La direzione è riuscita a far sì che la storia di Macchia Nera influenzi tutte quante le storie di questo numero di Topolino indirettamente!
E a giudicare dall'anteprima del prossimo numero si può intuire che anche nel Topo della prossima settimana la neve sarà un elemento comune a tutte le storie presenti.
In merito a questo numero posso dire che la storia che ritengo la mia preferita è senza dubbio quella con Newton protagonista:
Sono solo pensieri.
Si tratta di una storia a parer mio molto scorrevole e piacevole e che mette al centro della propria attenzione il rapporto del genietto di casa Pitagorico con le persone che considera a lui più vicine (lo zio Archimede, Paperoga, gli stessi Qui, Quo, Qua...)
Ma il rapporto che viene analizzato in questa storia non riguarda tanto un tipo di approccio diretto con gli altri poiché lo stesso Newton si dimostra decisamente più curioso rispetto all'idea che gli altri hanno di lui e che tengono per sè, nei propri pensieri.
E devo dire che tutta la storia si è rivelata per me molto coinvolgente e gustosa, con gli ottimi testi di Nucci supportati dal comparto grafico di Simona Capovilla, al suo esordio su Topolino con un tratto gradevole e pulito.
Per quanto riguarda poi la nuova storia con Macchia Nera, il primo episodio de "Il Bianco e il Nero" è certamente molto introduttivo e quindi non posso che aspettare i prossimi episodi per poterla giudicare appieno e darne un giudizio più completo.
Però questa sua prima parte è riuscita comunque ad intrigarmi e mi lascia curioso sul suo prosieguo.
Quanto alle altre storie presenti in questo numero, le ho trovate quasi tutte piacevoli e ben riuscite, dalla storia di PippoSpot alla breve di Bosco e Pisapia.
Simpatica anche la storia conclusiva incentrata su Paperone e sul fido Battista e che si è rivelata una vicenda sì semplice, inquadrata in un contesto di quotidianità paperopolese, ma che credo proprio per questo ho apprezzato.
Quella che considero la storia meno riuscita del numero, almeno per il mio giudizio, è la breve con Malachia che onestamente (nonostante la bella atmosfera invernale e la simpatia che Faccini riesce a infondere al personaggio) in questa occasione mi ha lasciato poco a fine lettura.