Recensione Paperino il Paladino Recentemente Panini Comics ha pubblicato, in un unico volume di pregio intitolato
Paperino il Paladino, le quattro bellissime storie che, secondo una denominazione non ufficiale ma oramai entrata a far parte dell’immaginario Disney italiano, compongono
il cosiddetto “Ciclo paperingio”.
Quattro racconti, tutti scritti e disegnati dal grande maestro Disney ligure
Luciano Bottaro, in parte affiancato da
Carlo Chendi e
Alberto Autelitano nella sceneggiatura, dal chiaro intento parodistico che nel corso di più di trent’anni hanno saputo conquistare il pubblico dei lettori di ogni età finendo per essere considerate dei classici immortali.
Bene o male chiunque abbia avuto a che fare con degli studi di letteratura classica sarà in grado di riconoscere i riferimenti che gli autori hanno inserito nelle loro storie per rievocare solo in principio celebri racconti che nel prosieguo della narrazione finiscono col prendere una direzione propria.
Il volume si apre con l’omonima storia
Paperino il Paladino di Bottaro e Chendi, pubblicata per la prima volta nel 1960 sul settimanale
Topolino. Il racconto inizia nel presente, con Paperino vittima di uno scherzo dei nipotini che fa nascere il pretesto per far intervenire Nocciola, personaggio da sempre caro a Bottaro. La strega rievoca un racconto medievale con cui introduce il prode Paperino il Paladino, cavaliere di ventura accompagnato dall’inseparabile scudiero Ciccio. Il riferimento principale dell’opera è
il poema cavalleresco L’Orlando Innamorato scritto nel 1943 da Matteo Maria Boiardo. Nella sua rivisitazione disneyana l’amore del beccuto paladino si rivolge a madonna Paperina, nipote dell’avido duca Paperone. Tra gelosie, duelli, streghe e draghi, il prode cavaliere finisce col ricalcare il destino del suo discendente paperopolese.
Il volume prosegue con
Paperin furioso, storia sceneggiata e disegnata da Bottaro, originariamente apparsa sulle pagine di
Topolino nel 1966 e ovviamente ispirata all’
Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Come per la precedente parodia, il balzo indietro nel tempo è opera di un incantesimo di Nocciola che rispedisce il protagonista nel passato alla corte di re Papero Magno. Venuto a sapere del rapimento della bella Angelica da parte del mago Basilisco, il paladino corre alla salvezza della sua amata ma l’erronea attribuzione dell’eroico gesto allo scudiero Ciccio porta il cavaliere alla follia. Solo l’intervento dell’inventore Archimede permette finalmente far tornare la pace.
La follia del paladino
Il terzo racconto, pubblicato nel 1972 a sei anni di distanza dal precedente, è
Paperino e il tesoro di Papero Magno, ancora una volta scritto e disegnato da Bottaro. L’autore ripropone il personaggio del paladino senza attingere esplicitamente da un poema specifico. Il racconto inizia semplicemente nel regno di re Papero Magno assediato dai Mori. Il sovrano invoca l’aiuto del prode Paperino e di Gastolfo ma è solo grazie all’ausilio di Nocciola e di Archimede che si riesce a ristabilire la pace nel regno.
L’antologia si conclude con
Paperino e Paperotta di Bottaro e Auteliano,
parodia di Tristano e Isotta, vera e propria leggenda medievale appartenente al Ciclo bretone. Si tratta del più recente dei quattro racconti, pubblicato per la prima volta nel 1996, che come il precedente cala i protagonisti all’interno del contesto epico cavalleresco senza particolari artifici. Il paladino viene incaricato da Papero Magno di rapire la bella Paperotta, ma il cavaliere se ne innamora. Tra mille vicissitudini, incantesimi, boschi stregati e minacce alla ricchezza dell’avido sovrano, Paperotta, stufa di essere contesa tra i due litiganti, fugge lasciando entrambi a becco asciutto.
Ci troviamo di fronte ad un volume che raccoglie
il ciclo di parodie più importante ed articolato della scuola Disney italiana. Bottaro, celebre per la sua capacità di forzare le prospettive e collocare all’interno dei contesti classici esseri dalle sembianze sinistre, dotati di plurimi arti, proboscidi e altre grottesche stranezze, oltre che da colori sgargianti, crea di volta in volta
un insieme di situazioni e personaggi davvero unici.
È interessante osservare queste opere in base ai singoli anni in cui sono state realizzate per comprendere quanto rispetto gli autori abbiano voluto mostrare nei confronti della letteratura italiana, riuscendo ugualmente a prendere la propria direzione all’interno di ciascuna storia.
