Questa storia, quando l'ho letta per la prima volta, mi ha lasciato una sensazione di calore umano veramente difficile da descrivere.
L'ho letta su
questo numero di Paperino Mese e qui devo dire apertamente che si trova davvero in buona compagnia, vista la presenza di una storia di Cimino in due tempi, di una divertente disfida tra Paperino e Jones firmata dai Barosso e da Massimo De Vita e ancora Scala, Nino Russo e infine da un'altra storia dello stesso Chendi...
Ieri non appena ho saputo della scomparsa di Carlo, ho subito pensato ad una parte della sua produzione che mi è rimasta più impressa in mente e "viva" nei miei ricordi, vale a dire le storie brevi e il ciclo di Ok Quack.
Poi è venuta fuori
Topolino e le vacanze in immersione e ancora
Paperin Babà,
Missione Bob Fingher, le storie realizzate in coppia con Bottaro (
L'Isola del Tesoro,
Pippo e la fattucchiera,
L'eredità di Pippo-Peppo...)
Ma non appena ho ricordato, grazie all'aiuto del sito Inducks, che anche questa
Paperino e i premi di bontà fosse stata scritta da lui, mi sono sentito avvolgere da un calore che faccio fatica a descrivere e che mi ha
teneramente riscaldato nel ricordo di quanto questo Autore mi avesse trasmesso con le sue storie, con il suo umorismo, con la sua verve, con il suo brio.
Ma anche con la sua sensibilità e con il suo tatto.
E questa storia rappresenta pienamente queste sue virtù di Grande sceneggiatore.
È infatti il tempo di Natale.
Le strade si adornano a festa, i bambini aspettano con trepidazione i regali che riceveranno la notte di Natale, i grandi si preparano ad ultimare le ultime commissioni...
In questa ambientazione "festosa" e di attesa, assistiamo ad una vera e propria competizione, una disfida tra Paperino e lo Zio Paperone, entrambi accomunati dalla stessa bramosia di vincere un premio che verrà destinato a chi dimostrerà di aver compiuto
l'atto di bontà e generosità più significativo.
Vengono quindi messe in scena una serie di gag che, personalmente, mi hanno divertito in maniera genuina, rivelandomi una freschezza e un brio veramente palpabili.
Ma il "cuore" della storia, quello che io considero la sua stessa "anima", non risiede nella sfida aperta tra Paperone e il nipote Paperino.
E qui sta la scena che più mi ha riscaldato il cuore e dato davvero tante emozioni...
Un bimbo povero che abbraccia la sua mamma in una scena dolcissima, facendogli conforto perché, comunque vada, anche se non riceverà i regali che tanto gli farebbero piacere, potrà comunque contare sull'affetto della sua mamma che non verrà mai meno.
E vedere la commozione di alcuni personaggi (che non rientrano tra quelli precedentemente citati) e che si adoperano anima e corpo, senza pretendere nulla in cambio, per aiutare la povera "famigliola" mi ha riempito il cuore di tenerezza e di bellezza e per questo sarò sempre grato al Maestro Carlo Chendi.
Storie come questa le porto e le porterò sempre nel cuore, sicuro che quando ripenso a queste stesse storie, una parte dei miei pensieri, e del mio cuore, è rivolta in alto, a ricordare e a rivivere con immutato affetto e simpatia chi quelle storie le ha scritte e le ha donate, per sempre, ai suoi lettori.