Conversando sul politicamente corretto, è emerso più volte che non vengono permesse storie particolarmente forti in quanto il settimanale è indirizzato principalmente ai bambini.
Analogamente, diversi film sono vietati ai minori di una certa età.
Queste considerazioni si basano logicamente sul presupposto che i pargoli sono più impressionabili degli adulti. Anche io l’ho sempre dato per scontato, eppure da tempo mi è venuto il dubbio che sia veritiero.
Vi cito due esempi. Quando ho letto da infante Topolino e l’isola dei giganti ovvero: i superstiti del continente perduto, l’unica impressione lasciatami è stata di confusione (non avevo capito quasi niente). L’ho rivalutata parecchio nel corso del tempo; in particolare l’ho riletta pochi anni fa e l’ho trovata molto più inquietante di come la ricordavo, addirittura al livello delle più ansiogene avventure di De Tops. Un’opera che da ottenne non mi aveva per nulla turbato ha avuto un effetto ben diverso da ultraventenne.
Ultimamente mi è tornata in mente inoltre a Topolino e il mistero del corvo, che, a ripensarci, è davvero disturbante per tutte le riflessioni che mi ha indotto a fare (ne ho parlato diffusamente nella
discussione relativa). Se l’avessi conosciuta da bambino secondo me non mi avrebbe spaventato (o comunque molto meno) poiché non mi avrebbe indotto a pensare tutto quello che invece mi ha fatto sovvenire in età più matura.
Per rispondere alla domanda del titolo, a mio avviso certi elementi inquietano maggiormente i pargoli, tuttavia altri sono talmente sottili che da essi non vengono colti mentre riescono a toccare le corde degli adulti.
Cosa ne pensate, estendendo eventualmente l’argomento oltre il fumetto?