Chiusa la divagazione, la relazione con Zenobia mi ha sempre lasciato una sgradevole sensazione di voler normalizzare Pippo, togliergli quelle caratteristiche che piu' me lo rendono interessante. Posso dare un giudizio positivo delle Rane saltatrici, ma questo senso di "apippidita' " mi impedisce di votarla qui.
Se è in generale l'idea di una relazione di Pippo che ti sembra straniante, non lo condivido, dopotutto lo stesso Gottfredson ci aveva pensato qualche anno prima di Scarpa con Glory-Bee (e con ottimi risultati direi); se ti riferisci nello specifico alla liaison con Zenobia posso in parte essere d'accordo... salvo che in fondo non si è mai davvero concretizzata; piuttosto, è il Pippo dello Scarpa anni '70-'80 nel complesso a non avermi mai convinto abbastanza, per quanto sicuramente più memorabile di quello rappresentato in tante altre storie coeve; è un Pippo "normalizzato" perché segue logiche più razionali, è più soggetto alle emozioni comuni di paura, rabbia, amore che tutti conosciamo, ogni tanto se ne esce sì con alcune "perle", ma che contribuiscono a dipingere il ritratto più di un "buono e puro" e "uomo semplice" che di "individuo strambo": vedi la reazione di Pippo al distacco da Topolino nei
Parastinchi di Olympia, l'irritabilità di Pippo in
Topolino e il cavatappi di Tuzco, o l'imbarazzo patologico nei confronti di Zenobia ne
Le rane saltatrici; sarà forse complice un design molto "gradevole" del personaggio, che appare atletico e meno goffo, ma anche meno stralunato in viso, sia rispetto alle varie versioni di Gottfredson che al Pippo di Bottaro... e infatti, al Pippo di Scarpa, per essere davvero "fuori dal comune" è necessario trasformarsi in uomo lupo, diventare insomma qualcun altro, e perdere i dolci connotati che lo contraddistinguono. Non che questo sia necessariamente un detrimento al personaggio: è pur sempre una rispettabilissima versione di Pippo, che a mio parere non sfrutta al 100% le potenzialità di Goofy ma che molti possono invece preferire e amare... e io stesso la ricordo sempre con piacere; inoltre, nello specifico, non mi sento di giudicare così negativamente
le rane saltatrici: Pippo che ha un guizzo di intraprendenza non è poi così strano (visti i precedenti momenti di genialità in altre storie celebri), piuttosto si può dire che non porti a risvolti interessanti (forse nella mente dell'autore l'effetto era comunque comico? Boh, in ogni caso a me hanno sempre strappato qualche risata le azioni delle guardie del carcere); però come non ricordare Pippo che salta con le rane per amore della sua bella, la quale dice "
ci tengo a che Pippo coltivi dei sani interessi"
o la scena finale, in cui Pippo e il ranocchio si congedano all'insaputa di tutti e Goofy, con lo sguardo trasognato in mezzo a una spettrale palude medita "elogi e smancerie mi mettono in terribile imbarazzo! Tu mi capisci, vero, Nerone?"
Io considero questi momenti dei deliziosi assaggi del Pippo più pippide, anche nell'opera "normalizzatrice" di Scarpa. Per questo
Le rane saltatrici rimangono la mia seconda storia in lizza, oltre a
La spada di ghiaccio. Andrebbe detto che anche Massimo De Vita non mostra un Pippo al massimo della stramberia, ma lo fa per amor di trama, che è molto complessa e articolata, per cui le gag pippesche si devono limitare a battute semplici e che non pregiudichino l'inusuale performance da "eroe" che Goofy tiene in questa grande avventura (che sì, amo anche io, non me ne volere Jerry
); se le successive storie della trilogia si attengono a questo schema senza particolari chicche, nella prima avventura è sicuramente memorabile il focus sullo scetticismo di Pippo, lo stesso che da sempre oppugna alla disperata Nocciola, e che si rivela arma formidabile ma, con ottimi risvolti di suspence sulla trama, anche invalidante in uno specifico momento; a questo poi aggiungerei qualche altra cosetta, come il Pippo ammaliato dalla regina di Hel, e poi, da sola, la posa di Pippo ottimamente disegnato da De Vita in procinto di inserire la spada nella roccia, che veramente meriterebbe una fotografia!...
In realta' non so ancora per cosa votare. Razionalmente, direi che tra le storie proposte l'utilizzo migliore di Pippo si trova in Spada di ghiaccio e Ultimo viaggio di Babbo Natale; pero' in questa fase sarei tentato di dare i miei voti nella categoria "altre", per promuovere storie meno conosciute. Fin qui non me n'e' ancora venuta in mente nessuna per questo decennio.
Uno degli sceneggiatori di Dylan Dog ha scritto una storia che tutti ricordiamo con affetto, quella dell'
Ultimo viaggio di Babbo Natale, "classicamente pippesca" perché costruita tutta su un tema abbastanza telefonato: chi altri se non Pippo poteva essere l'unico candido a credere ancora in Babbo Natale? Forse però ci saremmo aspettati qualcosa di più originale, considerando i maggiori risvolti comici dell'incredulità di Pippo; comunque, spicca un Gilberto che rivela un lato fanciullesco inaspettato (anche se un po' frettolosamente nel finale); Pippo compie un viaggio nella fabbrica di Babbo Natale e poi si industria per salvarlo dall'oblio, tutto molto bello, però per le ragioni di cui sopra ritengo superiore
Le rane saltatrici