https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2526-6Il fumetto in questione si distingue innanzitutto per l’originalità all’interno del filone della macchina del tempo: questa volta non si viaggi per indagare su un mistero ma per recuperare Zapotec, finito accidentalmente nel passato.
In tale occasione infatti, essendo la macchina in manutenzione non vale la regola delle 12 ore ma si ritorna indietro con uno speciale telecomando.
La prima cosa da fare una volta nell’antichità è trovare il professore: scoperto che si trova in galera dopo essere atterrato su una statua, per andare da lui Topolino e Pippo non trovano di meglio da fare che sedersi sul monumento e aspettare tranquillamente l’arrivo delle guardie (mentre un testimone esclama “Ma è un’epidemia!”)
I soldati inizialmente non li arresterebbero, perciò Topolino ricorre al “piano di riserva”, insultando il centurione che, arrabbiatissimo, cambia subito idea.
Zapotec viene ritrovato, ma la situazione si complica: i protagonisti hanno scoperto di aver smarrito la pila del telecomando, il quale quindi non funziona, e devono ripercorrere la strada fatta (per cominciare, evadendo) per recuperarla. Dopo un tentativo da parte di Pippo di cambiare dollari in sesterzi, i nostri fanno irruzione nel teatro, dove si tiene una rappresentazione del commediografo Flauto. All’epoca della prima lettura non sapevo nulla di Plauto di conseguenza non ho colto la citazione, ma ora riconosco che si tratta di un nome parodiato simpatico e riuscito.
Ricordo che quando sono arrivato al punto in cui i personaggi salgono sul palco senza pensarci due volte ho pensato “Ma non potevano aspettare la fine della recita? Così la rovinano”. Se fosse accaduto nella realtà questo atteggiamento mi avrebbe infastidito, tuttavia ora comprendo che la situazione in cui si erano ficcati i nostri eroi lo giustificava.
La scena dà luogo a un elemento sovrautilizzato nelle storie disney (per fortuna ci si sofferma poco): il pubblico giudica quello che in realtà è un intoppo una geniale e rivoluzionaria idea dell’autore, suscitando un grande successo. Ciò comunque rende possibile la divertente vignetta in cui i soldati restano a ricevere gli applausi degli spettatori mentre il solito centurione li richiama al dovere.
La storia si conclude né con una vittoria né con una sconfitta ma con una sorta di stallo, in cui i protagonisti sono bloccati per 12 ore (qui reintrodotte), regola che inizialmente non avevo capito, anche perché viene citata molto brevemente, trattata come qualcosa di noto per i lettori.
In definitiva si tratta di un esempio di una buona storia con diverse idee, ben narrata (nonché ben disegnata), seppur occupando un numero limitato di pagine.