Ciao ragazzi! Dopo anni passati a leggere in silenzio il forum, ho deciso di iscrivermi per commentare assieme a voi questa nuova storia di PK (e, se possibile, le prossime del ciclo).
Da pker della primissima ora (numero Zero comprato in edicola), sono molto contento degli ultimi sviluppi, con il Maestro Sisti di nuovo al timone e la volontà di continuare la saga guardando sia al passato che al futuro, mettendo da parte il citazionismo un po' eccessivo della PKNE (che comunque mi è piaciuta), ma restando legati ai personaggi e alle atmosfere storiche della serie. In particolare, ho molto apprezzato il modo in cui la storia introduce nuovi comprimari buoni e cattivi, regalandoci al contempo il ritorno di una vecchia amica, e prendendosi il tempo di sviluppare una trama più "classica" e per certi versi semplice, senza gli eccessi e le ansie delle storie precedenti.
Non penso, onestamente, che si potesse fare di meglio con le pagine a disposizione, perciò non posso che togliermi il cappello e ringraziare il Maestro per averci ridato un po' delle vecchie atmosfere di PKNA (già riviste in Droidi). Aspetto con impazienza i prossimi numeri!
Detto questo, mi sento però di aggiungere che - a mio modesto avviso (ma l'hanno accennato anche altri, compreso lo stesso Sisti) - se non si fa qualcosa, l'intero progetto del nuovo PK su Topolino Fuoriserie rischia di essere sempre un pochino "azzoppato" dal problema della foliazione.
Sono convinto che 40 pagine NON siano sufficienti per tornare alle vecchie glorie di PKNA. Le storie classiche funzionavano perché avevano il tempo di fare tutto: dare spazio alle interazioni tra i personaggi, sviluppare la suspense, seguire più filoni contemporaneamente...
Si arrivava alla fine di ogni numero con la sensazione di aver visto un film, non un cortometraggio.
Del resto, l'accorciamento delle storie fu uno dei motivi per cui la Terza Serie non riuscì mai a eguagliare PKNA e PK2.
Di recente, ho riletto la storica "Ombre su Venere", e mi sono meravigliato nello scoprire che quel numero, oltre all'indimenticabile viaggio dei protagonisti nello spazio, aveva anche il tempo di inserire un'intera sotto-trama (di cui mi ero dimenticato) dedicata a Lyla e a Mike Morrighan che indagavano sulla sparizione di Angus. In effetti la serie era piena di filoni come quello, che consentivano agli autori di sviluppare tutto il cast di comprimari, e di dare alle storie il giusto ritmo senza dover correre a rotta di collo.
Ciò mi ha fatto pensare che forse anche buona parte dei problemi che sono stati imputati alla run di Gagnor è, in realtà, riconducibile proprio al numero di tavole a disposizione. Forse, se "Un nuovo eroe" avesse avuto il doppio delle pagine (e dunque anche abbastanza tempo per dare spazio a qualche battibecco tra Uno e Pk, per inserire una sotto-trama parallela dedicata a Uno e Lyla, per sviluppare meglio la parte ambientata nella prigione e per caratterizzare meglio i prigionieri), adesso quella storia sarebbe ricordata modo molto più lusinghiero.
"La danza del ragno d'oro" è senz'altro più consapevole dei propri limiti di pagine, ma comunque in alcuni passaggi è costretta a premere sull'acceleratore, con cambi improvvisi di scenario da una vignetta all'altra e - in alcune rare occasioni - persino con il ricorso a balloon esplicativi.
Sono convinto che, come del resto ha detto lo stesso Maestro Sisti, con una ventina di pagine in più, l'albo sarebbe stato un vero capolavoro, semplicemente perché avrebbe potuto raccontare la stessa storia con un po' più di calma nelle varie scene (penso per esempio al ritorno di Xadhoom o all'identità del cattivo "palestrato").
So che la struttura a episodi del ciclo di Gagnor è stata molto criticata, ma mi chiedo se a questo punto non si possa tentare una "via di mezzo" e fare storie divise in due volumi. Questo darebbe agli sceneggiatori un'ottantina di pagine con cui lavorare, vale a dire una foliazione molto più vicina alle vecchie storie di PKNA.
Potrebbe essere una soluzione?