Un libretto molto gotico e noir questo natalizio, dove la presenza della morte è costante non solo in parenti necessariamente deceduti ma anche in personaggi del passato che lasciano il posto ai propri discendenti. Sembra quasi che Nucci si rifaccia ai cartoni e ai fumetti di un tempo che non avevano certo problemi a parlare di diverse tematiche oggi più difficili da affrontare. Credo che un lettore occasionale attirato dalla meravigliosa copertina barksiana (una vera e propria variant, considerando anche la superficie metallizzata) sia rimasto ulteriormente preso e sorpreso dalla lettura di storie che forse non si sarebbe aspettato di trovare. Un numero sicuramente da collezione.
Il Bianco e il Nero (terzo episodio)
Anche in questa occasione Marco Nucci è riuscito ad imbastire un soggetto in tre parti in maniera 'alternativa', creando e mantenendo la suspence su una situazione che, alla fine, è risultata del tutto estranea ai reali progetti di un Macchia Nera che, in questo suo ritorno, gioca molto sugli aspetti psicologici che la sua figura proietta sulle menti dei cittadini topoliniani, dopo anni di avventure noir. La soluzione trovata da Mickey è stata rischiosa, considerando che anche io, come lettore, ero convinto di una segreta macchinazione del protagonista. Mai avrei pensato ad una risoluzione del genere e gli sviluppi della terza parte mi hanno coinvolto più di quanto pensassi. Sarà che non amo particolarmente la neve (soprattutto se devo guidare la macchina) e tutti quei metri che aumentavano inesorabilmente mi hanno dato un senso di angoscia.
Paperino, Battista e Miss Paperett in: l'anniversario misterioso
Mi sembra che una situazione del genere (assenza dello zione in un giorno particolare dell'anno) fosse già stata trattata ma non ricordo come. Questo soggetto è particolarmente interessante non solo per una ulteriore finestra sulla gioventù di Paperone ma anche per una inequivocabile dipartita di una sua connazionale più anziana, con un giovane Scrooge molto toccato dalla cosa, prontamente superata dalla comparsa della giovanissima nipote, anche lei con un sogno americano da raggiungere (addirittura calisotiano a paperopolese: all'epoca Duckburg 'tirava' molto tra i giovani europei - e magari anche oggi).
A Christmas Coot
Notevole omaggio di Marco Nucci alla più antica delle famiglie paperopolesi. Per quanto, nella gotica sceneggiatura, faccia qualche 'errorino' riguardo la cronologia dei parenti della Nonna (Elvira li chiama sempre per nome e mai per parentela: nonno, papà, mamma, fratello). Dopo la 'regia natalizia' delle cene di vigilia del fondatore, vengono elencati gli altri in ordine 'sparso': Clinton, Casey e Gertrude (cioè padre, fratello e madre di Elvira) quando il giusto ordine sarebbe stato Clinton e Gertrude (marito e moglie, che dunque immagino organizzassero insieme la cena) e poi Casey, ritenuto anche lui morto quando, essendo fratello della Nonna (maggiore? minore?), poteva benissimo essere ancora in vita (come il marito Humperdink, sebbene la sua totale assenza dalle storie presenti faccia certo pensare ad una sua dipartita - a meno che non si siano lasciati in tarda età, visto mai). Si considera la Nonna ultima erede di questo rito, quando dei suoi tre figli (Quackmore, Daphne, Eider) si sa poco o nulla (e quel poco è grazie a Don Rosa) mentre i suoi nipoti Paperino, Gastone e Paperoga, una volta ereditata la fattoria, potrebbero continuare a loro volta questa tradizione. Riguardo i nipoti, Nucci ridà dignità alla posizione di Ciccio, ancor oggi chiamato da qualcuno 'garzone' della Nonna quando in realtà dovrebbe essere il suo parente preferito (ci sono flashback in cui da piccolo compone poesie 'gastronomiche' intorno all'albero con i più giovani Paperone ed Elvira). Per quanto nipote del fratello Casey, pur non avendo un'ascendenza 'diretta' (come Paperino, Gastone e Paperoga) ed essendo Elvira sua zia e non sua nonna, Ciccio la chiama comunque così e potrebbe essere il nipote 'prescelto' per eventuali decisioni future. Nucci alterna molto bene sogni e incubi a pseudo realtà nella notevole presenza di Cornelius (piuttosto severo e risoluto con la nipote) e dei suoi discendenti. Un merito che, al di là dei miei 'appunti', gli va senz'altro riconosciuto. Come va riconosciuta l'arte di Paolo Mottura, forse l'unico disegnatore che poteva così ben illustrare questo racconto gotico e noir.
Paperinik in: Missione Natale
Paperino deve stare sempre più 'accorto' se anche un elfo conosce l'identità del suo alter ego. Ciò facilita comunque il prosieguo della vicenda che vede il vendicatore alle prese con i suoi più accaniti avversari: il tenente Sheriduck e John D. Rockerduck (l'autore della storia è, non a caso, il poliedrico Marco Gervasio). Riguardo quest'ultimo, il pur bravo Ivan Bagarella lo delinea come fosse Paperoga, con quattro ciuffi svolazzanti quando sappiamo da sempre che la sua capigliatura è molto più folta. Ritroviamo, in una continuity trasversale, gli stessi ospiti della cena alla fattoria visti in A Christmas Coot: anche Archimede e suo nipote Newton e Battista e Miss Paperett. Peccato manchino Pico e le nipotine di Paperina, altrimenti la festa sarebbe stata ancor più completa (da notare anche l'assenza di Brigitta, altre volte coinvolta in situazioni del genere ma non questa volta).