Ci sarebbero così tante cose da dire su Zona Franca che non so da dove cominciare. Posso dire intanto che Sisti riesce sempre a stupirmi: ogni volta che penso di averlo inquadrato, di sapere cosa aspettarmi, sposta l'asticella un po' più in alto. Questa storia in due parti ha valore sia in quanto tale sia, soprattutto, per quel che rappresenta. Perché dietro certe scelte c'è una chiara visione, un manifesto programmatico diciamo. Ma andiamo con ordine.
Fermo restando che almeno 60 pagine sarebbero l'ideale, in sole 50 pagine Sisti riesce a scrivere un racconto godibilissimo, in perfetta sintonia con Pastrovicchio ai disegni. Buono che riesca - soprattutto nella prima parte - a prendersi i suoi tempi, le sue pause, puntando l'attenzione sui comprimari (era da tempo che Angus non era così presente e così convincente) e in generale sul mondo di Pikappa, le ambientazioni, gli scenari, tra 00-News e Quacktico. Perché PK non è solo "superpaperino contro gli alieni".
Certo, con poche pagine a disposizione si è dovuto correre un po', soprattutto nella seconda parte, e viene un po' penalizzata l'azione, ma va benissimo così: del resto non leggo PK per gli scontri, i combattimenti e le mazzate...o almeno non solo per quello! Il robottone nella storia è poco più di un pretesto, ma poco male, è comunque integrato in maniera tale da non sembrare (troppo) forzato. Meglio anzi che abbia avuto un ruolo minore, non è da quei dettagli che si fa una storia di PK, anzi.
Non potrei essere più in disaccordo con le critiche riguardo il ritorno di
Mary Ann Flagstarr, ora promossa capitano della PBI
. Non solo perché è perfettamente normale e coerente che si trovi dov'è e che venga re-introdotta in quel modo, ma perché finalmente un altro punto in sospeso di anni e anni fa (20 anni e qualche mese, sostanzialmente) trova finalmente la sua "
closure": il personaggio molto probabilmente riapparirà, ma almeno il suo fato non resta appeso a un filo, stavolta. PK, piaccia o no, è una saga e se si è trovato il modo, pur con poco spazio, di rimettere a posto quanto era stato lasciato aperto, ben venga. Il "fanservice" è ben altro e oltretutto non è detto sia sempre una cosa necessariamente negativa, anzi.
E poi si arriva al fulcro della minisaga in due parti: intelligente l'idea della "zona franca", a riprova che Sisti ama esplorare le conseguenze di ciò che ha scritto in passato, trasformando potenziali buchi di trama in spunti.
Altra cosa molto bella: Sisti canonizza (canonicizza? Insomma, rende canonica e ufficiale) una risposta data a una domanda in un'intervista nerd, il Botta-e-Risposta della Tana del Sollazzo ai tempi de "Gli Argini del Tempo". La trovate qui:
http://www.ilsollazzo.com/.../pk-gli-argini-del-tempo/Insomma, all'epoca Sisti, per rispondere a una domanda su alcuni personaggi di quella storia, spiegò una sorta di regola per giustificare il fatto che
il triumvirato a capo dell'Organizzazione fosse sempre composto da un uomo, una donna e un cyborg
. Sembrava, per quanto sensata, che tale regola se la fosse inventata sul momento: chissà, forse era proprio così. Vi ricordate la TeknoRoom di PK2? Lì davano spiegazioni con retroscena, a volte credibili a volte forzati, che però il più delle volte era roba fine a se stessa. Ecco, forse per la prima volta Sisti trasforma uno di questi retroscena in uno spunto vero e proprio. Trasforma quella risposta a quell'intervista di anni fa in un elemento della storia, che appare proprio "in-story", tra le pagine dell'albo. Insomma, non so se quella risposta la improvvisò o meno, ma se ne è ricordato e l'ha "ufficializzata". Ci vedo un esempio di serietà e maturità, in questo.
Altra cosa: Sisti rende definitivamente canonica e parte del mondo di PK una storia "speciale" di qualche anno fa
, addirittura proseguendone le vicende. Riprende spunti e personaggi ideati da Francesco Artibani
(Axel Alpha e John Connery)
e che pensavo sarebbero finiti nel limbo, nel dimenticatoio, in seguito alla decisione di Arti di non scrivere più PKNE (per sempre? Chissà, mai dire mai).
Insomma, Sisti si dimostra anche umile, capace di integrare trame e spunti altrui. Poteva benissimo dimenticarli, fregarsene, ma ha mostrato rispetto verso il suo collega senza cedere a campanilismi, ego o ripicche (quante volte, in ambito fumettistico anche oltreoceano, abbiamo visto casi simili?). È un ennesimo atto d'amore di Sisti per la saga di PK e per il lettore. Sisti prende definitivamente in mano il timone della serie ponendosi ufficialmente come l'erede di Artibani nel nuovo ciclo PKNE. E a questo punto mi aspetto davvero di tutto. Fino a pochi giorni fa (insomma, prima di leggere questo numero del Topo) ero scettico, ma ora posso davvero iniziare a sperare che vengano riprese anche altre trame e personaggi altrui, di PKNA, PK2 o PKNE. Forse addirittura posso osare sognare che venga chiuso quanto lasciato aperto da Artibani nel finale di LODE: qualora il buon Francesco non tornasse davvero, ci potrebbe pensare Sisti. Siamo in buone mani.
PS: Non credo alla contrapposizione "strade nuove" vs "recuperi del passato", come se fossero mutuamente escludentesi (anzi, spesso con la scusa del "nuovo" si creano personaggi e situazioni ridondanti, invece di attingere all'esistente, ancora fertile, troppo a lungo lasciato ad ammuffire). Per giunta quando si parla di una storia incompiuta come quella di PK, con tutto ciò che è stato lasciato aperto e in sospeso da anni. Non c'è alcun conflitto tra il chiudere quanto aperto ed eventualmente, se si hanno idee, aprire al nuovo. Sisti, anche in questa storia, ha saputo creare il giusto mix.