Topolino 3427 Quando ho letto l’indice di questo numero avevo la sicurezza che
l’ultimo episodio della lunghissima saga di Mister Vertigo avrebbe occupato il posto d’onore della recensione.
Non è così.
Non perché il risultato finale sia brutto o qualitativamente al di sotto delle altre storie, ma semplicemente perché,
come ultimo episodio de Il principe della menzogna, anzi dell’intera saga, ha il solo compito di raccogliere tutte le idee seminate in dodici mesi e illustrarne la conclusione. Non c’è tempo quindi per reintrodurre la situazione (anche perché a tal scopo vi è la paginetta introduttiva che da un paio d’anni sostituisce la classica ed invasiva didascalia della prima tavola) e
nel giro di poche pagine il colpevole viene svelato: una rivelazione che avrà sicuramente colpito alcuni di più e altri di meno ma, in fondo, questo è il destino dei gialli.
Un genere che viene ben presto superato per dedicare spazio all’azione e all’avventura:
lo scontro finale si svolge infatti non sul piano mentale, ma a colpi di scimitarre. Un combattimento fisico, quindi, che si conclude con una caduta in acqua, forse omaggio alla fine del professor Moriarty. Ma qui non stiamo leggendo i romanzi di Sherlock Holmes bensì
Topolino, e il “cattivone” viene ben presto salvato.
Le ultime scene sono una messa in prosa dei piccoli misteri rimasti:
scopriamo così che quelli che sembravano indizi a carico dei sospettati non erano altro che mere gag. C’è ben poco, quindi, da dire su quest’ultima puntata senza tirare in ballo… tutto il resto, ma dell’operazione Vertigo – nel suo complesso – parleremo in un articolo apposito tra pochi giorni sul Papersera.
Da gangster e terrore di Topolinia a “ladro” di gelati…
Tornando all’inizio dell’albo e andando in ordine, assistiamo al
ritorno di Tito Faraci. La sua ultima storia lunga infatti,
Topolino… Zio Paperone e il condono natalizio, risale a ben un anno e mezzo fa – se escludiamo il ritrovamento di
Mickey 2.0. Coadiuvato ai disegni da
Libero Ermetti, in
Topolino e l’oscura finale lo sceneggiatore imbastisce un simpatico racconto incentrato sull’eccentrico sport della “palla a caso”, perfetto per il pippide per eccellenza. Un invito a nozze per Faraci, storicamente con un debole per il personaggio di Pippo e le sue folli follie, che qui non mancano mai.
I disegni sono ottimi e fungono da perfetta impalcatura per il tono scanzonato e parodistico della vicenda, mentre il finale promette un lieve cambio di toni verso l’investigazione. La storia è inoltre il
secondo importante evento sportivo del magazine di quest’anno: come per la
Calisota Summer Cup rispetto agli Europei di calcio, è interessante notare come si stiano creando delle manifestazioni sportive indipendenti dalla controparte reale che vanno ad omaggiare. Stavolta tocca ovviamente alle
Olimpiadi, qui sostituite dai Giochi del Calisota. Si va così ad arricchire il
worldbuilding del mondo disneyano senza prendere elementi in prestito dalla realtà come accadeva un tempo, a volte anche pigramente.
Una piccola nota infine va al piccolo “cameo” di
Gambadilegno, citato nella seconda tavola come un furfante che ha derubato tutto il gelato al cioccolato di Topolino. Il personaggio non apparirà (o almeno non è ancora apparso) nel resto della storia, ma
è interessante notare come ormai non abbia più neanche la parvenza dell’antagonista, dato che persino Orazio chiede, con una certa
nonchalance, se Topolino l’avesse invitato a vedere i Giochi in TV. Che contrasto con le attitudini gravose con cui il Topo fronteggia Vertigo nella storia successiva!
“Più emozionante di quella volta che avevo dimenticato come ci si tuffa nel denaro!”
A seguire, l’ormai consolidato
team Stabile-Rota(s) ci offre
un nuovo episodio di Pianeta Paperone:
Il segreto del tuffo. La miniserie, di cui abbiamo già avuto modo di leggere due storie, si preoccupa di svelare alcuni segreti della vita del vecchio papero. Queste peculiarità, in realtà, non fanno altro che definire meglio il personaggio, alla maniera con cui Barks era solito estrarre dal cilindro questo o quel vezzo.
È così che negli anni Paperone è diventato un personaggio tridimensionale, sfidando le leggi fisiche del suo mezzo d’appartenenza, fatto di lettere e matita.
Questa storia non è da meno, e si interroga su una delle caratteristiche più peculiari ed universalmente conosciute del miliardario: come fa a tuffarsi nel denaro senza farsi male? Complici i disegni di Rota, la storia assume una definizione estemporanea, spiccando col suo sapore barksiano misto alle avventure tipiche di Cimino e sostenuto dai guizzanti dialoghi e battibecchi tipici di Stabile.
Una commistione che produce una buona storia (ma forse anche tre, come infatti sembra essere divisa in tanti atti) che ha come unico neo l’inquietante volto dell’ape regina meccanica.
A chiudere l’albo sono
I Bassotti e l’indeterminazione tecnologica, una storiella molto breve di
Giunta e
Lomurno, e
Paperino e la vacanza rap, una storia lunga di
Bosco disegnata da
Franzò. Entrambe fanno il loro dovere ed intrattengono durante la lettura senza troppe pretese, per quanto l’ultima pecchi della solita stereotipizzazione che caratterizzava il
Topolino di qualche anno fa. Leggere di rapper che parodizzano nel nome Young Signorino e che esclamano “Yo, bro!” tradisce sempre
una certa confusione tra trap e rap, ma anche tra 2021 e 2003 o giù di lì.
Nel complesso,
questo numero di Topolino si incastra nella media attuale della rivista, ma soprattutto in quella allegra del periodo estivo, sacrificando anche il consueto (e personalmente apprezzato) affastellamento di storie a puntate che caratterizzano l’attuale indirizzo del
magazine.
Tra le anticipazioni per le prossime settimane sicuramente spiccano tre grandi ritorni: chiuso Vertigo, da
Topolino 3429
tornerà Macchia Nera su testi di ignoti, ma matite evidentemente di
Casty con una sua locandina davvero d’effetto che tradisce atmosfere inquietanti e noir; prossimamente sarà invece la volta di
Reginella, che tornerà per… la sua “ultima avventura”. Infine, sul prossimo numero, avremo
un nuovo episodio delle Tops Stories, qui introdotto da un’intervista a
Giorgio Pezzin in cui viene svelato forse troppo. Sembra infatti che Topolino troverà il magazzino segreto del suo antenato inglese, da cui spunterà il canovaccio per l’ultimo diario. Sibilline le ultime affermazioni dell’autore che fanno presagire, o almeno non negano, la possibilità di nuove storie in futuro.
Voto del recensore:
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