Ho sempre detestato le storie a bici[...]
Vabbè, almeno ti consoli con la storia di "Paperino e l'auto smemorata".
Lì bici non ce ne sono, c'è solo la rinomata 313 di Paperino!

Scherzi a parte, mi trovo sostanzialmente d'accordo con il commento dell'avvocato.
Per quanto riguarda la seconda parte della storia di Fantomius, posso dire che si tratta di una vicenda ben scritta e che risulta fluida e scorrevole da leggere ma mi aspettavo anch'io che questa storia doppia iniziata nel numero 3466 portasse a qualche risvolto più incisivo nell'economia della saga del ladro gentiluomo.
E invece pure io ho ricavato l'impressione che alla fine si giunga ad un ritorno allo "status quo" senza troppi stravolgimenti o nuovi archi narrativi come pensavo.
La storia di Area 15 di Gaja Arrighini e Marco Mazzarello invece mi ha coinvolto meno nel suo sviluppo.
Non la reputo una brutta lettura ma, d'altra parte, posso affermare che ho trovato questa vicenda decisamente dimenticabile e sono arrivato alla sua conclusione con la sensazione di avere ricavato ben poco dalla lettura della storia.
Sempre gradevole il tratto di Corrado Mastantuono da vedere sul Topolino ma, di contro, anche questo nuovo corto muto della serie
Don't worry, Bum happy, a parte qualche sorriso in qui e là, mi ha lasciato poco a lettura ultimata.
Pertanto, le storie che ho preferito di questo numero sono state quella dell'auto smemorata e l'avventura a bivi.
Per quanto riguarda la prima, ho apprezzato il suo intento didattico ed educativo ed anche la lettura della vicenda in sé mi ha restituito un interesse che si è mantenuto costante per tutta la sua lunghezza e con una finale che mi è piaciuto perché giusto, rispettivamente, tanto ai danni di Paperino quanto a favore del cugino Paperoga.
E poi c'è la storia a bivi firmata da Vito Stabile e Andrea Malgeri.
Non sono un appassionato di questo tipo di avventure perché a volte mi annoiano e non mi sento coinvolto nel loro meccanismo narrativo ma anche in questa occasione Vito mi ha dimostrato come si possa rendere fresca e graziosa anche la lettura di questo tipo di storie, con una vicenda sì leggera ma gradevole e intrigante.
Mi ha fatto molto piacere in primis rivedere il personaggio di Nonno Walter de' Pippis (che mi è rimasto indelebile in mente sin da quando l'ho conosciuto nella sua storia d'esordio, ovvero in
Pippo e l'asso dei cieli).
Secondariamente, ho apprezzato il piglio gioviale e scanzonato che assume la storia, con alcune situazioni simpatiche e ben riuscite (su tutte la scena dell'intrusione di Topolino e Pippo al ristorante, con il "merito", da parte loro, di mandare a monte l'appuntamento galante del titolare del negozio di alimentari).
Molto graziosi da vedere i disegni di Andrea Malgeri, che danno ulteriore freschezza e simpatia ad una trama che viene quindi ben coadiuvata da una componente grafica e visuale che mi è piaciuta molto.
Chiudo raccogliendo la sfida di Filippo Tortu lanciata ai lettori di Topolino sulla migliore paperizzazione possibile al suo nome.
Ebbene, PaperTortu e PaperPippo suonano davvero male, son troppo scontati.
Decisamente meglio un bel
Pippo Drittu, no?
