Giusto per dire la prima motivazione che mi viene in mente: il Pippo che, non appena si rende conto che quello che gli somigliava così tanto (e che era stato dipinto come un selvaggio) era in realtà non un suo cugino o un suo zio, bensì suo fratello Pappo [che vive in Africa da vent'anni] e che esce di casa con la velocità di un lampo, chiedendosi da che parte sia l'Africa per andarlo a raggiungere anche a piedi credo sia una delle scene che mi è rimasta più "dentro" con protagonista il personaggio di Pippo.
E dire che di storie con protagonisti Topolino e Pippo, nel corso degli anni, ne ho lette tante.
Così, giusto per dare un cenno al primo motivo che mi ha spinto a votare senza dubbio alcuno questa storia memorabile e bellissima, per il ritmo, per la trama, per le risate che mi ha fatto fare, per i momenti più concitati e per tutto il sentimento e l'empatia che mi ha trasmesso in fase di lettura e che mi hanno trasmesso i personaggi protagonisti, Topolino, Pippo e il fratello Pappo. 
Una scena molto toccante. Peccato però che il fratello Pappo non sia più stato utilizzato, altrimenti avrebbe avuto senso votare questa storia tra le migliori, in quanto prima apparizione di una presenza importante e di un rapporto fondamentale nella vita di Pippo.
Ho citato
Topolino e il pupo rapito, una storia esemplare del Pippo di Guido Martina e che per questo avrebbe meritato un posto tra le migliori; ho deciso però di non votarla, visto che, così come altri, non voglio disperdere i voti; pertanto non voterò neanche la storia che metterei seconda in classifica,
Topolino e il campionissimo, per quanto abbia una trama commovente ed entusiasmante, momenti thriller e un Pippo sicuramente adorabile.
I miei voti vanno unicamente a
Topolino e Pippo cosmico. La ritengo un capolavoro assoluto, la dimostrazione di come non sia necessario costruire una trama logica e lineare per ottenere una bella storia se si hanno le idee chiare sul messaggio che si vuole veicolare. Pippo perde se stesso, non si sa come, quando, e per mano di chi; io mi sono fatto una teoria su cosa possa essere realmente accaduto, ma, quando Geronimo ha scritto che il bello della storia è proprio l'alone di mistero che resta dopo averla letta, non era in errore; infatti, la vera preziosità di questa opera non sta tanto nella trama, ma nella riflessione finale che è possibile fare sul personaggio di Pippo.
In modo assolutamente inaspettato, al crepuscolo della loro carriera con le storie lunghe, la coppia Walsh-Gottfredson sembra scoprire le carte su cosa realmente pensa di Pippo, insinuando il dubbio che tutti quei momenti in 22 anni di fumetti in cui il personaggio se l'era cavata in una situazione spiacevole o pericolosa facendo qualcosa di sciocco, e tuttavia sortendo un effetto vincente, forse non erano stati un caso, non una semplice gag; allora Pippo potrebbe davvero essere segretamente un genio, e noi non ce ne siamo mai accorti? O magari non è così, ci stiamo immaginando tutto e la trasformazione nel cervello del secolo è stata causata da qualche
forza superiore e sovrannaturale, che poi ha cessato di agire sull'ignaro Goofy (dopotutto Walsh amava il soprannaturale); eppure... eppure il Dottor X è davvero Pippo; non è uno "scienziato qualunque", perché oltre ad avere un'intelligenza e una cultura formidabili risulta comunque decisamente strambo e unico nel suo genere; tralasciando il fatto che si diletti componendo poesie in sanscrito, soprattutto salta all'occhio che le sue mirabolanti invenzioni ricordano non troppo da lontano certe trovate tipiche di Pippo (o, comunque, di Paperoga): il bagno nucleare per fare la doccia vestiti, un colossale macchinario che serve solo a estrarre il ketchup dalle bottiglie, un albero dai frutti autosprementi... tutte cose utili, ma secondo un bislacco modo di concepire il progresso. E, alla fine, la baby-mucca Berenice, dal latte prodigioso: una scoperta rivoluzionaria, indubbiamente, ma siamo sicuri che non sarebbe riuscito a realizzarla anche Pippo, seppur in modo apparentemente
casuale? In fondo bastava solo farsi venire in mente qualcosa a cui nessuno avrebbe mai pensato, come una dieta a base di petali di rose da esposizione...
Pippo cervello del secolo può essere celebrata anche come un perfetto thriller di Topolino, per la capacità di infondere un senso di inquietudine nel lettore, grazie a scene disturbanti come quella con Mickey che si sveglia sudato dopo un incubo, il "testamento" di Pippo, Pluto che ulula un messaggio incomprensibile... tutte cose che a Marco Nucci non dispiacerebbero; non ultimo, l'indimenticabile personaggio one-shot: l'unico capace di superare le difese governative che hanno dissuaso spie internazionali e pericolosi gangster si rivela un eccentrico miliardario ossessionato dalle "dimensioni"... non uno scopo malvagio il suo, solo una forma monomaniacale, che però da sola è capace di dare del filo da torcere ai protagonisti; ma, rassicura Basettoni, il povero Miliardibus è un filantropo, ha un buon cuore... e la vicenda, in pieno stile walshiano, si chiude con la consapevolezza che ci troviamo in un mondo folle, in cui
la logica serve a poco e forse, forse davvero lo scemo del villaggio può essere un genio incompreso... ma attenzione, non uno scemo qualunque, ma proprio Pippo, l'esclusivo detentore di un imperscrutabile pensiero laterale che gli ha sempre permesso di condurre un'esistenza felice; e, aggiungerei, di essere amato e fare del bene a questo mondo. Forse non abbiamo bisogno di un cervello del secolo, ma solo di un'
anima pura come quella di Goofy, così pura da possedere intrinsecamente il segreto della saggezza; allora è probabile che Pippo sia il vero genio in questa storia, al punto che, nelle vesti del Dottor X, quando il suo migliore amico era in pericolo di vita, è riuscito nell'impresa di trovare l'unica soluzione per salvarlo: far tornare indietro Pippo, il solo capace di riuscirci, di amare Topolino quanto merita di essere amato e, se vogliamo leggere dietro le righe della vicenda, l'unico "cervello" davvero
utile all'umanità.