Recensione Topolino 3454 Con
Topolino 3454 tornano tra le pagine del settimanale le Giovani Marmotte, con un nuovo episodio della saga inaugurata nel 2020 con
Operazione Alaska e che le ha riportate al pubblico di oggi in
una veste aggiornata e rinnovata, con nuovi comprimari e nuove avventure.
L’idea di usare le Giovani Marmotte come protagoniste assolute è di per sé ottima, facendo una sorta di
reboot della testata dedicata al gruppo scoutistico negli anni Novanta, che presentava storie inedite anche in quel caso con un proprio cast fisso di Giovani Marmotte oltre ai noti nipotini.
Ciò permette di toccare temi di attualità come quelli ecologici, di portare i protagonisti in luoghi esotici mostrando affascinanti angoli del pianeta poco noti, di mettere i ragazzi stessi al centro dell’azione e di caratterizzarli maggiormente, come già tante altre saghe su
Topolino stanno facendo. Il risultato però, purtroppo, è stato fino ad ora altalenante, e anche
Le Giovani Marmotte in La terra delle nuvole non riesce a spiccare particolarmente.
Questa settimana
Francesco Vacca porta i paperotti a visitare un luogo particolarmente affascinante, che grazie ai disegni di
Mario Ferracina possiamo parzialmente vivere anche noi:
il salar de Uyuni, un gigantesco deserto di sale in Bolivia, abitato da fenicotteri e treni in disuso. La storia si mette
in stretta continuity con le precedenti: vediamo maturare Qua nel suo ruolo di capo, mentre continua a ricevere dal Gran Mogol lezioni di leadership, Jamal tornare in possesso di una macchina fotografica dopo il disastro dell’episodio precedente e Newton continuare a cercare la sua strada come genio del gruppo, purtroppo spesso incompreso.
Anche il
villain di questo episodio costituisce un ritorno: si tratta nuovamente del malvagio
Mike Perry, in questo caso però alle dipendenze di un misterioso superiore, apparentemente interessato a mettere le mani sul prezioso Manuale delle Giovani Marmotte.
L’episodio sembra solo propedeutico a nuovi sviluppi che matureranno completamente solo nelle prossime avventure, e da questo punto di vista lascia il lettore con un po’ di amaro in bocca: nonostante le 46 tavole a disposizione, sono pochi gli effettivi avvenimenti nella storia e la conclusione avviene comunque in maniera affrettata lasciando più domande che risposte.
Genio incompreso Se da una parte è avvincente scoprire che un misterioso
villain che conosceremo in episodi futuri è interessato al Manuale, che Mike Perry è riuscito a rubare, dall’altro
è frustrante non scoprire cosa abbia fatto al manuale Newton per renderlo inservibile (e come facesse a sapere che era quello il vero obiettivo dei loro inseguitori…),
lasciando più l’impressione di un finale incompleto che di un cliffhanger o di un finale aperto. La speranza è che questo episodio sia di fatto solo una lunga introduzione, che trova il suo posto all’interno di una saga che si dipanerà nei prossimi mesi e che potrà sviluppare pienamente il potenziale di questi personaggi.
A seguire troviamo
Topolino e le scomposizioni artistiche, per i testi del prolifico
Carlo Panaro e con i disegni di
Marco Palazzi. Si tratta di un classico giallo con Topolino protagonista, con un ricattatore senza scrupoli pronto a rovinare tutte le opere d’arte della città grazie a un misterioso ritrovato tecnologico.
La storia segue uno schema molto classico, che a molti lettori più “navigati” saprà di già visto ma che può sempre trovare un posto tra le pagine del settimanale. Rispetto ad altre storie di questo tipo,
la risoluzione del caso può apparire un po’ affrettata, mancando una vera e propria spiegazione di come le opere d’arte venissero modificate,
e si può accusare una certa faciloneria nel come viene trattato il mondo dell’arte e della critica.
Follie faccinesche
Al centro dell’albo troviamo due storie brevi:
L’allegra pernacchia, di
Enrico Faccini autore completo, e
Sopravvivi con Indiana: Acqua e cibo, di
Marco Bosco e
Giulia La Torre.
Faccini torna a proporre storie mute con protagonista Paperoga, riuscendo come al solito a ottenere
grandi effetti comici con una gag minimale ma incredibilmente valorizzata dalla recitazione dei personaggi e dal surrealismo della situazione.
La breve di Bosco si inserisce invece nel filone delle storie educative ma, dopo il rinnovamento portato a questo formato dalle
storie con protagonisti Pico e Newton,
mostra come l’approccio sia nel complesso invecchiato male, risultando decisamente più artificioso e pesante rispetto al dinamismo dato dal confronto dialettico tra le due generazioni di “geni”.
A chiudere il numero troviamo infine
Amelia e Archimede e la deriva dimensionale. Dopo essersi recentemente
coalizzata con Brigitta, per la fattucchiera è il momento di una nuova alleanza improbabile, questa volta con Archimede. L’inventore è infatti riuscito a costruire un macchinario che annulla l’effetto della magia e, tentando di distruggerlo, Amelia lo manda in tilt, creando
una bolla di puro caos intorno al laboratorio, nella quale sono rimasti intrappolati Edi e Gennarino.
Seguiremo così sia la missione di salvataggio da parte di Amelia e Archimede in contemporanea al tentativo di fuga dei loro aiutanti, fino alla, decisamente non lineare, soluzione del problema. La vicenda, scritta da
Federico Rossi Edrighi,
permette a Stefano Intini di sbizzarrirsi nella creazione di ambientazioni surreali, illustrando esilaranti versioni “variant” dei protagonisti e affascinanti dimensioni alternative con una fauna e flora molto… peculiari.
Inaspettate versioni alternative Topolino 3454 non riesce nel complesso a distinguersi particolarmente, tanto più dopo l’alta media qualitativa cui gli ultimi mesi del 2021 ci avevano abituato. La storia di apertura con le Giovani Marmotte, cui la copertina stessa è dedicata, delude un po’ le aspettative e
la parte migliore del numero è costituita da due storie “minori”: la breve di Faccini e l’avventura in chiusura.
Il numero della settimana prossima segna alcuni ritorni: sia le lunghe storie a puntate, con il primo episodio di
Topolino e l’anomalia concentrica, sia del ciclo
Comics & Science, con una storia scritta in gemellaggio con la rivista scientifica
Nature.
Voto del recensore:
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