Il geniale linguaggio di Paperino il Paladino
Non è poi possibile parlare del Ciclo paperingio, ed in particolare del primo “episodio” che compone questa raccolta, senza un commento sul
linguaggio utilizzato dai suoi protagonisti. I personaggi Disney si esprimono con un italiano arcaico ma spiccatamente maccheronico che ricorda moltissimo quello usato da Vittorio Gassman e dagli altri attori del film di Mario Monicelli
L’armata Brancaleone, la cui uscita nelle sale cinematografiche è di poco successiva alla pubblicazione del fumetto.
Il coinvolgimento di Carlo Chendi nella sceneggiatura del racconto rende la trama fortemente ispirata e profondamente epica. Le situazioni vissute dai protagonisti appaiono perfettamente in linea con quelle delle più classiche opere cavalleresche. A ciò si affiancano i disegni di un Bottaro sempre ispirato e capace di rendere ogni tavola unica.
In
Paperin furioso, Bottaro affronta la parodia anche dal punto di vista della sceneggiatura.
Questa autonomia creativa lo porta ad enfatizzare oltremodo l’esagerazione che da sempre caratterizza la sua creatività. Le tavole in cui Paperino è preda della sua stessa follia sono qualcosa di unico. L’energia del tratto del maestro ligure riesce a trasmettere l’indomabile foga del papero ormai privo di qualsiasi freno. In quest’opera i riferimenti al racconto originale di Ariosto sono più evidenti, e il raffronto con la letteratura rende ancora più avvincente la figura del paladino permettendo di sottolineare ancora di più i risvolti comici delle vicende che gli vengono costruite attorno.
Il tesoro di Papero Magno, seppur non direttamente ispirato ad un’opera già esistente, risulta comunque coerente con il contesto epico ricalcato dalla storia precedente. Pur trattandosi di un’opera originale, Bottaro è in grado di ricollocare i personaggi precedentemente realizzati all’interno di un mondo perfettamente definito in cui ognuno, pur mantenendo il ruolo e le caratteristiche strumentali al racconto, appare perfettamente coerente con la sua controparte paperopolese.
Mostriciattoli da ogni dove!
Parlando poi della storia più recente del ciclo,
non si può fare a meno di apprezzare le esagerazioni volutamente visionarie che Bottaro inserisce in ogni momento facendo virare la direzione del racconto originario per giocare con la trama e condurre il lettore verso il più classico degli epiloghi per il povero protagonista.
L’importanza artistica di questa serie di storie è sicuramente valorizzata dall’editore, che propone
un volume antologico di indubbio pregio, realizzato con copertina telata su cui spicca una stampa dorata in rilievo e una splendida rivisitazione del protagonista ad opera di Marco Gervasio.
La carta impiegata è indubbiamente di alta qualità e restituisce in maniera eccellente i colori delle vignette. Ottimo anche il restauro delle tavole sebbene alcune vignette della terza storia appaiano leggermente sbiadite e con una colorazione non sempre uniforme. Probabilmente gli stessi originali sono stati vittima del tempo.
I contenuti extra sono decisamente copiosi: già solo la prefazione è un grandissimo dono che viene fatto al lettore, in quanto si tratta dell’ultimo contributo che lo sceneggiatore Carlo Chendi ha dato alla Disney. Ciascun racconto è anticipato da un dettagliato redazionale in cui
Luca Boschi e
Alberto Becattini si alternano di volta in volta nel commentare ciascuna opera fumettistica tra aneddoti e parallelismi con le relative fonti di ispirazione.
Infine, a concludere questo ricca pubblicazione,
un’intervista alla figlia del maestro ligure, Annabella Bottaro, in cui vengono svelati alcuni ricordi di famiglia ed un finale alternativo poi scartato del
Tesoro di Papero Magno.
Paperino il Paladino è un volume antologico capace di collocarsi a metà tra l’opera letteraria ed il fumetto mostrando incredibile rispetto per ciascuna delle due arti.
Questo risultato è frutto del grandissimo talento di tutti gli autori che hanno preso parte a questo ciclo di storie, cui Panini dà il giusto pregio permettendo di apprezzarne integralmente la qualità grazie ad un’edizione curata tanto nell’aspetto quanto nei contenuti che non dovrebbe proprio mancare nella biblioteca di ogni appassionato Disney.
Voto del recensore:
4.5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2022/03/17/paperino-il-paladino/