Ieri sono stato a Romics, arrivando già all'apertura e fermandomi fino al primo pomeriggio. Il desiderio di tornare a respirare aria di fiera fumettistica era grande, dopo questo lungo periodo di forzata astinenza.
Ho avuto il piacere di incontrare - ovviamente nel padiglione 7, quello incentrato sui fumetti - il nostro presidente, che
nel suo ottimo articolo ha illustrato alla perfezione le modalità di organizzazione, dall'entrata in avanti, e le differenze con il passato.
In effetti, stavolta c'era molto più spazio per muoversi rispetto alle consuetudini, a causa dell'assenza di parecchi stand: non solo quelli più blasonati ma anche, appunto, altri "minori", tra cui uno che speravo di ritrovare, avendo fatto buoni affari negli anni passati. A livello Disney le possibilità in questo senso erano minori, ma comunque ho approfittato dello stand citato da Paolo per accaparrarmi alcuni Topolini degli anni Sessanta a cinque euro l'uno e in un altro ho comprato un Topo con una storia ciminiana che cercavo da un po'.
In generale, al di là di tutto, sono rimasto soddisfatto della rinnovata esperienza. Negli ultimi due anni le fiere mi erano mancate e avere la possibilità di tornarvi, seppure con indosso la mascherina e tutte le precauzioni del caso, è stata una bella sensazione. Ritrovare quella caratteristica atmosfera "festosa", muoversi tra banchi colorati e pieni di fumetti, mi ha dato una certa "carica", cosicché la stanchezza e i piccoli inconvenienti sono passati in secondo piano.
Speriamo che non si tratti di un fuoco di paglia, ma possa essere una vera "ripartenza" per questo settore, che - come purtroppo tanti altri - sta pagando un prezzo molto alto per la difficile situazione che viviamo.